Nell'attesa dell'esito delle primarie, i candidati sindaco crescono. In tutti i sensi
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Ma quando finisce questo film? Una trama talmente surreale che potrebbe essere firmata da Tarantino. Ad un mese dall’election day a Siena pare che i cervelli abbiano deciso di emigrare in massa, anticipando le vacanze estive.
I cervelli dei politici locali avevano fatto le valige già da qualche tempo. Almeno gli indizi portano a pensare questo. Enumeriamoli, tanto per rimettere in ordine le idee. La pantomima delle “primarie si, primarie no”; il dramma dell’elenco dei “nomi dall’alto profilo”; le donne dell’Udi e l’ultimatum ai “maschi” con quella aspirante sindaco “unta dal Signore”; il numero crescente di candidati sindaco; la frammentazione spropositata dell’opposizione ad un Pd mai così debole come in questa tornata… E poi l’indizio decisivo: quel rimbalzare di responsabilità e di “accuse di aggrovigliamento” – senza alcun mea culpa nè indicazione di nomi e cognomi di colpevoli – tra le due anime dei democratici in campo che francamente sconcerta e confonde le menti più solide!
Ma, se qualcuno vuole una ulteriore “pezza d’appoggio” suggeriamo la lettura dell’intervista all’ex sindaco Maurizio Cenni. Lui, primo cittadino per dieci decisivi anni della vita senese che parla di Comune come difensore delle istituzioni cittadine… a pronunciarsi è proprio quell’ex primo cittadino dopo il quale ci siamo trovati a raccattare con la paletta del mare i pezzi piccoli piccoli delle istituzioni da lui “difese”… da far venire il malditesta!
Qui delle due l’una: o non c’è ritegno e pudore oppure si crede di poter fare e dire qualsiasi cosa: tanto chi ascolta è abituato a bersi ogni tipo di delirio. E, quest’ultima affermazione, per quanto scartata di primo acchito, poi appare paurosamente verosimile. Un popolo che si beve per anni i bilanci “ritoccati” della sua banca (essendo composto in buona parte da bancari), che continua a votare Pd malgrado la lottizzazione del potere di uno sconcertante monocolore e malgrado i primi segni evidenti della decadenza e della malagestione delle istituzioni – università e ospedale in primis – in quale altro modo potremmo giustificarlo?
Oggi, a poche ore dall’apertura dei seggi per le tanto agognate primarie, ci troviamo davanti un Alessandro Mugnaioli che attraverso la Farnetani manda a dire a Valentini che è lui l’uomo del passato, della continuità. L’alibi: l’appoggio (‘pare) a quest’ultimo dell’associazione Confronti, di derivazione monaciana.Da quel Mugnaioli dagli occhi chiari, avremmo voluto una campagna per le primarie sì, di rincorsa, ma con un taglio netto rispetto al passato… ma questo non poteva essere. Oggettivamente, proprio no. Lui, erede di Franco Ceccuzzi e da lui designato a succedergli, come avrebbe potuto smarcarsi dall’apparato ancora dannatamente ostinato a non ammettere gli errori commessi e a non additare ed allontanare i responsabili politici del “disastro Siena”? Dopo l’ammorbante ritornello dei “dissidenti” colpevoli di aver fatto commissariare il Comune (pure la Farnetani ci casca in questo refrain dopo le comunicazioni della Corte dei Conti…), adesso si tenta di colpire l’avversario Valentini mettendogli vicino il nemico Monaci.
Peccato: si è persa l’occasione per “cambiare disco”. Eppure, ad uno degli incontri del Valentini ai Mutilati, c’erano personaggi inquietanti che si sarebbero potuti citare per far venire qualche dubbio circa la “finta discontinuità” del leader di Siena cambia. Certo, tutti ancora tenacetemente Pd, di matrice berlingueriana… difficile attaccarli per l’apparato del partito, anche solo dicendo che si tratta di legami con il “passato” (sebbene il fatto sia ineccepibile).
Valentini continua, invece, ad attaccare il “sistema Pd” dall’interno, chiedendo un sostegno per “cambiare musica e suonatori”. Sulla tattica “se non puoi batterlo imposta l’alleanza, messa in atto da alcuni “furbi saltafossi” il candidato “di rottura” alle primarie, sospende il giudizio e rassicura i suoi (quelli che davvero muovono per il cambiamento) in merito alla sua totale autonomia dalle correnti “dei dinosauri” della politica locale.
Vedremo domani, dalle affluenze e dal giudizio delle urne, cosa avranno deciso, in coscienza, i senesi.
Dalla parte dell’opposizione, invece, la pluralità (pure troppa) regna sovrana.
Laura Vigni, baluardo della sinistra senese, vede rafforzati i suoi consensi. A parte Bastardo Senza Gloria, segnaliamo l’adesione dello stimato professor Pietro Clemente. Una coerente campagna elettorale seguita ad una bella presenza in Consiglio Comunale, anche se per un solo anno.
Maurizio Montigiani, l’attivissimo rappresentante della Lega Nord e candidato a sindaco, ha fatto un passo indietro in favore del nuovo candidato Marco Falorni, leader di Impegno per Siena. Non ci sarà il simbolo della Lega Nord alle prossime elezioni. Una decisione presa per il bene di Siena in favore di una lista civica non nata all’ombra di queste “confuse” elezioni ma che ha già una storia di quelle limpide ed inattacabili. Da anni strenuo oppositore del “sistema Siena” – con atti concreti, tutti registrati in Tribunale – con Francesco Giusti, ha deciso di andare a rafforzare un’altra “scelta” difficile ma obbligata da una esigenza di non compromesso quale è stata quella presa da Falorni. Accomunati da una pari equidistanza dal “groviglio armonioso” si troveranno a comporre una lista unica da presentare agli elettori, che ha già fatto registrare numerosi consensi.
Il dottor Tucci ed il dottor Neri proseguono sulla strada intrapresa. La loro campagna elettorale è consolidata e, nelle ore scorse, è stata ufficialmente presentata con tanto di programma e di alleanze. I due medici pronti a conquistare il massimo scranno cittadino hanno dimostrato di avere il piglio deciso degli oppositori, superando le difficoltà derivate da una coalizione a volte troppo facilmente attaccabile (soprattutto nel caso del secondo).
La notizia di ieri è che anche l’associazione 53100 ha un suo candidato. Tale Alessandro Corsini. Sull’associazione, che non risulta tra le compagini più amate dalla città, diciamo solo che non se ne sentiva l’esigenza.
Poi c’è Marzucchi per Siena Futura… e siamo in attesa di nuovi candidati da parte di partiti e movimenti al momento “in attesa” di conoscere l’esito delle primarie. La corsa ad avere un proprio uomo in lizza non si può dire conclusa.
Al di là della valutazione sugli uomini e le donne in campo, la riflessione è una: tutto questo schieramento di forze, forse destinate a fallire (tutte) cui prodest? Chi indovina questa, forse, ha tolto il velo dalla realtà virtuale ed è arrivato a “decodificare” la matrix.
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