Come disse Einstein: "Se non hai una mente aperta, tieni chiusa anche la bocca"
di Raffaella Z. Ruscitto
SIENA. Offese sessiste rivolte ad una deputata della Repubblica da parte di un docente universitario. L’episodio è esploso in poche ore arrivando a smuovere Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio e, a scendere, vari ed eventuali membri della politica attuale, della cultura.
Il prof ci è andato pesante, ammettiamolo. Da “pescivendola” e “ortolana” è arrivato, non trovando le parole, a “vacca” e “scrofa”. I primi due termini gli erano venuti spontanei, ma, corretto da un suo interlocutore, preoccupato dal poco “politically correct” nei confronti delle due degne professioni, ha voluto scivolare su “accostamenti faunistici”, tanto per non offendere categorie capaci di parlare e mostrare risentimento.
E’ spiazzante che un “formatore delle nuove generazioni” non trovi le parole più degne per dimostrare il suo dissenso nei confronti di una qualsivoglia persona. E’ spiazzante che tanti studi, tante notti sveglio, tanti eventi storici conosciuti perfettamente, senza alcuna esitazione, abbiano lasciato un vuoto così vasto nel lessico come nel comportamento. E’ altresì raccapricciante che la “moda” della violenza verbale, dell’offesa meschina e becera, abbia travalicato i confini dei poveri di spirito, degli incolti, dei cretini (e diciamolo!) ed abbia contagiato anche quella “intellighenzia” che dovrebbe avere l’arduo compito di sollevare gli spiriti dalla polvere in cui sono miseramente caduti.
Avevamo già perso le speranze nei confronti dei giornalisti dopo che Feltri se ne era uscito con titoli sessisti contro la sindaca di Roma, Virgina Raggi (ve la ricordate la “patata bollente”?), e non avevamo speranze da tempo sull’esempio che potesse arrivare dai politici i cui esempi scellerati si sprecano – da Brunetta a Moles ai vari “illustri” consiglieri regionali e comunali di destra e sinistra, pronti ad ingiuriare le colleghe di turno nei modi più disparati! La violenza verbale e la scarsa fantasia nelle offese rivolte alle donne è ormai un tratto distintivo di questi maschi privi di virilità intellettuale.
Macchè, non c’è speranza alcuna! Questo è il tempo dell’odio di parte, della “colpa” all’altro, delle recriminazioni ignoranti, del razzismo e dell’intolleranza, della violenza di chi prevarica convinto di possedere la verità assoluta! E sa di cosa si parla la deputata offesa, oggi vittima ma attorniata da uomini che di razzismo, violenza verbale e sessismo e di verità in pugno ne sanno più di qualcosa!
Nessuno si senta escluso da questa orrenda pandemia dell’abominio. Basta perdersi per qualche minuto sui social e si rischia di scivolare sulla bava alla bocca dell’invasato di turno! Rabbia contro gli immigrati, contro gli omosessuali, contro le donne, contro i politici, contro i terroni, contro i comunisti, contro i fascisti, contro i democristiani, contro gli islamici, contro gli ebrei, contro i cristiani…. come se la vita si fosse ridotta ad odiare sempre e comunque. Come se questo disprezzo fosse la carica necessaria per portare avanti una vita priva di traiettoria e senza alcun valore. Quest’odio che si respira poi supera i confini della tastiera e si scaglia contro il prossimo, nella realtà. Vi invito a leggere qualche pagina di cronaca per rendervene conto.
Cosa diamo da mangiare ai nostri figli? Pane, social e veleno! Chi farà la prima telefonata per scusarsi con la collettività per il cattivo esempio dato fino ad oggi? Chi esprimerà solidarietà per le vagonate di bassezze e meschinità a cui siamo stati sottoposti negli ultimi anni? Chi per primo scriverà “vergogna” come commento alla prossima offesa becera che leggerà su Fb o su Twitter? Chi insegnerà ai ragazzi che il rispetto dell’altro (senza alcuna distinzione) nelle parole e nei gesti è la regola sacra di questa nostra vita se non si vuole incappare nuovamente in aberrazioni storiche difficili anche da pronunciare?
Lasciate ogni speranza… dopo la solidarietà di ieri alla nostra deputata, si archivierà questo episodio nell’attesa di nuove e sempre peggiori offese ad un’altra malcapitata o malcapitato.
Una cosa è certa: la signora in questione non ha subito alcun danno dalle parole da due soldi pronunciate dal prof. In questo caso le parole sono ricadute come macigni su quest’ultimo, come era giusto che fosse!
A lui come a tutti gli altri che oggi fanno i giustizialisti ma che ieri o domani sono caduti o cadranno sullo stesso errore, voglio sommessamente suggerire di andarsi a rileggere il monologo sul naso di Cyrano de Bergerac. Meglio non offendere, meglio giudicare restando saldi sulle proprie opinioni e sui propri principi, ammesso e non concesso che se ne abbiamo… ma se proprio si intende ironizzare (meglio che offendere) sarà bene farlo con un certo stile!