Un gioco di società per niente divertente
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Se fossimo a sedere intorno ad un tavolo, o su un social, impegnati in uno di quei giochi di società che stimolano alla risoluzione di un “mistero” potremmo sintetizzare con una certa dose di ironia (condita da quattro risate tra amici) gli indizi fin qui raccolti nella ancora oscura vicenda Mps. Primo indizio: una banca tra le più solide e ricche d’Europa che finisce gradualmente ma inesorabilmente nelle mani di una classe politica rampante e senza scrupoli. Secondo indizio: una rete di conoscenze e rapporti tra i protagonisti della politica che si allarga da Siena fino al centro del potere nazionale e anche oltre. Terzo indizio: i favori che sottostanno e che in qualche modo “rafforzano” le relazioni succitate. Quarto indizio: una operazione di acquisizione impossibile da giustificare semplicemente come un “affare” andato male. Quinto indizio: la sparizione di un enorme patrimonio nel giro di pochissimi anni. Sesto indizio: la magistratura che indaga… tra interrogatori resi noti e omissis che mettono i brividi. Settimo indizio: i nomi emersi dalle carte delle inchieste non si scompongono, non raccontano, non commentano. In compenso sono ancora tutti sulla cresta dell’onda, come se, aver contribuito ad uno dei più grossi disastri finanziari della storia d’Europa abbia prodotto loro un certo qual giovamento; come se questa loro presenza più o meno velata, più o meno incisiva, abbia fatto una certa massa nel curriculum. E la cosa potrebbe non essere casuale.
Il “mistero” è ancora lontano dall’essere risolto. Diciamo pure, con l’auspicio di essere smentite in qualsivoglia momento, che il reato non si può dire portato a definitivo compimento. Se è vero che il destino della banca Mps è ancora spaventosamente in bilico, progressivamente sempre più lontano dal destino della città.
Le novità (!) degli ultimi giorni parlano di un Giuseppe Mussari che si è dato all’arte culinaria. Certo, che Siena l’ha cucinata per benino. Ci rincuora saperlo tranquillo dopo che, negli ultimi anni, la sua vita è stata un vero inferno! Telefono rovente, continue richieste, appuntamenti a Roma o a Siena ma sempre con i componenti gotha della politica e dell’economia italiane che, certamente, non si facevano vivi per fare un salutino amichevole! Lui, a capo di una cassaforte tremendamente allettante, con poche nozioni di economia ma, in compenso, con una bella gavetta nella politica del “ma certo” o dell'”immediatamente” al fine esclusivo di rafforzare le relazioni utili. Se io ti do il mio appoggio alla carica di presidente Abi, tu mi sostieni, con i soldi del Monte Paschi ovviamente, il torneo del Tennis Club di Orbetello. Questo, fuori dal virgolettato perchè non così esplicito ma pure chiaro nel concetto, era quanto si è sentito dire l’allora presidente Mussari da Giuliano Amato. Sì, proprio quel Giuliano Amato che qualche giorno fa si è visto nominare nella Corte Costituzionale dal presidente Napolitano. E Mussari non si lascia pregare.
Un episodio simile accade e viene riportato dalle intercettazioni tra il nostro vessato (!) ex-presidente e Gianni Letta. Quest’ultimo chiede se sia possibile “concedere al Teatro Biondo di Palermo un extrafido di 1.5 miliardi di euro garantito da finanziamenti assicurati dalla Regione e dal Comune”. E Mussari che fa? Ovviamente si prodiga senza riserve. Letta si è trovato così bene a Siena che ci è rimasto, tenendo un piede nella banca, attraverso un membro del cda e uno nella Fondazione Mps con il deputato generale Antonio Paolucci con cui ha in comune la società Civita Group, a cui fa capo Opera Laboratori Fiorentini che gestisce praticamente quasi tutto il patrimonio artistico senese.
Ma non mancano altri personaggi all’appello: da Fassino a Renzi, da Berlusconi in persona alla Santanchè, da Bassanini a D’Alema… insomma, una serie di relazioni bipartisan, all’ombra di un cappello di soldi che facevano troppo gola per essere considerati esclusivamente in una ottica di sviluppo aziendale e, di conseguenza, sociale, territoriale…
Nei bei tempi della favola della “banca etica”, Mps faceva da scenario alla più classica delle storie italiane: quelle denunciate da film come “Le mani sulla città”, tanto derise dentro e fuori da territorio italiano, degne delle barzellette più saporite sulla corruzione e sulla facile furbizia dell’italico popolo del secondo Novecento.
Gli scandali si susseguono – quasi tutti con alle spalle la distruzione di un bene collettivo o privato – ma gli italiani paiono non voler comprendere e restano a guardare, annichiliti dalla teatrale sfacciataggine dei soliti noti, sempre quelli, continuamente in movimento tra belle parole e grandi manovre sotterranee. I senesi non si distinguono dal resto del popolo “inconsapevole”.
Solo che questa inconsapevolezza, francamente, è inspiegabile. Fiumi di inchiostro sono stati versati per raccontare, seguire, addirittura anticipare, le vicende legate alla banca. Senza considerare che la maggior parte della popolazione senese aveva notizie di prima mano arrivate da un parente “dipendente o ex dipendente del Monte”. Eppure, quasi come in una favola in cui il sonno delle menti viene imposto da un maleficio, la letargia prosegue e sono sempre troppo pochi quelli che aprono gli occhi e, senza cercare appigli o giustificazioni di sorta, trovano il coraggio di guardare la verità (tutta) dritto negli occhi.
In queste ore il vicedirettore di Tg5 è di nuovo a Siena per parlare della banca. Pare saranno diversi politici di fama nazionale ad essere “intervistati” sulle recenti vicende, in onore del nuovo filone di inchiesta che vede sotto i riflettori i rapporti della banca con la politica (ovvero la scoperta dell’acqua calda!). Il servizio pare andrà poi in onda sabato (21 settembre). Staremo a vedere cosa ne verrà fuori.
Intanto noi aspettiamo, pazienti, quello che accadrà domani (17 settembre) tra i gruppi consiliari in Comune. Dovranno essere nominati i presidenti delle Commissioni Consiliari. Si fa il nome di Carolina Persi per la Commissione assetto del territorio. Per quella della Sanità, dopo la protesta della Sabatini (in quota Monaci all’interno di Siena Cambia), che si è autocandidata, e la reazione decisamente sopra le righe del capogruppo Di Renzone, si aspetta di capire su chi sia stato trovato l’accordo. L’assemblea fissata per giovedì (19 settembre) dall’associazione nata in sostegno della candidatura alle primarie del Pd di Bruno Valentini dovrebbe fissare dei paletti ben piantati sul prossimo operato, non solo del gruppo consiliare ma dello stesso sindaco che, sbadatamente, non ha tenuto conto delle indicazioni degli uomini e delle donne che lo hanno sostenuto fino ad oggi. A vantaggio della vecchia dirigenza del Pd. Quella che, negli ultimi 20 anni, ha fatto il bello e cattivo tempo (spesso purtroppo cattivo) in città.
E poi, il 24 settembre, il cda della Banca Mps dovrebbe approvare il piano di rilancio – molto più che lacrime e sangue – che dovrebbe portare definitivamente alla lenta risalita dal baratro. Oppure verso la nazionalizzazione.
Infine, dobbiamo ancora capire come il sindaco intende trattare la questione del bilancio comunale in crisi e la vicenda della relazione ministeriale, quella rimasta nascosta a tutti da luglio a settembre. Con buona pace della tanto sbandierata trasparenza, del Comune come una casa di vetro e proclami simili.
Un fine settembre movimentato, sotto tensione. Eppure, possiamo dirlo, senza grosse sorprese all’orizzonte. Allo stato attuale, nulla lascia intendere che il potere sia stato scalfito, se non in una minima parte, quella “spendibile”.
Rassegnarsi a registrare quanto accade, a volte, può essere frustrante. Vivere questa frustrazione, lucidamente, può essere sfibrante… Ma forse, escludere la rassegnazione per intraprendere una sempre più consapevole resistenza morale, accompagnandola con il coraggio della partecipazione attiva, renderebbe tutto meno frustrante… addirittura sfiorando una certa gratificazione!
Gli scandali si susseguono – quasi tutti con alle spalle la distruzione di un bene collettivo o privato – ma gli italiani paiono non voler comprendere e restano a guardare, annichiliti dalla teatrale sfacciataggine dei soliti noti, sempre quelli, continuamente in movimento tra belle parole e grandi manovre sotterranee. I senesi non si distinguono dal resto del popolo “inconsapevole”.
Solo che questa inconsapevolezza, francamente, è inspiegabile. Fiumi di inchiostro sono stati versati per raccontare, seguire, addirittura anticipare, le vicende legate alla banca. Senza considerare che la maggior parte della popolazione senese aveva notizie di prima mano arrivate da un parente “dipendente o ex dipendente del Monte”. Eppure, quasi come in una favola in cui il sonno delle menti viene imposto da un maleficio, la letargia prosegue e sono sempre troppo pochi quelli che aprono gli occhi e, senza cercare appigli o giustificazioni di sorta, trovano il coraggio di guardare la verità (tutta) dritto negli occhi.
In queste ore il vicedirettore di Tg5 è di nuovo a Siena per parlare della banca. Pare saranno diversi politici di fama nazionale ad essere “intervistati” sulle recenti vicende, in onore del nuovo filone di inchiesta che vede sotto i riflettori i rapporti della banca con la politica (ovvero la scoperta dell’acqua calda!). Il servizio pare andrà poi in onda sabato (21 settembre). Staremo a vedere cosa ne verrà fuori.
Intanto noi aspettiamo, pazienti, quello che accadrà domani (17 settembre) tra i gruppi consiliari in Comune. Dovranno essere nominati i presidenti delle Commissioni Consiliari. Si fa il nome di Carolina Persi per la Commissione assetto del territorio. Per quella della Sanità, dopo la protesta della Sabatini (in quota Monaci all’interno di Siena Cambia), che si è autocandidata, e la reazione decisamente sopra le righe del capogruppo Di Renzone, si aspetta di capire su chi sia stato trovato l’accordo. L’assemblea fissata per giovedì (19 settembre) dall’associazione nata in sostegno della candidatura alle primarie del Pd di Bruno Valentini dovrebbe fissare dei paletti ben piantati sul prossimo operato, non solo del gruppo consiliare ma dello stesso sindaco che, sbadatamente, non ha tenuto conto delle indicazioni degli uomini e delle donne che lo hanno sostenuto fino ad oggi. A vantaggio della vecchia dirigenza del Pd. Quella che, negli ultimi 20 anni, ha fatto il bello e cattivo tempo (spesso purtroppo cattivo) in città.
E poi, il 24 settembre, il cda della Banca Mps dovrebbe approvare il piano di rilancio – molto più che lacrime e sangue – che dovrebbe portare definitivamente alla lenta risalita dal baratro. Oppure verso la nazionalizzazione.
Infine, dobbiamo ancora capire come il sindaco intende trattare la questione del bilancio comunale in crisi e la vicenda della relazione ministeriale, quella rimasta nascosta a tutti da luglio a settembre. Con buona pace della tanto sbandierata trasparenza, del Comune come una casa di vetro e proclami simili.
Un fine settembre movimentato, sotto tensione. Eppure, possiamo dirlo, senza grosse sorprese all’orizzonte. Allo stato attuale, nulla lascia intendere che il potere sia stato scalfito, se non in una minima parte, quella “spendibile”.
Rassegnarsi a registrare quanto accade, a volte, può essere frustrante. Vivere questa frustrazione, lucidamente, può essere sfibrante… Ma forse, escludere la rassegnazione per intraprendere una sempre più consapevole resistenza morale, accompagnandola con il coraggio della partecipazione attiva, renderebbe tutto meno frustrante… addirittura sfiorando una certa gratificazione!