SIENA. Alla fine gli americano sono arrivati ed è avvenuto ll fatidico incontro con il Consorzio del Brunello. Si è trattato, in sostanza, di un utile scambio di informazioni", durato poco più di un’ora.
"È stato un incontro utile e cordiale – ha spiegato, al termine, il vicepresidente vicario del Consorzio, Patrizio Cencioni -. C’è stato uno scambio di informazioni. Si sono
fatti un’idea più chiara di come funzionano le denominazioni di origine e i controlli che ruotano attorno a queste. E sono rimasti sorpresi dalla qualità e dal numero dei controlli".
I funzionari dell’Attb hanno chiesto i nomi delle aziende coinvolte nell’inchiesta della magistratura, ma, ha riferito Cencioni: "noi abbiamo solo potuto dire che li avevamo letti sul giornale". Gli americani hanno spiegato al Consorzio che per il loro governo il problema centrale è la corrispondenza tra prodotto ed etichettatura.
"Nella loro mentalità – ha spiegato Cencioni – il prodotto deve corrispondere all’etichettatura. Non si pone un problema sulla qualità del prodotto ma sulla rispondenza, visto che l’indagine ruota attorno a questo aspetto". Secondo Cencioni, l’atteggiamento è "quello di persone che vogliono capire e che sono interessate a proseguire nell’importazione di questo vino apprezzatissimo dai consumatori americani". Ma la decisione di bloccare o meno l’imp ort del Brunello coinvolto nell’inchiesta della magistratura dipende da loro ed il Consoorzio non può fare più di tanto.
Prima della riunione con il Consorzio presso l’Enoteca Italiana, la delegazione statunitense ha incontrato a Siena altri enti e consorzi di controllo dei prodotti toscani. Secondo indiscrezioni, infatti, il viaggio in Italia della delegazione dell’Attb per conoscere la lavorazione e i prodotti d’eccellenza toscani sarebbe stata organizzata e programmata prima che trapelasse notizia dell’inchiesta sul Brunello.