di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Vogliamo parlare di Palestina? Almeno finché è ancora possibile? Vogliamo parlarne seriamente, onestamente, liberamente e senza condizionamenti? Ce la sentiamo di farlo senza per questo essere segnalati alla Questura o senza essere messi nelle liste di proscrizione che ormai sono all’ordine del giorno su svariati argomenti di stringente attualità?
Soprattutto, vogliamo tornare a mettere al primo posto il senso più alto dell’umanità – fatto di compassione, fratellanza, amore, rispetto, verità – mettendo da parte la paura, l’indifferenza, l’ignoranza?
Partiamo allora dall’analizzare “l’aria che tira” (e non mi riferisco a Parenzo).
Potrei andare ancora indietro perché di avvisaglie ce ne sono state altre… ma limitiamoci al 23 febbraio, ovvero agli ormai noti come “fatti di Pisa”. Ragazzini presi a manganellate. Minori che stavano manifestando per chiedere lo stop al genocidio nella striscia di Gaza.
Già da Sanremo – doverosa digressione – era stato chiaro a tutti che chiedere la pace e la fine del massacro di innocenti era diventato un atto sovversivo ed esecrabile! Il rapper Ghali, che aveva osato parlare di genocidio, ne ha fatto le spese e pure il povero Dargen D’Amico. L’episodio aveva scatenato l’ira del capo dell’Ambasciata israeliana a Roma, Alon Bar, che aveva prontamente definito, in un post su X “vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Quando Israele chiede l’Italia si prostra e così prontamente l’amministratore delegato della RAI, Roberto Sergio, ha fatto leggere ad una servile Mara Venier un comunicato stampa di totale appoggio a Isr.
Ed io che pensavo che l’Italia fosse un grande Paese che teneva al proprio orgoglio e alla propria libertà! Tradotto: ma da quando gli ambasciatori/Presidenti di altri Paesi dettano le leggi in casa nostra????
Con questa chiave di lettura è facile comprendere perché le manganellate agli studenti pisani siano state quasi inevitabili! Occorre mettere a tacere chi va contro il pensiero unico del momento! Dobbiamo essere tutti fermi al 7 ottobre. Dobbiamo essere tutti dalla parte di Israele. Non abbiamo scelta. Le hanno provate davvero tutte per convincerci – e l’operazione non è ancora finita, purtroppo, anzi!
Prima – e ancora adesso – si è cercato di far passare tutti coloro che volevano la fine del genocidio a Gaza, come antisemiti. Poi, quando hanno capito che le persone erano più informate di quello che pensavano, hanno aggiunto anche il termine “antisionista” e così, di fatto, viene impedita qualsivoglia critica a Israele. Con buona pace della idea che andavano ripetendo in tutti i talk show, ovvero che Israele era l’unica democrazia in una parte di mondo praticamente barbara.
Se a qualcuno è sfuggita la notizia la propongo, anche se vecchia ormai.
All’indomani della vicenda Ghali, il sottosegretario leghista Alessandro Morelli, condannando l’agito degli artisti che avevano osato esprimere una opinione (la fine della guerra), ha proposto che “chi fa politica utilizzando il palcoscenico Rai deve stare fuori dalla Rai per un periodo di limbo. La soluzione è un Daspo per chi utilizza il palcoscenico Rai impropriamente”. Altro indizio della deriva presa da questo nostro Paese allo sbando
Avviciniamoci di più all’attualità. A quella che non si può dire.
Oltre 30mila morti, il 70% dei quali donne e bambini. Oltre 1500 tir di aiuti umanitari fermi ai valichi, perché Israele impedisce loro il passaggio. Tanti aiuti non arriveranno mai perché Israele ha messo il veto. Niente incubatrici, niente farmaci, niente generatori, niente sedie a rotelle… e la lista è lunga. Quasi due milioni di persone hanno dunque diverse opzioni per morire: di fame e di sete, di epidemia, sotto le bombe, contro i proiettili dei cecchini.
Dopo la distruzione di ospedali, luoghi di preghiera, campi profughi… gli israeliani non si sono fatti mancare la possibilità di ammazzare oltre 100 persone assiepate intorno ad un camion di aiuti.
Di fronte a questo, come ad altri gesti criminali, il silenzio dell’Europa e del’Italia ha fatto rabbrividire. La nostra presidente Meloni si è limitata ad esprimere “profondo sgomento” per l’accaduto ed ha chiesto ad Israele di accertare le responsabilità dell’accaduto. In un mondo “normale” l’affermazione avrebbe suscitato non poca ilarità. Gli Stati Uniti, anche in questo caso, hanno bloccato il testo di condanna dell’ONU. Europa non pervenuta.
Arriviamo a qualche giorno fa, in Toscana.
Passeggiata per Firenze. Protagonisti Karem Rohana, italo.palestinese già noto ai nostri lettori per un altro editoriale a lui dedicato, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
I due si incrociano in Piazza della Signoria e il nostro Karem saluta Nardella. Questo se ne va senza alcun cenno. Dopo qualche ora dall’accaduto, mentre Karem si trova a casa sua, sente bussare alla porta. Quindici poliziotti lo prelevano e lo portano in Questura.
La vicenda è il sequel dell’azione del primo cittadino che, ad ottobre (qualche giorno dopo l’arrivo di Karem in Italia dalla Palestina, dopo le botte prese che gli sono costate 35 giorni di prognosi), si era rivolto al Questore di Firenze per ottenere un ammonimento previsto dall’artico 612 bis. Il reato? Stalking. Atti persecutori reiterati (?) che fanno temere per l’incolumità del sindaco.
Dopo 5 mesi da questa azione del primo cittadino, arriva l’incontro casuale in centro. Scatta immediata l’operazione della Polizia e dall’ammonimento si passa alla denuncia effettiva.
Questo episodio ha un aspetto positivo e uno negativo
Il positivo è che, diversamente dall’esperienza di tante donne che fino a ieri combattevano quotidianamente contro gli stalker e che per ottenere un ammonimento dal Questore dovevano preparare corpose documentazioni per dimostrare le azioni moleste, pericolose e reiterate dello stalker ed aspettare che la macchina della giustizia si mettesse in moto, adesso le vittime possono portare ad esempio questo precedente in tutte le caserme d’Italia ed ottenere aiuto in tempi brevissimissimi. Inoltre possono contare su un discreto spiegamento di forze alla prima “violazione” dell’ammonimento. Un bellissimo esempio di efficienza delle Forze dell’Ordine…
L’aspetto negativo è il serpeggiante sospetto che più che contrasto agli atti persecutori questa azione sia nata dal contrasto alla critica e alla libera espressione del dissenso nei confronti del sindaco. La spina nel fianco che è Karem sulla questione israelo-palestinese non va giù a Nardella, tra i firmatari del documento della Sinistra per Israele che parla di sionismo come “legittimo movimento di liberazione nazionale e sociale del popolo ebraico e in esso sono vissuti e tuttora vivono i valori di uguaglianza, giustizia, liberazione umana” . Affermazione che stride con la situazione reale (passata e attuale) in quel fazzoletto di mondo dove gli ebrei sono cittadini di serie A e i palestinesi/arabi non hanno semplicemente diritti! La cosiddetta democrazia israeliana vive così tante storture da non poter essere presa ad esempio per nessuna delle caratteristiche richiamate dal documento. Ma tant’è.
Certo a Firenze se le cercano: dalla nomina dii Marco Carrai a capo della Fondazione Meyer alla presentazione del libro su Golda Meir, statista israeliana, prima donna premier alla guida del suo Paese di Elisabetta Fiorito all’Odeon. Digos e polizia schierati all’esterno del locale per impedire che un gruppo di sostenitori dello “stop al genocidio a Gaza” potesse accedere all’evento pubblico. Nessun confronto possibile perché, dicono i nuovi intellettuali/giornalisti/politici, i facinorosi pro-Gaza sono (manco a dirlo) antisemiti e pericolosi.
Vi basta per aver ben chiara la crescente limitazione alla libera espressione del pensiero?
No? Allora aggiungiamo anche questa “bella novità”.
La Lega di Salvini ha già depositato in Senato una proposta di legge per criminalizzare tutti coloro che criticano Israele. Dietro la “copertura” di una legge che dovrebbe combattere l’antisemitismo si danno pieni poteri ai Questori, che potranno impedire le manifestazioni di piazza (art.3 del ddl presentato) “per ragioni di moralità” e nel caso ravvisassero anche solo un “rischio potenziale” per l’uso di “simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita”.
Nel termine “antisemita” di questo ddl, si abbracciano le direttive indicate dall’Assemblea plenaria dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) ed è qui il problema più grosso. Ne deriva che stanno per propinarci una legge che impedirà qualunque critica non agli ebrei (cosa più che legittima, come per qualunque altro essere umano!) ma allo Stato d’Israele, unico Stato al mondo che non sarà più possibile criticare, pena una condanna penale!
Una legge talmente assurda che persino numerose associazioni israeliane e internazionali hanno chiesto alle Nazioni Unite di non adottare le direttive che, invece, in Italia, Salvini ci vuole imporre.
Come finirà questa storia? Credo dipenda da quanti si faranno distrarre dalle menzogne di Stato, dalla stampa genuflessa e ormai senza dignità, e dalle vicende della Ferragni! Dipende da quanto odio siamo in grado di ingoiare e digerire e quanto amore sappiamo rimettere in circolo, contrastando la morsa dei potenti che ci vogliono l’un contro l’altro armati. Dipende dai giovani e dalla loro voglia di cambiare questo mondo diventato brutto.
Ma siamo umani! E da questa “avventura” usciremo tutti uniti e salvi… o non ne uscirà nessuno.