Continua l'annoso, sottile lavorio per far sì che il "sistema Siena" resti solido
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Il 2015 sta terminando. Ci aspetta a breve la carrellata di giorni festivi che ci porterà velocemente a varcare la soglia del nuovo anno. Tutto ci puzza di vecchio, in queste ore, tutto appare già passato, indegno di sguardi… salvo le cose nuove! Regali da fare, oggetti mai usati, abiti incelofanati, pensieri appena nati, bei propositi… Se nella vita privata di ciascuno, chi più chi meno, germogliano sentimenti di rinnovamento, non così è nella vita reale, quella che condividiamo e che affrontiamo ogni giorno, che ci piaccia o no.
Il disastro delle banche sull’orlo del fallimento ci tocca tutti da vicino. Siamo colpiti più di altri (italiani) per la malagestione di certi personaggi, anche vicini al Governo (che strano!) che avrebbero usato la loro posizione per sistemare interessi privati, per fare piaceri, per mettere a posto certe amicizie di vecchia data o per costruirne di nuove (e utili!). Sempre la solita storia, sempre la stessa musica. Forse, data la frequenza con cui questi misfatti vengono a galla, possiamo dire che ormai è uso comune assumere un ruolo di responsabilità e trasformarlo in un “posto al sole” concesso per diritto di nascita, quindi scevro da ogni senso di dovere, di onestà, di correttezza e di rispetto. Questi sono diventati padroni di tutto. E per di più, come se non bastasse, sono pure incapaci, totalmente impreparati, generalmente e mestamente inetti. Ottimi amici di “merende”, fantastici tessitori di ragnatele, ma pessimi gestori di denaro, di affari e di qualsivoglia attività. Forse perchè sono più interessati alla politica, questi banchieri. Interessati o rivolti… o manovrati…
A rimetterci, ovviamente, sono i più deboli. Non c’è modo di cambiare questo aspetto ingiustissimo della storia. A pagare sono sempre quelli che meno possono permetterselo. Quelli che non hanno amici seduti in consessi di enti pubblici, che non conoscono parlamentari, ministri o, meglio ancora, il presidente del Consiglio, che alla Leopolda sarebbe meglio che non ci andasse più perchè dovrebbe essere il primo ad essere rottamato. Lui: un uomo talmente poco di sinistra da far apparire Bersani un rivoluzionario di matrice trotskiana! (A proposito, è morto ieri Armando Cossutta, il più filorusso dei comunisti italiani. Chissà cosa ne direbbe di un Bersani trotskista…)
Il Governo copre le responsabilità dei vertici delle banche e prima salva queste ultime e poi, come atto di bontà (ma non si sa ancora bene come) si rivolge ai clienti truffati e pensa ad un sostegno “umanitario”. Ma i soldi “spariti” che fine hanno fatto? Chi li ha presi? Chi ne ha beneficiato a danno dei piccoli risparmiatori? Questo pare non interessi. Eppure non è un fatto di secondaria importanza.
Cose già dette perchè già viste, a Roma come a Siena… come ad Arezzo. Cosa è cambiato? Nulla.
Non è cambiato nulla. Ed anzi: con questa nuova tragica situazione alcuni punti di contatto con quanto accaduto per Mps sono stati in diversi a trovarli. Dal ruolo affatto rassicurante (per i clienti) degli organi di controllo: dalla Banca d’Italia alla Consob. Ma non c’è solo questo in comune. C’è il peso della politica nella scelta dei vertici bancari; le pressioni che derivavano da questa scelta; il fatto di pensare che, essendo la banca in mano ad un determinato gruppo di potere, il potere poteva tranquillamente usufruirne come cosa propria. L’Italietta dei furbi e dei corrotti, insomma. Quella che, invece di essere mandata a casa con disonore ad ogni sentore di mediocrità o peggio, viene invece coperta, salvaguardata se non addirittura promossa a più alti incarichi. Quella, per capirci, che si prende la buona uscita dopo aver distrutto una banca ed aver mandato sul lastrico – o in pensione forzata – un variegato e corposo gruppo di persone.
Cose che si sanno a Siena, vero? e che si sono imparate sotto l’ombra di Babbo Monte.
La politica locale tace. Tace su tutto; almeno su tutto quello che ci sarebbe di importante. Si discute e si litiga su questioni di lana caprina: dal successo o meno e dall’opportunità o meno di realizzare il Mercato nel Campo, alle bancarelle in Piazza della Posta; dalle bici elettriche alle opere d’arte piazzate qua e là per il centro storico. Ma ci sono tante cose su cui occorrerebbe un fermo intervento della politica. Dalle tasse troppo alte, alla questione “casa”; dai servizi troppo cari alla gestione del patrimonio culturale. E poi ci sono questioni di etica mai risolti, e non si parla solo del conflitto di interessi in cui sono incappati diversi personaggi nell’ultimo periodo. Si parla più in generale di una “questione morale” che non è mai stata affrontata direttamente da nessun politico rappresentativo della maggioranza al governo della città. E poi c’è gente che sta perdendo il lavoro. Dopo il triste Natale del 2014 che ha visto a casa dipendenti della Siena Biotech e di Enoteca Italiana, quest’anno a soffrire sono i dipendenti della Gsk, quelli della Bassilichi e quelli di Fruendo. Voci maligne ma ben informate parlano di gente ben collegata che, essendo a conoscenza più degli altri di certe situazioni, ha già fatto le valigie ed è passata in altre aziende.
E dell’ospedale delle Scotte che si dice? L’assessore regionale alla Sanità Saccardi, a Siena per un paio di appuntamenti istituzionali, si è vista lanciare un duro appello ad investire su Siena da parte del sindaco Valentini. Il primo cittadino ha mostrato l’insoddisfazione di chi, fino ad oggi, non ha ricevuto alcuna rassicurazione circa il mantenimento dei livelli di eccellenza del policlinico senese. Semmai segnali rivolti in tutt’altra direzione. L’assessore non si è lasciata andare a promesse (la campagna elettorale è finita da un pezzo), ma non ha escluso che qualcosa possa arrivare per garantire che almeno quello che c’è non venga cancellato. Avere fiducia in queste rassicurazioni è cosa grossa… Con Arezzo già in pole position per ragioni tutte da immaginare, ma facili da intuire…
E mentre brutti segnali arrivano anche dal centro storico, con negozi di lunga data che chiudono e fondi sfitti in aumento, c’è chi vuole per forza dire che è tutto a posto, che stiamo tutti bene, grazie! e che coloro che non la vedono così sono dei pallosissimi portasfiga, degli instancabili rematori contro e, addirittura, delle persone che odiano Siena e che godono se le cose vanno male.
L’ottimismo è il sale della vita, no? E’ lo è ancora di più quando si è ottimisticamente al comando di questa nave che non ha ancora trovato la sua giusta direzione. E non è un segreto sapere di chi è la colpa… e di chi se non del capitano e della sua ciurma? Forse sarebbe meglio dire “dei capitani”, ovvero di quelli che, alle spalle del sindaco Valentini (lui, ormai è fuori, ammesso e non concesso che sia mai stato davvero tra quelli che contano), agiscono indisturbati con lo scopo di rafforzare nuovamente il vecchio sistema. Non raffinato come in passato, non ricco come in passato (i soldi sono in parte finiti), ma solido e, soprattutto, operante con gli stessi metodi del passato.
E tanto per fare un esempio, un breve commento a quanto accaduto solo qualche giorno fa. Profilo FB oscurato per Carlo Regina (Bsg). Qualcuno ha segnalato al social che il nome del profilo era falso. Nulla di più meschino e di più sciocco. Chiunque sia stato, nel tentativo di mettere a tacere il blogger, o di denigrarlo, o di intimidirlo, ha davvero fatto una mossa che lo definisce: stupida e inutile. Ancora con questa storia della informazione unica e pilotata? Ancora con questa storia della denigrazione dei contras? Ancora con questa opera di formazione del pensiero unico che, francamente, è fuori tempo massimo? Non sono bastati tutti i danni derivati dal silenzio dei media, parte integrante del “groviglio armonioso”? Si vuole ancora demonizzare chi, con i suoi mezzi e con i suoi modi, dice a chiare lettere quello che proprio non funziona in questa città? Chi mette in evidenza i conflitti di interesse, le alleanze sotto banco, gli accordi scorretti, i silenzi omertosi, le “promozioni” immeritate, lo spreco di denaro pubblico, i privilegi, le prebende?
E magari stiamo parlando di quegli stessi personaggi che pubblicamente – a parole – professano la partecipazione, la condivisione dei beni comuni, le assemblee e la città smart… il massimo dell’ipocrisia consapevole! Il profilo di Bsg è tornato visibile dopo una manciata di ore di buio. Qualche fastidio, ma che importa! Tra tutti, ci abbiamo fatto l’abitudine! Querele, intimidazioni varie, scherzi da prete, commenti offensivi… fa tutto parte del gioco. Magari, visto il torto ricevuto quasi certamente da un suo concittadino, il sindaco Valentini farà il bel gesto di invitare Carlo Regina al prossimo Palio, insieme con l’altra invitata “offesa”, Selvaggia Lucarelli.
Una coppia agguerrita e davvero interessante!