... e tesse le trame elettorali per il (proprio) futuro
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Appare sonnacchiosa Siena. Stordita dalla mitologica calura di Caronte e Minosse, inebriata dai fumi del Palio appena trascorso e da quello ancora da vivere, la città sembra immobile, disinteressata, fiaccata.
Eppure, davanti ai ricordi in fila di un “annus horribilis in decade malefica”, ci sarebbe poco da stare tranquilli. Ben poco da muoversi per raggiungere il mare (su una strada che, peraltro, a percorrerla sul versante senese, farebbe perdere la pazienza a un santo!). Invece niente. Silenzio. Tutto tace. Persino i blogger si prendono le meritate ferie. Fermo il Santo, l’Eretico e pure gli indomabili “Illuminati”.
In questo quadro stagnante, però, c’è chi lavora alacremente nel tentativo di organizzare, rivitalizzare, rifarsi una pelle e una credibilità: il tutto in previsione della prossima, agguerrita, campagna elettorale.
La politica, purtroppo, in ferie pare proprio non volerci andare.Nel Pd la situazione resta “calda”. I “dissidenti” – i filomonaciani – sono sempre sul piede di guerra. Dopo aver fatto cadere il sindaco Ceccuzzi ed aver aperto la stagione del “tutto è possibile”, hanno incassato, senza poter fare nulla, la nomina del nuovo segretario provinciale Guicciardini e sono ancora in attesa di un intervento da parte dei vertici nazionali. Forse, però, il “sono in attesa” non rende proprio giustizia al gruppo che, a ben vedere, appare attivissimo. Prosegue, infatti, l’operazione di “affiliazione” degli scontenti all’interno del partito democratico. Un gruppo nutrito che potrebbe dare qualche soddifazione futura ai fratelli Monaci. E soprattutto alla signora Anna Gioia, spirito indomito e al momento, pare, vera anima della rivolta margheritina in atto.
Alla fine delle “acquisizioni” questa fazione sarà chiamata a fare la grande scelta: presentarsi alle prossime elezioni chiedendo al Pd (ammesso che ne restino dentro) uno scontro pubblico attraverso democratiche primarie; oppure lasciare volontariamente gli ex-fratelli comunisti per tentare la scalata al Comune con una lista civica indipendente, moderata, centrista. Una uscita soft (ovvero senza ulteriori battaglie interne), avendo misurato bene le forze e, soprattutto, avendo escluso ogni possibile margine di trattativa per una eventuale ricucitura dei vertici. Il nome della lista civica potrebbe già esserci: “Siena prima di tutto”. Come il blog messo in piedi dai dissidenti! Un sito “di servizio”, come lo è stato quello dell’associazione “Per Siena”, nato e morto all’indomani, o giù di lì, delle elezioni amministrative. Le foto del “bel (ex) presidente Mussari sono le uniche prove, a futura memoria, dell’affetto che il gruppo nutriva per l’adesso presidente Abi.Il Pd in tutta
Che la gestione Ceccuzzi abbia creato non pochi maldipancia al partito è un fatto risaputo. I vecchi contrasti, preso atto dei disastrosi risultati “gestionali” esterni al partito (Università, Comune, Provincia, Banca, Fondazione, Ospedale ecc), si sarebbero riaccesi e, malgrado l’investitura nobile del sindaco uscente da parte del presidente del Pd nazionale Rosy Bindi, una ricandidatura di quest’ultimo sarebbe digerita male della base (sulle antistoriche parole spese dalla deputata sul suo pupillo sorvoliamo). Paolo Mazzini, sostenuto dal gruppo di piddiini fedeli a Starnini, starebbe di nuovo pensando a candidarsi a ipotetiche primarie. L’ambizioso politico sarebbe visto di buon occhio anche da politici di sinistra non proprio facenti capo al Pd (anzi dall’ala dell’opposizione) ma che potrebbero sostenere una eventuale sua candidatura in una larga coalizione.
Giulio Carli, segretario comunale fino a settembre/ottobre, potrebbe rinunciare a ricoprire nuovamente questo incarico in vista di un eventuale assessorato e Mugnaioli, invece, fedelissimo di Ceccuzzi, potrebbe riprendere il suo posto istituzionale di fianco all’ex-sindaco. Come lo abbiamo visto in questi giorni, anche durante il Palio.
Un altro ben sostenuto dal ramo ceccuzziano del Pd sarebbe il professor Giuseppe Bonura, classe 1984 che, dopo aver fatto un passo indietro per la carica di segretario provinciale – lasciata al suo coetaneo Guicciardini – potrebbe ambire ad “altri lidi”.
Nessuna notizia, invece, dal neonato Partito dei Senesi. Dopo le voci di candidatura di Romolo Semplici a sindaco, alcuna voce si è levata da questo gruppo ancora non ben definito. A parte la vicinanza ad un attivo ed intraprendente Osservatorio Civico, questo “nuovo” manipolo di senesi pronti a scendere in campo ancora non si è presentato. E senza nomi, si parla di aria fritta.
E silenzio anche da parte del PdL che, con i suoi dissapori interni ancora non risolti, resta nell’ombra affrontando, di volta in volta, temi di attualità con tono poco dirompente, a tratti mite.
L’unica voce che si sente forte è quella del “consigliere sospeso” Enrico Tucci, che parla di sanità (il suo campo) e di crisi delle istituzioni a tutto campo e che proprio da queste pagine ha voluto lanciare l’appello alla nascita di una coalizione senza preclusioni ideologiche, senza simboli di partito che abbia come unico scopo la soluzione ai tanti problemi della città. Un appello, da quello che oggi si vede, caduto bellamente nel vuoto.
La Lega Nord resta a guardare cosa accade intorno. E’ una forza troppo debole in città per poter fare da aggregante. Può però dare il suo contributo ad una eventuale lista civica. “La nostra è una vocazione civica” ha detto una sera un esponente di rilievo del movimento, non escludendo l’ipotesi.
E mentre i senesi sono al mare (beati loro) il cda del Monte si scontra sulle nomine dei vertici delle associate del gruppo. Scontri su nomi, su ruoli… sempre all’ombra delle solite logiche; senza soluzione di continuità. Un fatto avvilente questo scarso se non nullo senso di rivolta dei senesi; questo accettare senza muovere un dito, quanto ancora accade nei palazzi assolati del centro.
Gli unici che paiono un tantino più “partecipi” sono proprio i dipendenti del Monte che – visto che sentono tremare la sedia – ogni tanto hanno un sussulto. Loro sì, i sindacati che li rappresentano, meno. Certo, perchè un giorno di sciopero (il venerdì, almeno cambiate giorno!) toglie ai dipendenti mentre alla banca fa un serenissimo baffo. Chissà cosa ne penserebbe Di Vittorio di queste “azioni di forza” proposte da gruppi di rappresentanti dei lavoratori che, fino ad oggi, non hanno dato un gran contributo costruttivo, e neppure di vigilanza, all’istituto bancario.
Qualcuno ha proposto di avanzare un’azione di responsabilità; di mobilitare i dipendenti per mettere in atto forme di sciopero più “invalidanti” per la banca… ma, anche qui, tutto è caduto nel vuoto. Pare che si scelga sempre la strada del “quieto vivere” come se, ad agire seguendo una nuova coscienza, si rischiasse quanto meno di essere presi per pazzi, di fare i Don Chisciotte!
Ci si indigna, bevendo un caffè, per la nomina di un indagato alla presidenza dell’Abi, o a quella del Monte, ma poi, usciti dal bar, ci si saluta amabilmente e si prosegue a capo chino, senza comprendere, pienamente, la grave crisi morale, oltre che economica (ma forse quest’ultima dipendente dalla prima), che attanaglia la città.
E l’intellighenzia senese (intesa come nell’Ottocento in Russia) guarda dall’alto, raggomitolata e inscheletrita sul suo Olimpo. Intenta a presentare questo o quel libro ma dimentica del suo ruolo di “stimolatrice” delle menti. Del resto, la fucina degli intellettuali, quella secolare università a pochi passi da Piazza del Campo, è annichilita da anni di controllo personalistico e scarsamente o per nulla rivolto alla “cultura” e allo sviluppo sano e “illuminato” dell’istituzione. Oggi, atterrata da un buco spaventoso, dal prepensionamento di una massa di docenti, da inchieste giudiziarie annose e non ancora chiuse, non può essere una colonna della riprese sociale, culturale e morale della città. Non ha i numeri e, soprattutto, neppure la reputazione per farlo. Proprio come la classe politica pascente in città.
In tutto questo quadretto a tinte fosche non restava che il Palio, anima intoccabile della città… e invece neppure. Per la prima volta in sei anni di onorato servizio, su Ilcittadinoonline.it sono arrivati commenti astiosi nei confronti di una organizzazione che fa acqua. Anche qui serpeggia il malumore per lo strapotere dei fantini e per la gestione poco trasparente della festa.
La speranza è sempre l’ultima a morire… e guardandoci intorno, di cose rimaste in piedi ne restano ben poche…
PS. Tra le cose che ancora non cedono – ma vacillano – c’è anche l’attività de Ilcittadinoonline.it. Non tutti l’hanno capito…
Quindi, facciamo un bell’appello: iscrivetevi all’associazione Red o sostenete comunque in modo fattivo l’informazione indipendente. La nostra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
