...troveresti sempre qualcuno che ti spegne
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. “Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,/infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio./Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,/buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;/godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura/e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l’ ignoranza dei primi della classe. /Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna. /Gli orpelli? L’arrivismo? All’amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,/io non perdono, non perdono e tocco!” (Francesco Guccini).
Sono passati pochi giorni, una manciata in verità, da quel sabato delle primarie del Pd. Una serata di grande euforia per alcuni, di turbamento per altri. Da quella sera si è dato il via alla campagna elettorale vera e propria. E non stiamo parlando di una tornata di amministrative qualsiasi, ma di un momento decisivo per i senesi. Un’occasione per lanciare un segnale alla politica nazionale e, soprattutto, per cercare con la opportuna consapevolezza, di dare un contributo concreto, onesto, deciso, alla necessaria ricostruzione di una città piegata – e piagata – da anni di malagestione.
Abbiamo assistito alla nascita di ciascuna candidatura e di ogni lista a sostegno. Abbiamo, per svariate ragioni, vissuto quello che da molti è stato definito lo “psicodramma” del Partito Democratico. Abbiamo letto le dirompenti critiche di Bruno Valentini ai vertici del suo partito, reo di un passato molto più che oscuro, di un modus operandi moralmente riprovevole, causa ed effetto di una degenerazione del tessuto sociale cittadino che ancora oggi appare visibile, tangibile. Parliamo, per indenderci, di quella rete di interessi, clientele, scambi di favori e di prebende, ricatti, paura, ritorsioni che viene definito con un utile imbellettamento “sistema Siena”. Una definizione che trova concordi tutti i candidati sindaco di questa tornata che, così facendo, ne riconoscono l’esistenza e, di conseguenza, si pongono come paladini della “questione morale”.
“La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci ladri, corrotti, concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, denunciarli, metterli in galera. La questione morale, nell’Italia di oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti, con la guerra per bande, con la concezione della politica e con i metodi di governo. Ecco perchè dico che la questione morale è il centro del problema italiano”. Enrico Berlinguer – luglio 1981. Pare scritta oggi, pensando a Siena.
Avendo un uomo di sinistra come “faro” in questa notte buia, indosso volentieri le vesti della “peggiore giornalista” come definisce il candidato sindaco Valentini, quelli che hanno raccontato Siena per quello che è diventata senza tema di essere smentiti (anzi, con quel leggero tocco di superficialità di chi racconta una storia senza averla davvero vissuta ma pur sempre ascoltata e fatta propria) e mi permetto la libertà di critica che pure ancora vige.
Ma chi ha spento l’incendio che infuriava nell’animo di Bruno Valentini? Chi gli ha placato, improvvisamente, lo spirito, inducendolo a così miti consigli da non fargli più sentire quel vento di “rivoluzione” che avrebbe fatto cambiare “musica e suonatori”?
Quando, il 3 maggio scorso, sulle pagine di Fb abbiamo scoperto la lettera aperta agli elettori dell’ex sindaco Franco Ceccuzzi, ci si è gelato il sangue nelle vene. Il convitato di pietra aveva lanciato il suo “strale” all’avversario politico. Passino le schermaglie interne al partito; passi quel totale disinteresse alla campagna elettorale messo in atto dall’apparato (e totalmente sulle spalle dei sienacambisti del Pd) che pensa solo ai pochi candidati filoceccuzziani; passino pure quei nomi impresentabili nella lista del Pd; passino quei voltagabbana che ieri erano pappa e ciccia con la Casta e che oggi hanno improvvisamente capito che il giusto e il buono è proprio dall’altra parte delle barricate e, infine, passino quelle voci sulla lista 53100 e sui voti disgiunti… ma quella lettera, dal buonismo smarcatamente fasullo, quell’appoggio da “bacio di Giuda” prima del tradimento… proprio non si poteva sopportare!
Non avevamo fatto in tempo a riprenderci dalla sorpresa che, sul profilo del Valentini appare quello che non avremmo mai voluto leggere:
“Ho letto un appello forte e chiaro di Franco Ceccuzzi per il voto al PD alle prossime elezioni comunali e quindi anche per me che sono il candidato sindaco del PD e del centrosinistra. Per il Partito Democratico, senese e nazionale, che ha fatto delle primarie la propria carta di identità, non poteva essere altrimenti. Così è stato anche fra Bersani e Renzi. Sbaglia Fiorino Iantorno a rimanere attardato alla polemica antecedente alle primarie, perché se io avessi perduto il confronto con Mugnaioli (oppure, se ne avessi avuto la chance, con Ceccuzzi), avrei fatto lo stesso. Ho anche chiesto ad Alessandro Mugnaioli di affiancarmi in alcune iniziative elettorali su temi dove lui ha esperienza, come ad esempio il turismo. Gli altri candidati sindaco sono invece il frutto di processi ristretti ed al loro interno hanno situazioni di grande litigiosità. Scommetto una nocciolina contro un pranzo al ristorante che entro un anno il cartello elettorale che è dietro Eugenio Neri si dividerà, dopo aver perduto Falorni e la sua Lista Civica pochi giorni prima della presentazione delle liste elettorali. Io sto invece portando avanti una politica di allargamento del centrosinistra e di alleanza con la parte più responsabile del voto moderato, che passa attraverso un rafforzamento del PD, in controtendenza con quanto accade su scala nazionale. E’ la missione che mi sono dato, dopo l’amarissima lezione della rottura della maggioranza al Comune”.
Polemica antecedente le primarie? Caspita! E noi che pensavamo si trattasse di molto più che una polemicuccia per chi doveva candidarsi a fare cosa e con che modalità… e noi, poveri illusi, che pensavamo che ci fosse molto ma molto di più. Noi, in effetti, avevamo capito che era in atto uno scontro interno al partito tra un vecchio – e immorale – modo di fare politica ( quel tal “sistema Siena”) ed un nuovo modo di intendere la politica (trasparente, partecipativo, “non sistemico”). In questa ottica mai e poi mai avremmo voluto assistere ad una “politica di allargamento del centrosinistra”. Neppure per scherzo o per una mera convenienza elettorale avremmo voluto vedere il vecchio e il nuovo vicini perchè noi, che di politica non ci capiamo nulla, non vedevamo in Ceccuzzi e Valentini due leader di correnti interne ad un partito, ma due antagonisti intimamente divisi e incidentalmente accomunati da una tessera. Avevamo capito che, almeno all’interno del partito, le responsabilità politiche e morali (di quelle giudiziarie si occupa la Magistratura) fossero chiare. Talmente chiare che si volesse totalmente cambiare registro, allontanando i responsabili e dando nuova linfa e nuova credibilità ad un movimento che definire “compromesso” sarebbe un eufemismo. Avevamo capito che la gestione “personalistica” del Pd era stata spazzata via da un moto liberatorio fatto di persone perbene, che avevano trovato il coraggio di opporti al dittatore, al potere interno (economico e consociativo) e agli yes man che lo attorniavano.
Adesso, alla luce di queste pacche sulle spalle, di queste strette di mano “telematiche” (non si sa quanto vere e quanto di facciata) proviamo un certo disagio fisico paragonabile a quello che si prova in aereo in presenza di forti turbolenze. Un disagio che era iniziato al momento delle finte dimissioni di Carli dalla guida dell’unione comunale…
Adesso è il momento delle proposte, delle soluzioni ai problemi di Siena: Comune, università, banca, fondazione, sanità, ospedale, urbanistica, turismo, casa, scuola…
E’ il momento dei volantinaggi, delle belle parole, dei santini trovati nelle cassette della posta, dei sondaggi pagati dai partiti, degli attacchi (alcuni gratuiti altri sacrosanti) agli avversari politici e questo teatrino, che durerà una ventina di giorni, farà passare in secondo piano la “questione morale”. Chi la solleverà, chi accennerà agli inciuci, ai magheggi per ristabilire lo status quo, chi farà notare che la musica cambia ma a suonarla sono sempre gli stessi (quindi la musica cambia poco) , chi porrà all’attenzione dei senesi le incongruenze (o meglio le assonanze e le “sorprendenti” coincidenze) verrà tacciato di disfattismo, guardato con rancore, cancellato dalle amicizie di Fb, deriso, ridicolizzato o bellamente ignorato (e questo è un vero privilegio, perchè vuol dire che sei davvero ritenuto pericoloso).
E’ il momento dei volantinaggi, delle belle parole, dei santini trovati nelle cassette della posta, dei sondaggi pagati dai partiti, degli attacchi (alcuni gratuiti altri sacrosanti) agli avversari politici e questo teatrino, che durerà una ventina di giorni, farà passare in secondo piano la “questione morale”. Chi la solleverà, chi accennerà agli inciuci, ai magheggi per ristabilire lo status quo, chi farà notare che la musica cambia ma a suonarla sono sempre gli stessi (quindi la musica cambia poco) , chi porrà all’attenzione dei senesi le incongruenze (o meglio le assonanze e le “sorprendenti” coincidenze) verrà tacciato di disfattismo, guardato con rancore, cancellato dalle amicizie di Fb, deriso, ridicolizzato o bellamente ignorato (e questo è un vero privilegio, perchè vuol dire che sei davvero ritenuto pericoloso).
I soliti nomi punteranno sul cavallo vincente, si riposizioneranno e torneranno a fare il bello e il cattivo tempo a fine elezioni, sottobraccio al vincitore, con lo sguardo tronfio di chi – anche questa volta – ha saputo guardare lontano, garantendo benessere alla sua famiglia e al suo buon nome.
E chi ha fatto l’opposizione la farà anche dopo (non si parla solo di politici) mosso da quella speranza, sempre più flebile, che qualcosa stia cambiando, che la gente stia arrivano a prendere consapevolezza delle cose.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E chi ha fatto l’opposizione la farà anche dopo (non si parla solo di politici) mosso da quella speranza, sempre più flebile, che qualcosa stia cambiando, che la gente stia arrivano a prendere consapevolezza delle cose.
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