Saremo sempre contro il sistema che nega la libertà d'espressione
SIENA. Il mondo in cui viviamo non è mai, neppure lontanamente, simile a quello ideale che ci siamo costruiti nella nostra testa. Le nostre azioni quotidiane dovrebbero essere tutte segnate dalla nostra intima aspirazione al nostro mondo ideale. Invece, purtroppo, cediamo sotto i colpi duri della delusione, delle necessità più stringenti, delle meschine debolezze.
Nella leggerezza dell’essere che ci accomuna, c’è però un netto distinguo. C’è, infatti, chi si arrende al punto di non ricordare più il suo pensiero puro, il suo ideale, impronta del divino; e c’è chi, al contrario, arrancando, facendo spesso a pugni con se stesso, con una ostinazione che rasenta il comico, cerca di fare, quando può, un passo lungo il cammino che conduce al suo mondo ideale. Ognuno di questi “irriducibili” può essere facilmente criticato perché spesso agisce contro la logica comune; contro il sistema che punta a creare un “pensiero unico”, un carattere mansueto e, possibilmente, asservito ad un comportamento adeguato e “ben visto”.
E’ più facile seguire il gregge. E’ più facile, e più conveniente, stare dalla parte di chi ha potere. Obbedire e non prendere decisioni autonome. Così non si rischia di sbagliare e si fa carriera facilmente. Questa regola aurea vale per tutto. Per ogni ambito della vita. Per ogni professione. Ma si nota parecchio quando, la professione, ha un riscontro pubblico.
Si è parlato spesso, e lungamente, della libertà di opinione: ne siamo stufi anche noi perchè affermare quello che dovrebbe essere ovvio, non è stimolante.
Da qualche giorno sui social imperversa la polemica sui bloggers. Nulla di nuovo: un’azione solo sospesa per qualche tempo, tanto per far vedere che l’aria è cambiata e solo, e questo è più probabile, per rinserrare le fila e rinforzare l’azione denigratoria.
Nell’occhio del ciclone Bastardo Senza Gloria, al secolo Carlo Regina e, di riflesso, Daniele Magrini, direttore di Siena Tv e conduttore di Siena Diretta Sera, reo di aver dato credito ai blogger dedicando loro uno spazio di qualche minuto durante la trasmissione. Da questa operazione sarebbe derivato un decadimento dell’imprenditoria mediale senese. BSG accusato, addirittura, di essere la voce dell’opposizione! Di quale opposizione, di grazia? Tanto per capirsi. Di quella interna al Pd o di quella esterna al Pd? Opposizione politica o solo ideologica? Opposizione targata qualcosa o opposizione fine a se stessa? La cosa non è chiara. Forse è solo “ironia”, scherzo.
O forse è quel modo subdolo, e legittimato solo dal fatto che ognuno può dire quello che vuole, di contrastare una voce discordante, che a volte infastidisce l’udito delicato dei cultori del buon canto e del gradevole scrivere, ma che certamente ha il merito indiscutibile di esprimere e dare una visione degli accadimenti se non sempre esatta certamente più vicina alla realtà di quanto si crede. In modo irriverente, a volte forzato, ma comunque non censurato o pilotato, come si vuol far credere.
Si fa presto a colpire la dignità di una persona. Basta insinuare che quanto dice non è farina del suo sacco, o che quanto dice lo dice perché prezzolato. E’ successo anche a me. Qualche volta mi ha irritato, il più delle volte mi ha lasciato indifferente. Certamente, in fin dei conti, non ha premiato il millantatore di turno.
Questa nuova recrudescenza nei confronti dei bloggers, e l’attacco a Daniele Magrini è il segno di una lezione mai imparata a Siena. Il silenzio mediatico (o l’informazione assoggettata) vissuto durante il regime del Sistema Siena, non ha lasciato la cicatrice sperata. L’aberrazione è diventata, con il tempo, una consuetudine e quel silenzio innaturale, rotto da sparute voci (i blogger) è diventato il giusto sottofondo anche per la gente comune. Ogni critica a chi governa non è esercizio di democrazia, un legittimo diritto di critica, ma voglia di apparire, azione prezzolata, stupidità, follia, interferenza in un settore che non compete. Ogni analisi dei fatti, se fatta da un’angolazione che non aggrada, è improvvisamente indegna di essere fatta. E chi dà risalto a questa analisi è reo di aver dato voce a chi non ne aveva “diritto”. Operazione difficile, quest’ultima, al pari di chi si espone personalmente, se è vero quello che si dice, ovvero che durante l’ultima puntata di Siena Diretta Sera, è stato fatto un “taglio” agli interventi di BSG e dell’Eretico…
Quanto accaduto a Siena negli ultimi vent’anni circa (e più in esteso nel Bel Paese), sembra aver cancellato l’abitudine al dibattito, al confronto aperto e libero (libero anche dalle offese di varia ed eventuale natura). L’informazione ha fatto la sua parte, in negativo, chiudendo, con il pretesto della “linea editoriale”, ogni spazio all’altro (che fosse opposizione politica o notizia non gradita al potere). E oggi, incredibilmente, ci troviamo a giustificare la presenza di diverse posizioni e plurime voci, su un quotidiano o in una trasmissione televisiva, perché accusati da più parti, di aver dato spazio a questo o a quello!
E così, capita che un giornalista di lungo corso si senta criticare perché ha dato spazio a diverse e non omogenee voci che da anni, con costanza, hanno dato un fattivo contributo alla ricerca della verità a Siena. Il degrado dell’informazione sarebbe dunque aver creato un dialogo a più voci…
E capita che criticare il sindaco Valentini e il suo vice per la loro azione politica ed amministrativa deludente e ben lontana dall’essere innovativa e rivoluzionaria, diventi sinonimo di nostalgia per il passato, di voglia di mettersi in mostra, di sterile polemica, degna solo di ironia e dileggio.
Ed è invece normale fare telefonate velatamente minacciose per mettere a tacere chi non piace che parli. Ed è normale stravolgere la verità a vantaggio di pochi conclamati burattinai e cambiare la storia (o ignorarla) per garantire la sopravvivenza (pubblica, si intende) di chi ha impunemente mal governato i beni loro affidati dalla comunità.
Se in passato, neppure tanti anni fa, a parlare non fossero stati in tre o quattro, ma fosse stata la stampa e, di conseguenza o contemporaneamente la comunità a sollevare domande, a chiedere spiegazioni, ad indignarsi con eleganza o con sfrontatezza, a non accontentarsi dell’informazione di regime, forse oggi non ci troveremmo a raccogliere i pezzi di una città e di una società senza prospettive, disorientata e rimasta orfana di ideali e di speranze. E anche di verità e di giustizia. Sì, perché il capitolo “Groviglio armonioso” non è affatto chiuso. Non è chiuso con l’uscita di scena di Mussari, diventato, improvvisamente, l’unico capro espiatorio di una rete di relazioni e di responsabilità ben più grande di lui. Non è chiuso con la fine dell’epopea miliardaria della Fondazione Mps e della banca senese, ancora saldamente nelle mani dei direttoroni del tempo di Mussari, peraltro. E non è chiuso neppure con l’avvento di Valentini & Co. Altro che nostalgia… quello che si può respirare è stupore, sgomento, delusione, disincanto. Dentro e fuori dagli ambienti politici. Non stupisce, dunque, il tono risentito di chi, pagando sulla propria pelle certe scelte di coerenza e di dignità, usa toni anche fuori dal fair play, e si ostina a denunciare quello che non funziona, che non è giusto, che non dovrebbe essere fatto. Da Raffaele Ascheri a Carlo Regina; da Federico Muzzi ad altri bloggers rimasti in anonimato per tutelare la loro esistenza. L’uscita di scena di Fratello Illuminato non ha fatto venire in mente nulla agli assidui lettori? Non li ha fatti sollevare dalle sedie il timore di una “censura” violenta, di un tappare la bocca a chi contrastava un “sistema sbagliato”?
Certo, tra tanti che combattono battaglie legittime e ragionevoli, ci sono i venduti, gli scorretti, gli imbecilli, e quello che arrivano a dire. Si interrogano, sui limiti del dicibile, gli intellettuali più in voga, gli scienziati più illustri… e, in effetti, di emerite corbellerie se ne sentono ogni giorno. Dalla bocca dei politici come da quella dei comuni cittadini lasciati, a briglie sciolte, sui social. Quello che però fa più paura (perché dalle corbellerie ci si può difendere tenendo acceso il cervello, se disponibile) è l’alternativa a questa primitiva democrazia. Chi dovrebbe assurgere a concessore del diritto di parlare o di scrivere? Chi, tra noi, potrebbe svolgere questo ruolo? Quale mente eccelsa potrebbe assumersi questo compito gravoso? E quanto di questa operazione puzzerebbe di dittatura? Di “Sistema Siena”, per intenderci?
Interrogativi inquietanti che dovrebbero, da soli, far desistere dal pensare di detenere la verità assoluta e di poterla imporre ad altri, escludendo dal dibattito ogni “oppositore”.
Nella visione di quel mondo ideale che ancora qualcuno spera di realizzare, almeno nel suo piccolo, davanti allo specchio del suo bagno, c’è la possibilità di poter dare un contributo alla verità e alla giustizia. Se questo valesse per tutti (e non per pochi, sparuti individui), il sogno di un mondo migliore non sarebbe così lontano, come appare oggi.