La politica disconosce la banca... e nessuno, compresi gli organi di vigilanza, sapeva
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Monte dei fiaschi di Siena… anzi no… dei pazzi… macchè… dei pacchi…
La banca più antica del mondo messa alla berlina da arguti giornalisti abituati a giocare con le parole. Bravi, certo. Ma non tanto bravi quanto i politici che, in queste ultime ore si sono letteralmente arrampicati sugli specchi nel tentativo di togliersi dalle mani una patata bollente poco succulenta e poco appetibile. In barba all’evidenza dei fatti, nel Pd si cerca di intortare la gente con giri di parole da equilibristi abili (neppure al mirabolante Circque du soleil). Uno scandalo di queste proporzioni, che ha investito il pluriex presidente Mussari, ha messo in moto una valanga di collegamenti che porta dritta dritta a Roma. A quelle “segrete stanze” dell’allora Partito Comunista poi diventato di tutto, fino ad arrivare al recente Pd.
La palese realtà – da sempre spregiudicata quanto anomala – della politica nella banca senese, è stata rigettata da Massimo D’Alema (quello che a Siena si è visto spesso a braccetto con i vertici del partito locale prima, durante e dopo le elezioni), che,contro ogni evidenza, ha detto che “Il Pd non si è mai occupato del Monte dei Paschi. Il sindaco non è il PD, è eletto dal popolo, è un’istituzione, non c’è nulla di scandaloso e strabiliante”. E, tra i sindaci, quale fulgido esempio di buona amministrazione ha indicato l’ex sindaco Ceccuzzi… “il sindaco Ceccuzzi è stato quello che ha chiesto oltre un anno fa un ricambio totale al vertice della banca e lo ha fatto anche sfidando alle resistenze che lo hanno portato alle dimissioni. Sono i fatti, non vedo perché ci si debba arrabbiare”.
Caro onorevole D’Alema, non è Lei infatti, a doversi arrabbiare… qui c’è un’intera città “arrabbiata” e, se non Le basta, c’è un’intera “azienda – banca” ad aver perso le staffe… quantomeno per rispetto di queste, si sarebbe dovuto accontentare di un laconico “no comment”. Sarebbe stato molto meglio.
A Siena lo sanno tutti come stanno le cose. Lo sapeva anche Renzi quando, durante la campagna elettorale, fece il nome di Bersani e D’Alema come coloro che dovevano occuparsi della questione “Monte dei Paschi”… Forse non lo sapeva Fassina ma certo avrà avuto il tempo per informarsi prima di esternare a Repubblica.
E lo sapeva, meglio di altri (o forse anche no) pure l’ex presidente Mussari che oggi appare come una nave in balia delle onde e prossima ad affondare se è vero, come è vero, che i topi stanno facendo a cazzotti tra di loro per abbandonarla il più in fretta possibile. Goffi tentativi di affossamento di quanto realmente accaduto all’ombra della Rocca. Dal fattaccio di Antonveneta a scendere – derivati e documenti nascosti a seguire – la banca più antica del mondo è stata in balia di una dirigenza più dedita al proprio interesse ed a quello di una lobby di potere che rivolta al benessere ed alla crescita sana della banca. E sarebbe una ben magra consolazione se si scoprisse che non è stata solo Mps ad essere gestita in questo modo.
Sul caso Mps “ci sono delle responsabilità evidenti di chi ha governato la città di Siena”, c’é una “responsabilità della politica”. Lo ha detto Matteo Renzi a ‘Le invasioni barbariche’. Se qualcuno non lo avesse capito, dentro il Pd le idee sono poco chiare. O, semplicemente, qualcuno parla e qualcuno parla a sproposito.
Ma, mentre la politica si smarca da Mussari lasciando il “banchiere a sua insaputa” sulla graticola di diversi procedimenti penali e di una carriera in bilico, la banca resta sotto i riflettori di una inclemente pubblicità.
Una conferenza stampaè stata fissata dal candidato Ceccuzzi per parlare di Mps. Lui che certamente sa molte più cose sulla banca di quante ne potrebbe sapere lo stesso Alessandro Profumo. Lui, che accompagnava Mussari alle cene con Amato sulla bella costiera amalfitana, che ha fatto da testimone alle nozze dell’ex presidente, che ancora oggi non osa pronunciare il suo nome, lui che – diversamente da come dice D’Alema – non ha discontinuato proprio nulla dal momento che Mussari ha bellamente finito il suo mandato tra gli applausi del Pd locale, ed è stato sostituito da un altro presidente che dire lontano dalla politica è poco credibile. Lui che, ai tempi di Antonveneta era nella Commissione Finanze alla Camera e che, per questo, avrebbe dovuto “masticare di economia”. A Siena sono tutti ancora frastornati dall’ammissione candida di Mussari quando disse: “Il banchiere non è il mio mestiere”!
Ma se fosse vero? Se fosse vero che nessuno sapeva nulla? Se fosse vero che miliardi di euro sono transitati sotto gli occhi di tutti (da Banca d’Italia alla Consob; dai referenti politici di Mussari alla Fondazione Mps; dalle istituzioni locali agli allora rappresentanti nazionali del Pd), passando semplicemente dalle mani di uno a quelle di un altro. Così… solo per sport. Solo perchè “vediamo dove si va a finire”…. se fosse vero che, dietro quelle strette di mano davanti agli obiettivi di Bersani con Mussari, di Veltroni con Mussari, di Ceccuzzi con Mussari e di Ceccuzzi con D’Alema non c’è null’altro che il sorriso di amici che si ritrovano per caso a spasso… o per parlare di amenità, vacanze e altre simili piacevolezze…
Ma se fosse vero? Se fosse vero che nessuno sapeva nulla? Se fosse vero che miliardi di euro sono transitati sotto gli occhi di tutti (da Banca d’Italia alla Consob; dai referenti politici di Mussari alla Fondazione Mps; dalle istituzioni locali agli allora rappresentanti nazionali del Pd), passando semplicemente dalle mani di uno a quelle di un altro. Così… solo per sport. Solo perchè “vediamo dove si va a finire”…. se fosse vero che, dietro quelle strette di mano davanti agli obiettivi di Bersani con Mussari, di Veltroni con Mussari, di Ceccuzzi con Mussari e di Ceccuzzi con D’Alema non c’è null’altro che il sorriso di amici che si ritrovano per caso a spasso… o per parlare di amenità, vacanze e altre simili piacevolezze…
Scusate,c’ho provato anch’io… ma si vede che stravolgere la realtà proprio non mi viene bene.
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