SIENA. Sono ben ottantadue le etichette toscane che fino al 31 ottobre sono protagoniste all’Expo 2010 (Shangai) presso il padiglione Italia del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Le aziende della Toscane sono state contattate da Enoteca Italiana su incarico del Commissariato Generale del Governo per l’Esposizione Universale di Shanghai 2010. Una teca con trecento etichette italiane sta facendo da sfondo al padiglione italiano. Il mega pannello è stato realizzato dall’Ente Nazionale Vini con la Triennale di Milano e rappresenta il meglio dell’enologia italiana.
“Le regioni italiane – afferma Fabio Carlesi direttore di Enoteca Italiana – a turno saranno ospiti del padiglione italiano e offriranno prodotti enogastronomici locali”. “Saranno presenti non solo i grandi nomi del vino ma anche etichette meno conosciute e di qualità. – continua Carlesi – Per i produttori minori quindi c’è l’opportunità di una grande visibilità internazionale; in linea con i compiti istituzionali dell’Enoteca Italiana che vuole offrire nuove opportunità alle aziende meno note ma in grado di produrre con accuratezza e qualità”.
L’Expo di Shanghai 2010, inaugurato il 1° maggio scorso, rimarrà aperto sino al 31 ottobre, per un periodo espositivo di 6 mesi e, secondo le stime più recenti, si prevede un’affluenza di oltre 70 milioni di visitatori, con una media giornaliera di 600 mila persone. Il Padiglione Italia ha una superficie di oltre 7.000 metri quadrati e si sviluppa su 3 piani. E’ il Padiglione più grande – secondo solo a quello cinese – ed è costruito con materiali al 100% Made in italy. L’edificio si è già aggiudicato il premio per la miglior struttura costruita nel 2009 a Shanghai.
Il numero dei consumatori di vino cinesi supera i 10 milioni e questa cifra tenderà ad aumentare. I prezzi si aggirano tra 2/3 euro per il vino cinese in bottiglia e 8/18 euro per i vini d’importazione. Questi ultimi hanno conquistato l’80% del mercato del vino a Shangai, città da sempre sensibile all’influenza di gusti e mode occidentali. Il consumatore tipo preferisce vini giovani, invitanti e di prezzo medio. Secondo i dati Ice, dal 2003 al 2008, le esportazioni italiane sono passate da 400.000 a 26 milioni di dollari. La scommessa per i produttori italiani è quella di inserirsi in un mercato in cui da anni è la Francia a farla da padrone, anche grazie alla forte presenza delle catene di distribuzione francesi come Carrefour (250 punti vendita) e Auchan.
“Le regioni italiane – afferma Fabio Carlesi direttore di Enoteca Italiana – a turno saranno ospiti del padiglione italiano e offriranno prodotti enogastronomici locali”. “Saranno presenti non solo i grandi nomi del vino ma anche etichette meno conosciute e di qualità. – continua Carlesi – Per i produttori minori quindi c’è l’opportunità di una grande visibilità internazionale; in linea con i compiti istituzionali dell’Enoteca Italiana che vuole offrire nuove opportunità alle aziende meno note ma in grado di produrre con accuratezza e qualità”.
L’Expo di Shanghai 2010, inaugurato il 1° maggio scorso, rimarrà aperto sino al 31 ottobre, per un periodo espositivo di 6 mesi e, secondo le stime più recenti, si prevede un’affluenza di oltre 70 milioni di visitatori, con una media giornaliera di 600 mila persone. Il Padiglione Italia ha una superficie di oltre 7.000 metri quadrati e si sviluppa su 3 piani. E’ il Padiglione più grande – secondo solo a quello cinese – ed è costruito con materiali al 100% Made in italy. L’edificio si è già aggiudicato il premio per la miglior struttura costruita nel 2009 a Shanghai.
Il numero dei consumatori di vino cinesi supera i 10 milioni e questa cifra tenderà ad aumentare. I prezzi si aggirano tra 2/3 euro per il vino cinese in bottiglia e 8/18 euro per i vini d’importazione. Questi ultimi hanno conquistato l’80% del mercato del vino a Shangai, città da sempre sensibile all’influenza di gusti e mode occidentali. Il consumatore tipo preferisce vini giovani, invitanti e di prezzo medio. Secondo i dati Ice, dal 2003 al 2008, le esportazioni italiane sono passate da 400.000 a 26 milioni di dollari. La scommessa per i produttori italiani è quella di inserirsi in un mercato in cui da anni è la Francia a farla da padrone, anche grazie alla forte presenza delle catene di distribuzione francesi come Carrefour (250 punti vendita) e Auchan.