di Raffaella Ruscitto
SIENA. La politica degli ultimi giorni – e ci limitiamo a guardare questi – ci ha abituato a risvolti davvero inattesi quanto distanti anni luce dalle esigenze reali del Paese. Dalla crisi di Governo prodotta dall’eterodiretto Renzi, alla caduta di Giuseppe Conte, alla scelta di Mario Draghi come successore alla presidenza del Consiglio.
Tra tutte le voci di grande euforia – sostenuta dai mercati e fomentata dall’Europa intera – all’alba di un Governo che definire di “unità nazionale” è un ironico eufemismo, ci troviamo – manco a farlo apposta – a navigare contro corrente.
A noi, a cui la storia del Monte dei Paschi resta indigesta, il nome di colui che, all’epoca del misfatto Antonveneta, era “solamente” governatore della Banca d’Italia (ovvero il solo ed unico controllore) proprio non piace. Non ci piace che, dopo quell’operazione costata tanto, tanto e tanto a Siena e alla sua secolare banca, ma “conveniente” per altri colossi bancari europei, il nostro illuminato economista all’epoca sia stato “promosso” a capo della Bce.
Draghi c’era e non ha impedito quella scellerata operazione che ha sconvolto la storia della banca senese, distrutta ormai. Costata tanto anche agli italiani tutti, chiamati, attraverso il Mef, a salvare la banca, altrimenti costretta al tracollo. A pagare le scelte dei poteri forti, in questa vicenda ancora senza tante risposte certe, è stata Siena in prima battuta e l’Italia intera a seguire…
Draghi – ironia della sorte – c’è anche adesso che si cerca uno “sposo” per Mps. I titoli dell’istituto di credito senese in questi giorni sono saliti facendo guadagnare qualcosa anche allo Stato. E c’è anche chi pare interessato a “sostenere” la banca senese con operazioni di valorizzazione, che fino a qualche settimana fa sarebbero state oggettivamente impensabili. Solo una reazione momentanea nata dall’orgasmo cosmico derivato dall’incarico dato all’ex presidente della Bce o magari una “storia italiana”, a cui restituire almeno in parte quel lieto fine più che meritato dopo secoli di storia illustre e straordinaria?
“Meglio lui di altri peggiori di lui” dirà più di qualcuno… ma, a noi, l’opzione del “meno peggio” francamente non ci ha mai convinto, non comprendendone, forse, quell’afflato mediocre che fa già presagire un futuro grigio, triste!
La verità è che un nome alternativo a Draghi sarebbe stato difficile trovarlo. La politica, ormai, offre scarni figuri, con l’appeal di un branco di mufloni, la dialettica di ragazzini di liceo e spesso con la stessa arroganza e con l’identica profondità di pensiero… il livellamento verso il basso della classe politica attuale ha forse costretto a “frugare” in altri ambiti, perchè, in effetti, la situazione del nostro Paese è tale da non poter essere affidata ad individui fintamente rissosi, inutilmente qualunquisti, spesso votati a istigare alla violenza non potendo puntare sulla ragionevolezza e sulle idee.
Quindi, ecco arrivare l’ennesimo tecnico di alto profilo, ben visto in Europa, sicuramente capace, certamente ben visto da “quelli che contano davvero”… occorre solo capire al servizio di chi il nuovo presidente del Consiglio metterà le sue indubbie capacità. Si spera che, questa volta, si metta al servizio dell’Italia e degli italiani (magari non solo e non sempre banchieri, finanzieri e grandi imprenditori…).
Nel frattempo tutti si chiedono che cosa farà Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio, proprio ieri, è stato accostato a Siena. E’ il Corriere della Sera che ipotizza che nel futuro dell’avvocato ci sia la candidatura alle elezioni suppletive della Camera nel collegio uninominale di Siena. Conte si candiderebbe quindi a prendere il posto di Padoan, dimessosi per andare a fare il presidente di Unicredit. Il suo percorso politico riceverebbe dunque la “benedizione” a Siena. E, ancora una volta, si cercherebbe il collegio “sicuro”, quello che ha mandato a Roma Bassanini, Amato, giù giù fino a Padoan. Ce ne fosse stato uno che ha fatto gli interessi degli elettori senesi… Non è forse tempo di smettere di usare Siena?
Il diretto interessato, alla domanda diretta, ad AdnKronos dichiara di non saperne nulla; di non essersi proposto e di non aver ricevuto proposte. Ed anche il sindaco di Siena, l’avvocato Luigi De Mossi, non ha mancato di commentare la notizia sottolineando che Siena ha bisogno di maggiori legami con il territorio per inportanti candidature…
Al netto delle voci circolanti, delle dichiarazioni ufficiali e dei giochi politici, quello che ci sentiamo di dire è che una carriera politica, in questo momento, non la augureremmo a nessuno (per il già detto “livellamento in basso”) e tanto meno a chi ha una brillante carriera fuori dalle stanze che un tempo avrebbero meritato tale sacrificio, ma che oggi accolgono, loro malgrado, la peggiore sintesi mai espressa di questo nostro Bel Paese.
Sempre le voci di corridoio – ma non smentite – riferiscono delle forze politiche che sarebbero chiamate a candidare Conte: il Pd, il Movimento 5 stelle e Leu. Il Pd locale non si esprime e non commenta ma pare proprio non essere concorde in questa scelta. Sono forse all’oscuro dei movimenti intrapresi a Roma? E quanto potrà pesare il loro veto su scelte importanti a livello nazionale? C’è tempo per capire come la vicenda “politica” di Giuseppe Conte potrà proseguire, anche perchè le elezioni suppletive non hanno una data certa. Il candidato Pd a Siena potrebbe essere l’ex presidente della Regione Enrico Rossi o Gianni Cuperlo (come scrive Il Fatto Quotidiano), quindi il premier uscente dovrà forse far digerire qualche rospo, se gli riesce, per candidarsi nel Collegio 12 della Toscana…
Insomma Siena attualmente è nei pensieri di ben due Presidenti del Consiglio (quello di prima e quello che non ancora)… c’è da pregare… da pregare forte e sinceramente… o, per chi non crede, lasciarsi andare liberamente a plateali gesti apotropaici!
