A Sinalunga meno servizi e più spese per mandare i figli alla scuola dell'obbligo
di Raffaella Zelia Ruscitto
SINALUNGA. Avete presente la frustrazione? Avete presente quel senso di impotenza che lascia annichiliti per ore, per giorni anche, costringendo la mente a seguire percorsi labirintici che il più delle volte non arrivano da nessuna parte? Certo che l’avete presente. Ci sono miriadi di ragioni che, nel nostro tempo, ci costringono ad una frustrazione pervasiva. Dalle ragioni “più vecchie del mondo” quali un amore perduto o mai avuto o una malattia invalidante, alle più moderne (ma forse neppure tanto) legate al rapporto con le istituzioni, con la burocrazia, con lo Stato.
Proprio ieri sera, in una delle sale del Palazzo Comunale di Sinalunga, si è tenuta una riunione che, alla sua conclusione, ha lasciato, nei partecipati, un senso di frustrazione tanto noto quanto temuto. L’incontro tra il sindaco Riccardo Agnoletti, alcuni membri della Giunta – l’assessore al Bilancio, Paolo Oliverio e quello alla Pubblica Istruzione e Politiche Sociali, Laura Mannucci – e una cinquantina di genitori di alunni di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria doveva essere un confronto aperto sugli ormai decisi e varati aumenti delle tariffe di mensa e trasporto scolastico e, più in generale, sulla qualità di tali servizi.
Alla pacatezza degli amministratori non poteva che contrapporsi la rabbia di genitori che avevano ben chiaro, evidentemente, il conto economico mensile del loro nucleo familiare. Quelli che il sindaco, in una intervista ad un quotidiano locale, qualche giorno fa ha definito come “lievi adeguamenti delle tariffe”, in realtà sono “un tir lanciato contro le famiglie”, ha detto un genitore. Ottanta centesimi a pasto: da 5 euro e venti a 6 euro. Per una famiglia che ha anche un solo figlio alla scuola dell’infanzia si passa dai 26 euro a settimana dello scorso anno ai 30 euro di quest’anno per coloro che pagano la cifra massima secondo la certificazione ISEE. Un aumento che non può certo dirsi “lieve” e che ha indignato anche per la qualità del cibo che, a questa cifra, viene riservata ai bambini. Molte le lamentele che sono arrivate in Comune e all’Istituto Comprensivo Lennon durante lo scorso anno: piatti freddi, spesso senza sapore e poco cotti o troppo cotti. Durante l’incontro si è scoperto che addirittura la Commissione Mensa aveva segnalato che qualcosa non andava nel servizio.
“Ogni segnalazione è stata girata alla cooperativa”, ha dichiarato l’assessore Mannucci: peccato che poi, pur con queste comunicazioni, nulla sia cambiato.
Il contratto con la cooperativa, però, pare sia blindato. Per i prossimi anni, non si è capito quanti, la cooperativa ha il servizio assicurato a fronte della consegna della proprietà delle nuove cucine dell’Asp che verranno aperte proprio a Sinalunga. Dovevano essere consegnate, a lavori ultimati, un anno e mezzo fa ma c’è un contenzioso tra Asp e impresa e quindi tutto resta fermo in attesa di decisioni da parte della Magistratura. Costo al Comune di un pasto? 6,18 euro. Una cifra ragguardevole che, nel caso specifico, neppure garantisce un buon livello qualitativo.
“Le tariffe non possono essere ritoccate – ha detto il sindaco – fino a dicembre/gennaio restano queste ma ci impegniamo a rivederle con l’approvazione del nuovo bilancio”. Nel frattempo, alcuni genitori hanno avanzato la proposta di far consumare pasti freddi ai propri figli. La palla, dunque, passerà presto ai vertici della scuola che dovranno valutare l’opportunità o meno di consentire ai bambini di consumare un pasto portato da casa; trovare, in pratica, un modo per affiancare le famiglie in questa battaglia contro il “caro mensa” che l’amministrazione pare non essere in grado di gestire.
Ma se fosse solo questa la questione farebbe male ma sarebbe un dolore tollerabile!
Gli aumenti hanno riguardato pure il trasporto scolastico. Anche qui un “ritocco lieve”. Un aumento di 110 euro annui con un’aggravante non da poco: sono state eliminate le agevolazioni per secondi e terzi figli. Quindi, se una famiglia ha avuto la malaugurata idea di fare due figli vedrà lievitare le tariffe scolastiche in modo tutt’altro che lieve! Ma, sulla questione del secondo figlio, il sindaco ha tenuto a precisare che sono stati reperiti 8.000 euro e che questi verranno distribuiti come un contributo una tantum alle famiglie con più figli (circa 120). I conti sono presto fatti e non lasciano margine ad entusiasmi collettivi.
Eppure, voci di corridoio interne al Comune di Sinalunga giurano di aver visto uno studio comparativo sui trasporti scolastici. Da quel documento sarebbe emerso che il servizio, se affidato a privati, costerebbe sensibilmente meno alle famiglie. Ma pare che il freno, a questo punto, sia giunto dal quesito: “E cosa faranno i dipendenti comunali che, fino ad oggi, si occupavano del servizio?”. Quindi, quale migliore soluzione che caricare le famiglie del peso di un servizio per molti necessario ad un costo “ragguardevole”?
Tempi duri per gli amministratori privi di spirito di iniziativa e poco propensi alla ricerca di soluzioni utili per il buon funzionamento dell’Amministrazione e per il benessere dei cittadini! Tempi ancora più duri per quegli amministratori che, consapevoli di dover incidere così tanto sulla vita dei loro cittadini, non cercano un confronto prima di fare delle scelte, ma dopo, a scelte fatte, sbandierando i conti e dichiarando la loro incapacità nel trovare soluzioni alternative. Quel “vedremo”, “valuteremo”, “ci confronteremo” è un suono talmente stridente da far apparire smorfie di fastidio sul volto di chi ascolta. E nasce la incessante domanda: “Ma perchè non fare ogni tentativo “prima”? Perchè non spremersi le meningi “prima”, magari chiedendo anche la collaborazione dei cittadini?”.
La colpa, hanno detto anche ieri sera sindaco e assessori, è dello Stato (della crisi per meglio dire! hai visto mai che a qualcuno venisse in mente di fare un’associazione di idee tra il Pd che amministra a Roma e quello che amministra a Sinalunga!), che ha ridotto ai minimi termini i trasferimenti pubblici ai Comuni e che ha attuato quella “contabilità armoniosa” che dovrebbe mettere al sicuro i conti degli enti pubblici. E poi, c’è anche la questione delle scelte politiche: si è preferito non aumentare le tasse che restano, pro capite, tra le più basse del circondario. Insomma, a fronte di qualche decina di euro in meno di tasse pro capite si sceglie di aumentare le tariffe che colpiscono le famiglie in modo significativo e senza offrire margini di manovra.
A questo quadro, non certo edificante, si sono aggiunte ulteriori osservazioni delle famiglie: nessun servizio di campi solari organizzato o cofinanziato dal Comune; nessun servizio di trasporto pubblico per la piscina; nessun aiuto dall’Amministrazione comunale alle famiglie con genitori che lavorano e senza supporto di nonni o zii volenterosi. A Sinalunga ci sono solo associazioni che, a fronte di rette settimanali non certo “a buon mercato”, offrono un servizio alle famiglie che ne hanno bisogno. E per le famiglie che necessitano di un tempo scuola più lungo?
Anche qui la nota resta dolente. L’anno scorso, grazie ad una convenzione tra Amministrazione Comunale e Istituto Comprensivo Lennon, è stato possibile attivare un servizio di doposcuola gestito da una cooperativa esterna negli spazi scolastici. Un servizio, manco a dirlo, totalmente a carico delle famiglie che ne avessero fatto richiesta. In virtù di questa concessione, e per far fronte, pare, ai disagi della “Buona Scuola” di renziana matrice (una vera, devastante bomba atomica sul sistema scolastico nazionale), l’Istituto Comprensivo Lennon, da settembre ha scelto di effettuare un solo rientro settimanale (e non due come era stato fino ad oggi) per i bambini della Primaria della Pieve. Quindi, per le famiglie, il costo del doposcuola sale, per sopperire al taglio dei rientri garantiti dalla scuola. E per chi deve entrare al lavoro la mattina entro le 8,00 e deve per questo lasciare i figli a scuola quei venti minuti in anticipo? Da quest’anno la famiglia si farà carico di 10 euro mensili da versare al Comune per accedere ad un servizio che fino all’anno scorso era gratuito.
Basta sborsare “lievi somme di denaro” e tutto viene fornito, per far fronte alle esigenze dei cittadini, ovviamente, e per fare tutti felici.
Da questo quadro, che certamente nelle prossime settimane vedrà una ferma presa di posizione delle famiglie sinalunghesi (dalla scelta del pranzo freddo da casa al reperimento di persone disponibili a portare i propri figli insieme ad altri amichetti a scuola), emerge una città poco attenta al sostegno delle famiglie, dei bambini, dei bisogni delle madri lavoratrici. Si fa un gran parlare, nelle assise politiche, di sostegno alle donne che vogliono lavorare (quasi un obbligo adesso, visto il costo della vita!) e poi, alla pratica dei fatti, ci si trova ad avere contro l’ente pubblico più vicino, l’amministratore con cui ti dai del tu, quello che, anche solo per una forma di modesto campanilismo, un tempo ci teneva ad essere più stimato e più amato, rispetto all’omologo del paese limitrofo.
Adesso non è più così. Adesso si pensa all’illuminazione notturna di un campo sportivo che quelle luci le vedrà accese forse tre volte l’anno, piuttosto che a garantire un servizio in più alle famiglie per agevolarle nel difficile percorso della crescita dei figli. Perchè? Beh, il perchè proprio non so dirlo… vedrò, valuterò, mi confronterò…