Così si adatta a qualsiasi verità...
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Se a qualcuno era venuto in mente di riuscire ad allentare la tensione interna alla maggioranza in Consiglio Comunale facendo affidamento sulle cene propiziatorie nelle Contrade – in attesa del Palio di Provenzano – o sull’aria di festa seguita alla Carriera… quel pensiero peregrino è andato deluso! Il braccio di ferro tra rinnovatori e restauratori, tutti di stampo Pd, è proseguito anche in questi primi giorni di luglio. Senza soluzione di continuità e senza trovare un punto di incontro o di contatto possibile. Del resto, manco a dirlo, si giocano partite che puntano a determinare nuovi equilibri… a voler essere delicati e quasi “idealisti”. A voler invece essere più vicini alla realtà, potremmo parlare di una faida interna mai sopita, di un desiderio di ripristinare vecchie logiche “castiste” dopo l’uragano Mps (e precedenti legati a Università, Ospedale, Comune… e seguenti legati alle società sportive). A dispetto della verità. Perchè, parliamoci chiaro, la Casta ci viveva proprio bene con quel modo di operare e proprio non ci pensa a cambiare metodo. Che poi tocca lavorare… e, oltrettutto, rischiando di non guadagnare a sufficienza per le aragoste e lo champagne all’Enoteca Italiana (finita anche questa).
Il conflitto rimasto insanato è tra Partito Democratico e Siena Cambia con la posizione critica di Sinistra, Ecologia e Libertà. La vicenda del bilancio di previsione “slittato” alla prossima seduta del Consiglio Comunale, fissata per il 10 luglio, non è proprio andata giù. Quel forzare la volontà del sindaco attraverso azioni di disturbo atte a dimostrare che “o si fa come diciamo noi (del Pd) o qui andiamo tutti a casa” non è piaciuta ai sienacambisti, stanchi di fare da stampella e di valere quanto il due di picche! Merito loro l’elezione del sindaco Valentini, giusto? Di questi e di quei democratici pronti a cambiare la gestione del partito. Eppure, quando c’è da confrontarsi con la sua maggioranza, il sindaco propende per i tesserati del suo partito fedeli alla vecchia bandiera e alla vecchia dirigenza, dalla quale dipende anche la nuova! Un vero mistero! Un’incomprensibile logica che sta danneggiando l’autorevolezza del Valentini oltre ogni più roseo desiderio dei suoi oppositori. Che poi, in massima parte, sarebbero gli stessi ai quali lui sta dando ascolto, nella speranza di rimanere in carica…
Gli incontri interni alla maggioranza si sono susseguiti in questi giorni. Duri scontri che hanno girato anche intorno alla prossima stagione delle nomine. Nulla di strano o di segreto, dal momento che lo stesso segretario provinciale del Partito Democratico, Niccolò Guicciardini, si è esibito in una nota stampa in cui affermava che “anche sulle nomine della nuova deputazione amministratrice della Fondazione, servirà autonomia, competenza e la capacità di una virtuosa coabitazione tra il legame con il territorio e profili di esperienza nazionale o internazionale. Il Partito Democratico dirà la sua sulla fase che si apre con un nuovo ruolo della Fondazione, ma chi avesse da segnalare nomi per equilibri interni al Pd o al sistema dei partiti, sa che può risparmiarsi la fatica di bussare alla mia porta e a quella del Pd. Il Pd attuale ha aperto una nuova stagione dalla quale non si torna indietro e il coordinamento provinciale reciterà, in ogni ambito, il ruolo di guida riformista e di innovazione”. Belle parole, che fanno sempre piacere quando si sentono… peccato che dietro tutto questo “benismo” c’è ancora la vicenda Mansi, l’isolamento politico dei membri della Deputazione Generale in tutte le operazioni di salvataggio dell’ente, gli elogi “di scuderia” ai vertici della banca, i trionfalismi per un aumento di capitale che forse (e diciamo forse) sarà bastato a salvare la banca ma l’ha snaturata in ogni suo elemento “senese” e certo non è servito per riportarla alla potenza toccata solo qualche decennio fa. Per non parlare dei dipendenti che hanno pagato, pagano e pagheranno la cattiva amministrazione passata… In poche parole il maltolto non è tornato alla città o alle casse dell’istituto e neppure, con questo aumento di capitale, si può dire di aver chiuso il capitolo delle responsabilità. Caro Guicciardini, moderazione nelle esternazioni, in questo senso! Soprattutto nella richiesta di scuse. Si rischia di cadere nel surreale (ma non di quello che strappa un sorriso…), quando non si scivola brutalmente nell’inopportuno. La città soffre per quanto accaduto alle istituzioni di prestigio del territorio (tutte affossate), tutte, ovviamente, nelle mani di rappresentanti di centrosinistra. Fare la parte dei puri e degli offesi per le dichiarazioni altrui, quando non si è operato nelle parole e nei fatti un reale cambio di rotta, una concreta “pulizia” interna; quando non si è segnato marcatamente una distanza dai responsabili politici dello sfacelo… pensare di poter commentare un qualsivoglia evento appare parecchio azzardato.
Il conflitto rimasto insanato è tra Partito Democratico e Siena Cambia con la posizione critica di Sinistra, Ecologia e Libertà. La vicenda del bilancio di previsione “slittato” alla prossima seduta del Consiglio Comunale, fissata per il 10 luglio, non è proprio andata giù. Quel forzare la volontà del sindaco attraverso azioni di disturbo atte a dimostrare che “o si fa come diciamo noi (del Pd) o qui andiamo tutti a casa” non è piaciuta ai sienacambisti, stanchi di fare da stampella e di valere quanto il due di picche! Merito loro l’elezione del sindaco Valentini, giusto? Di questi e di quei democratici pronti a cambiare la gestione del partito. Eppure, quando c’è da confrontarsi con la sua maggioranza, il sindaco propende per i tesserati del suo partito fedeli alla vecchia bandiera e alla vecchia dirigenza, dalla quale dipende anche la nuova! Un vero mistero! Un’incomprensibile logica che sta danneggiando l’autorevolezza del Valentini oltre ogni più roseo desiderio dei suoi oppositori. Che poi, in massima parte, sarebbero gli stessi ai quali lui sta dando ascolto, nella speranza di rimanere in carica…
Gli incontri interni alla maggioranza si sono susseguiti in questi giorni. Duri scontri che hanno girato anche intorno alla prossima stagione delle nomine. Nulla di strano o di segreto, dal momento che lo stesso segretario provinciale del Partito Democratico, Niccolò Guicciardini, si è esibito in una nota stampa in cui affermava che “anche sulle nomine della nuova deputazione amministratrice della Fondazione, servirà autonomia, competenza e la capacità di una virtuosa coabitazione tra il legame con il territorio e profili di esperienza nazionale o internazionale. Il Partito Democratico dirà la sua sulla fase che si apre con un nuovo ruolo della Fondazione, ma chi avesse da segnalare nomi per equilibri interni al Pd o al sistema dei partiti, sa che può risparmiarsi la fatica di bussare alla mia porta e a quella del Pd. Il Pd attuale ha aperto una nuova stagione dalla quale non si torna indietro e il coordinamento provinciale reciterà, in ogni ambito, il ruolo di guida riformista e di innovazione”. Belle parole, che fanno sempre piacere quando si sentono… peccato che dietro tutto questo “benismo” c’è ancora la vicenda Mansi, l’isolamento politico dei membri della Deputazione Generale in tutte le operazioni di salvataggio dell’ente, gli elogi “di scuderia” ai vertici della banca, i trionfalismi per un aumento di capitale che forse (e diciamo forse) sarà bastato a salvare la banca ma l’ha snaturata in ogni suo elemento “senese” e certo non è servito per riportarla alla potenza toccata solo qualche decennio fa. Per non parlare dei dipendenti che hanno pagato, pagano e pagheranno la cattiva amministrazione passata… In poche parole il maltolto non è tornato alla città o alle casse dell’istituto e neppure, con questo aumento di capitale, si può dire di aver chiuso il capitolo delle responsabilità. Caro Guicciardini, moderazione nelle esternazioni, in questo senso! Soprattutto nella richiesta di scuse. Si rischia di cadere nel surreale (ma non di quello che strappa un sorriso…), quando non si scivola brutalmente nell’inopportuno. La città soffre per quanto accaduto alle istituzioni di prestigio del territorio (tutte affossate), tutte, ovviamente, nelle mani di rappresentanti di centrosinistra. Fare la parte dei puri e degli offesi per le dichiarazioni altrui, quando non si è operato nelle parole e nei fatti un reale cambio di rotta, una concreta “pulizia” interna; quando non si è segnato marcatamente una distanza dai responsabili politici dello sfacelo… pensare di poter commentare un qualsivoglia evento appare parecchio azzardato.
Fortunatamente per noi c’è la Persi che ci garantisce che il lavoro fatto sul Bilancio Preventivo 2014, adesso (e solo adesso) lo rende votabile.Anche se la macchina amministrativa non appare ancora perfettamente innovativa ed efficiente come da lei auspicato… che qualcuno le dica che lei fa parte della maggioranza, che è la capogruppo del Pd in Consiglio Comunale e che al posto di comando c’è quel sindaco da lei sostenuto! Ogni tanto pare che se lo dimentichi e si metta in posizione fortemente critica, talmente critica che i consiglieri di opposizioni devono impegnarsi parecchio per arrivare al suo livello.
Il sindaco Valentini non pare essere stufo di questi atteggiamenti arroganti ma i suoi fedelissimi sì. Infatti, dagli incontri dei giorni scorsi tra componenti della maggioranza, i sienacambisti sono usciti fermi nelle posizioni e a schiena dritta. Non voteranno più documenti presentati dal Pd qualche ora prima dell’approvazione, neppure il leggeranno. Non daranno il loro voto a mozioni che non siano prima passate al vaglio del consiglio direttivo di SC. Non appoggeranno un programma di mandato che non abbia seguito un percorso di condivisione ed “adattamento” al programma elettorale. E non condividono il rimpasto di Giunta che, pur essendo prerogativa del sindaco, non ha ad oggi nessuna altra spiegazione che dare un nuovo posto ad un membro di fede ceccuzziana. L’ennesimo scacco al Valentini che dimostrerebbe ancora una volta la sua debolezza politica. Non potendo contrastare una eventuale decisione del sindaco, SC si riserva di poter prendere una posizione pubblica in merito alla scelta compiuta. La critica, anche al sindaco, non sarà più censurata ma aperta, in un percorso partecipativo che non faccia più apparire il gruppo come silenziosa stampella dei democratici. Un comportamento che, ad oggi, non ha prodotto alcun giovamento all’azione politica del sindaco (per responsabilità diretta di quest’ultimo) in Consiglio Comunale e che ha danneggiato l’immagine del movimento, nato per spingere il partito di maggioranza assoluta in città, ad una “revisione” del proprio sistema. Sembra, così facendo, che il disegno del Pd di voler far passare i sienacambisti come i veri responsabili della crisi in Comune si stia concretizzando. Il trucchetto usato nella scorsa legislatura con i margheritini/monaciani, che ha funzionato così bene, si ripropone. Il sindaco è avvisato. Sta sempre a lui cambiare i destini politici della sua maggioranza. E questo ci preoccupa.
Mentre tutti parlano di cambiamento, si sperticano nell’osannare e promuovere l'”innovazione”, raschiando appena la superfice smaltata delle parole, troviamo tutto il vecchio che pensavamo di aver anche solo allontanato. Le situazioni, gli atteggiamenti, gli intenti persino, sono sempre gli stessi. Anche le facce nuove sono coinvolte nel gioco di società che ha il chiaro intento di mantenere gli equilibri passati ben celati, al momento, dietro una facciata di cambiamento neppure tanto convincente. Le cadute di stile, le gaffes e i gaffeurs mandati in pasto all’opinione pubblica con l’obiettivo di tenere la scena politica ma senza nulla di importante o rilevante da dire, salvo qualche velata minaccia, qualche aperta critica a chi ostacola i disegni del capo occulto sono il segnale di una strategia poco fine ma degna dei nostri tempi distratti. Insomma, una noia mortale, quando non un oltraggio (che passa a volte inosservato) al comune senso del pudore.
Piccola parentesi sulle nomine in Fondazione Mps. I tempi si stanno facendo maturi. I nomi per il dopo Mansi ancora confusi ma tutti “arrivano dal passato”. Un passato fatto in casa o un passato nazionale. Comunque nulla di certo, fortunatamente. Valentini, in veste di sindaco, ha i suoi rappresentanti nella Deputazione Generale e prova a manovrare per dire la sua. Peccato che, avendo scelto evidentemente troppo bene, non riesce ad avere il peso sperato e quindi continua ad avere Cucini come punto di contatto con le stanze di Palazzo Sansedoni. Anche qui, come si può non dire che, forse, il metodo e il merito sono da rivedere?
Lo sappiamo, siano ripetitivi… ma noiosi no… Certe cose è meglio dirsele continuamente. Tanto per non rischiare di dimenticare…