di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. La grande magia del Palio; la sua anima sorprendente che sceglie una contrada e la bacia per ben due volte dopo anni di “indifferenza”; la sua generosità nel regalare la visione di due cenci nel campo; la sua ironia che spinge i lupaioli a indossare il cappotto nella calda mattina del 17 agosto… non si può dire che questo scampolo di fine estate non abbia riservato ai senesi una serie di emozioni così travolgenti da far dimenticare per qualche giorno l’amarezza degli ultimi anni e la crisi in cui versa la città. Il Palio è anche questo: una comunità che, pur nei suoi diversi sentimenti riesce a ritrovarsi ed a condividere. E il senso più profondo del condividere del con-patire si è percepito, anche il 16 agosto, in quel silenzio della piazza solidificatosi nell’attesa dell’allineamento delle contrade alla mossa. Che passione! dicono i senesi. Alla rottura di quel silenzio ognuno è tornato a distinguersi dall’altro: ognuno perso dietro i propri colori, dietro il cavallo, la contrada, l’avversaria, il fantino… il suo personale e del tutto intimo modo di vivere la carriera. E il turbinio degli eventi ha riportato la frammentazione di pensiero e di intenti che è (quella sì) la normalità.
Un vero peccato, verrebbe da dire. Un peccato che, in quella piazza o meglio, da quella piazza, non si trovi il modo per rendere espliciti ed univoci altri sentimenti, ugualmente intensi, ugualmente condivisibili e così strettamente collegati alla senesità. La potenza di certi silenzi spaventa e saprebbe atterrire certi loschi figuri che ancora si aggirano in città con quella protervia tipica degli individui che hanno un briciolo di potere e non vivono che per nutrirlo ed accrescerlo, pur non avendo le capacità di gestirlo.
Banca Mps ha superato diversi e duri giorni di angoscia in attesa degli stress test e delle decisioni dell’Europa. Il possibilismo ha prima fatto salire il titolo poi l’ha fatto scendere, insieme agli altri titoli bancari italiani, presi di mira, indirettamente, da una sorta di sfiducia nei confronti del sistema bancario italiano. Si rincorrono voci indiscrete sul piano di rilancio della banca senese. “Le linee guida del nuovo piano industriale di Monte dei Paschi di Siena dovrebbero essere presentate al mercato entro metà settembre” scrive IlSole24 Ore. “Continuano a rincorrersi le voci di un ampliamento a 11 banche del consorzio di garanzia ed in particolare ci dovrebbero essere Mediobanca, Jp Morgan, la spagnola Santander, Bofa Merryl Linch, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Commerzbanck, Bbva e Jefferis”, così almeno scriveva l’altro giorno Economia e Finanza. E Santander torna, questa volta non prendendo ma, magari, dando una mano alla banca senese. Potremmo considerarlo uno scambio di favori, se non fossimo profondamente consapevoli che si tratta di ben altro: di quei giochetti di potere che hanno permesso che la banca più antica del mondo fosse spolpata fino all’osso (nel silenzio dell’intero sistema) per ragioni ancora tutte da chiarire e che adesso sono rivolti ad impedire che la stessa banca frani portandosi dietro quello stesso sistema… un crollo non proprio rassicurante perché, sotto le ceneri, potrebbero emergere segreti che qualcuno vuole tenere ben nascosti e che forse neppure la magistratura riuscirà a portare alla luce.
Più e più osservatori hanno però sottolineato come, con l’ennesimo aumento di capitale (ma ormai la strada era comunque segnata) la banca si allontanerà definitivamente da Siena, complice anche la Fondazione Mps incapace ed impossibilitata da scelte scellerate di fare da difensore degli interessi della città.
Interessante l’articolo apparso ieri su Il fatto quotidiano a firma di Davide Vecchi. Si torna a parlare di azioni di responsabilità contro l’ad Viola e contro l’ex presidente Profumo. Si parla di bilanci falsi, di derivati fatti passare per operazioni di titoli, di soci che hanno già presentato azioni di responsabilità (Coop Centro Italia in testa), di posizione ambigua (se non compromessa) del Governo in quanto socio della banca… E, per chiudere il quadro, proprio oggi, su La Repubblica.it, un articolo a firma di Andrea Greco, annuncia che proprio l’ad Viola e l’ex presidente Profumo sarebbero indagati a Milano per falso in bilancio. Proprio come diceva l’azionista Giuseppe Bivona durante l’ultima assemblea dei soci della banca senese (e non solo in quella), praticamente inascoltato, non solo dagli altri soci ma dallo stesso Governo, azionista di peso della banca con il Tesoro. Bivona, in quella sede, chiese di far partire un’azione di responsabilità nei confronti dei due manager, per palese “ritocco” dei bilanci. Lettera morta… in quel momento… oggi le cose sono cambiate, almeno in parte.
La cultura vive un momento di forte stasi. Nulla emerge di buono per il futuro del Santa Maria della Scala e la vicenda di Opera Laboratori Fiorentini e dell’Opera Metropolitana-Fabbriceria del Duomo, dei dipendenti sul piede di guerra e degli esposti per vederci chiaro sulla vicenda, la dice lunga su una gestione poco accorta (e poco votata al bene della città) del patrimonio storico, artistico e architettonico della città del Palio.
Tutto è perduto ma Siena pare non accorgersene. Non si è sollevata l’indignazione e neppure si è dato spazio a quel silenzio palpabile della piazza gremita. I responsabili si conoscono (se non tutti, quasi) ma c’è ancora un timore reverenziale, una complicità, addirittura un colpevole desiderio di dimenticare tutto per ragioni che francamente non si comprendono. “Quel che è stato, è stato”, si sente dire, come se fosse colpa di un destino cinico e baro. E allora, il silenzio – che dovrebbe spaventare per il suo peso opprimente – è solo un bisbiglio che sale dai bar, dagli uffici e dalle case e che non cresce nella rabbia e neppure si solleva sulle labbra di chi sa, di chi c’era e ha visto, di chi avrebbe idee per cambiare le cose e potrebbe metterle al servizio di tutti ma non lo fa per paura di quel “sistema Siena” che ancora esiste e che nutre una società ancora stretta in legacci vecchi e putridi in logiche stantie e tutt’altro che votate alla collettività.
La politica, vista ormai come il male assoluto (sbagliando, perché non è la politica ma certi politici a rappresentare, spesso, il male assoluto), è rimasta al palo. Nessun rinnovamento, nessun moto di “rottamazione”. Mentre Renzi e lo stesso Rossi (che pure dovrebbe sapere) parlano di responsabilità della politica di stampo Pd (locale e nazionale) sulle vicende Mps, a Siena i circoli, le assemblee, i direttivi non hanno sfornato nulla di costruttivo per il futuro e di “distruttivo” nei confronti del passato. Un’azione non poteva prescindere dall’altra e non è ancora chiaro se si è stati incapaci di immaginare un futuro diverso o se si è stati complici del passato e quindi impossibilitati a “ripulire”… forse entrambe le cose, in effetti….
Il sindaco Valentini, primo rottamatore senese, ha abdicato subito alle promesse fatte durante le primarie e poi in campagna elettorale. Il suo mandato è stato, fino ad oggi, poco efficace e caratterizzato da tanto tanto fumo e poco arrosto. Sempre in equilibrio tra gli interessi del partito, i ricatti interni, la mancanza di una propria strategia amministrativa lucida e coraggiosa, il primo cittadino non ha impresso la svolta alla cultura politica senese. La questione morale, così impellente e mai risolta a Siena, con lui ha mantenuto le caratteristiche preesistenti. E, dalle voci ben informate che circolano, pare che egli non sia per nulla disposto a chiudere la sua esperienza amministrativa alla fine di questo mandato. Si starebbe preparando ad una nuova candidatura da sindaco di Siena, magari rivendendosi nuovamente come “rivoluzionario” (?). Fatto davvero sorprendente. C’è chi, ovviamente, sta lavorando all’alternativa. Anna Ferretti, dice qualcuno, che potrebbe essere il candidato per una coalizione di centro sinistra, Pd in testa.
All’opposizione qualcosa si muove ma quello che manca davvero sono i nomi dei candidati. Circola, in effetti, qualche nome tra i non politici (per questo non facciamo nomi). Gente alla Eugenio Neri, mai entrati in politica e mai ricoperto incarichi amministrativi.
Saranno interessanti, per questo ribollire ancora incerti e poco prolifico, i prossimi mesi.
Adesso ancora risuonano i canti dei contradaioli. Si pensa alle cene della vittoria, ai cortei, ai cenci da far sfilare per le vie della città… Siena si autocelebra attraverso i colori e i suoni della sua più antica tradizione e chissà che, da queste emozioni condivise e così profonde, non possa nascere qualche buona idea per il futuro…
