200 esuberi in Comune? Intanto si assume e si spende
SIENA. Ce lo eravamo detti altre volte: mestamente, sopraffatti dalla incredulità. In questa città stritolata dai tentacoli della Casta, anestetizzata dal favoritismo imperante, dalle squadre nelle serie maggiori, dai riti del Palio, c’è stato un lasso di tempo (brevissimo, in verità) in cui si era sperato nell’inizio del cambiamento.
Quando i Magistrati indagavano alacremente su Mps, facendo sfilare davanti al Tribunale il fior fiore della politica e della finanza italiana e non solo; quando Bruno Valentini si lanciava senza esitazione contro i responsabili di una gestione “malvagia” del Partito Democratico senese e ne denunciava le devianze; quando da Salerno arrivavano notizie sconcertanti che mettevano in luce i legami tra i vertici politici senesi e la banca; quando, dalle intercettazioni emergevano legami, intrecci di interesse e il quadro delle relazioni si faceva sempre più chiaro; quando i papelli “bipartisan” che chiarivano gli accordi tra i vari partiti “investiti” da interessi sul Monte, smentiti dagli interessati ma reali nei fatti, avevano dato un respiro nazionale alle vicende senesi…. avevamo sperato nell’uscita di scena “volontaria” di certi personaggi deleteri per la città e non solo. Avevamo sperato in quell’aria nuova e sana che, finalmente, avrebbe trovato spiragli da cui entrare per liberare le stanze dei palazzi senesi.
Invece, con il passare del tempo, con il finire della stagione estiva, ci ritroviamo di nuovo clamorosamente invischiati in vicende dal sapore antico.
La colpa di tutto ciò (di questo ritorno alla melma) non è dei disfattisti, dei negativisti, dei polemici senza speranza e dei mostri con gli occhi dietro la testa e con le braccia che afferrano l’aria davanti a loro… Purtroppo no. Magari fosse così!
La colpa (che speriamo non passi inosservata alla giustizia divina, almeno) è di chi, senza alcun rispetto dell’intelligenza altrui, si ostina a difendere l’operato del “groviglio armonioso” celando questa operazione dietro paraventi come “senno di poi”, “crisi”, “responsabilità personali”, “guardiamo avanti” ; di chi, senza timore di perdere quel briciolo di dignità che gli è rimasta (ammesso e non concesso) incolpa l’UE dei contingenti problemi della banca… ma chi se la sentirebbe di essere magnanimo con una realtà così oscura e incapace come quella senese dell’ultimo decennio? In grado, quello si, di fumarsi, magicamente, quantità di denaro invidiabili per una manovra finanziaria nazionale?
Giovedì scorso (19 settembre) durante la trasmissione di “Siena Diretta Siena” di Daniele Magrini su Siena TV, abbiamo assistito ad un vero e proprio show del professor Alessandro Orlandini. Raccogliamo una sua sintetica biografia: “Nato a Siena nel 1950, è stato a lungo docente di Lettere nella scuola media superiore. Giornalista pubblicista e studioso di storia senese contemporanea, ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Asmos. Ha scritto vari saggi di storia senese relativi alle vicende sociali e politiche del Novecento. Nel corso degli anni Novanta è stato assessore all’ambiente del comune di Siena e consigliere comunale”. Un esponente del Pd con un discreto curriculum, in effetti. Al punto da farlo risaltare per la sua “aderenza” al pensiero unico. Senza nulla togliere, però, allo sconcerto davanti alle sue parole. La prima osservazione è quella sulle carriere al neutrino di amministratori democratici, posta da Alessandro Vigni. In sintesi l’Orlandini-pensiero è: meglio non rimestare nel passato, non fare domande poco pertinenti, non approfondire, perchè poi queste azioni comportano reazioni uguali e contrarie. Un tipo di affermazione che invia direttamente a neppure tanto velate minacce! Meglio stare zitti, insomma, che ne guadagnamo tutti!
La seconda ci riguarda direttamente, come quotidiano. Nel replicare all’intervento fatto prima dall’esponente della Lega Nord, Maurizio Montigiani, in merito a presunte tangenti nell’affare Antonveneta, il piddiino non trova di meglio da fare che ricordare “soltanto – è una cosa antipatica farlo ma pressocchè inevitabile – che il tesoriere (non so se ora ex) del Pd ha già mesi orsono querelato un giornale on line che aveva fatto questa affermazione del tutto gratuita e non corrispondente alle risultanze della Magistratura che, al momento, dicono tutt’altro di quello che è stato qui dichiarato”. Letteralmente.
Da parte nostra, di quella famosa querela che sta per compiere un anno, non sappiamo nulla. Non siamo ancora state chiamate a dire la nostra e neppure siamo state informate di indagini svolte dalla magistratura su di noi. Attendiamo fiduciose. E, intanto, “valuteremo azioni legali nei confronti del signor Alessandro Orlandini”, tanto per adeguarci alla moda imperante. E per riprendere, in terza battuta, quanto dichiarato da un altro verginello della politica locale, Alessandro Mugnaioli che, toccato nel vivo dalle parole del Montigiani, ha voluto lanciarsi in difesa del suo partito che, fino ad oggi, ha sempre dimostrato una specchiata onestà intellettuale, prima che amministrativa. E chi la pensa in modo diverso, verrà ovviamente, portato davanti al Giudice!
Infine, un breve inciso, tanto per riderci su… Sempre nella stessa trasmissione, foriera di golosità per la stampa, il nostro eroe piddiino si è lasciato anche sfuggire un fuori onda (sentito da tutti) non proprio affettuoso nei confronti di Carlo Regina, blogger meglio conosciuto come Bastardo Senza Gloria. Suggeriamo al di cui sopra, di non essere così magnanimo nel dare agli altri del proprio. Si rischia, quasi sempre, di non essere apprezzato per cotanta generosità.
E passiamo alla cronaca vera. Quella che ci fa intuire come poco, molto poco, sia cambiato a Siena.
Parliamo del sindaco Bruno Valentini e del verbale della Delibera di Giunta del 12 settembre scorso, numero 142.
L’oggetto della decisione presa è: “Ufficio di staff del Sindaco: costituzione”. Roba forte. E pure utile, diciamolo, ad un sindaco che in comunicazione (scatti fotografici con la Nannini a parte) qualche problemuccio lo ha dimostrato.
La legittima necessità di uno staff del sindaco però, si scontra con la decisione di assumere altro personale comunale, esterno. In questo caso si tratta di una collaboratrice del sindaco anche a Monteriggioni, di una sostenitrice del Valentini in Siena Cambia, Giovanna Vestri. A lei è toccato un incarico in categoria D1 con una aggiuntina di 3.425 euro annui quale integrazione di apposita indennità. Tutto questo dopo aver accertato “che l’ente non ha dichiarato il dissesto e non versa in situazione strutturalmente deficitaria e che la spesa relativa all’incarico rientra nei limiti per le assunzioni a tempo determinato previsti dalla normativa vigente”. Con buona pace dell’esubero dei dipendenti comunali, delle vicende relative all’indagine del Mef, annessi e connessi “morali” vari…
E scusate se, a noi, la questione morale, sta a cuore.
A questa notizia, però, pare che a Monteriggioni non si siano rizzati i capelli a nessuno. Infatti, pare fosse stata superata da una serie di voci che darebbero in partenza, verso la città del Palio, anche un altro stretto collaboratore di Bruno Valentini. Direttamente lui o un familiare prossimo. E quindi, probabilmente, nei prossimi giorni si renderà vacante un’altra poltrona comunale di prestigio. O comunque sarà messo in atto un altro trasferimento.
In effetti poteva essere questo il concetto di città metropolitana che Valentini aveva in mente. E noi che pensavamo ad altro!
Per quanto riguarda le assunzione invitiamo a leggere quanto scritto in un post dall’Eretico in merito alla nomina dell’architetto Betti. Un altro vero gioco di equilibri che, all’apparenza, non mostra l’esigenza dell’ente ma il mantenimento di equilibri affatto collettivi.
Intanto in Siena Cambia le cose vanno avanti, con o senza sindaco. L’entusiasmo uno, se non ce l’ha, se lo fa venire, e così i sienacambisti, scoraggiati dal portabandiera ufficiale, lo hanno messo alle corde, mostrando di non voler proseguire sulla linea del maanchismo imperante. “Tra sparare o sparire… scelgo ancora di sperare…” diceva un ispirato Baglioni. E questo potrebbe essere l’inno dei giovani e meno giovani aspiranti rinnovatori della classe politica di centrosinistra a Siena. Analizzata la cronaca, la speranza è attaccata a un lumicino, ma questo manipolo di valenti non può essere certo criticato per la tenacia (e neppure per l’ingenuità) con cui tenta l’ennesimo attacco allo status quo. E senza neppure il sindaco a rinforzare la schiera. Semmai il contrario.
Eppure, Bruno Valentini riesce, al momento, sgradito anche agli otto consiglieri Pd di stampo “restauratorio” (tanto per non dire appartenenti alla corrente di C.). Gli otto si scagliano contro il Primo Cittadino per la vicenda del rapporto Mef sui conti comunali. Renda pubblico il documento, tuonano gli otto, con il solo scopo palesato di tutelare e difendere l’immagine del loro campione e mentore. E infatti giù a dire che nel 2011 le cose andavano già un pochino meglio e che la Fondazione poi (ma poi, però, ovvero dopo il voto in Consiglio) i soldi li ha dati… e allora i “dissidenti” restano pur sempre “dissidenti”…
Ma un giudizio di merito dei validi giovani virgulti della politica democratica locale, a quando? Numeri alla mano, cortesemente, una disamina del documento (che ormai hanno tutti) e una valutazione di legittimità dell’operato degli amministratori, tutti iscritti ad un comune partito, quando la potremo sentire? Le difese d’ufficio le può sempre fare il diretto interessato, a cui peraltro, possibilità di essere ascoltato non mancano. Addirittura dai magistrati!
Vedere che otto consiglieri comunali, di fronte allo sfacelo delle istituzioni si sbraccino a difendere l’indifendibile, dimenticandosi che sono stati eletti per altri e ben più alti motivi, scoraggia. Diciamocelo! Fa disperare nel futuro!
Quello stesso futuro che qualcuno dice che noi non vogliamo contribuire a disegnare, impegnati come siamo a puntare il dito contro quanto proprio non ci va giù… Sarà, ma ci risulta difficile disegnare un futuro, con colori nuovi, su una tela ormai imbrattata in modo nauseante. Occorre, per ricominciare, strappare la vecchia tela e prenderne una bianca. Immacolata. Intonsa. Il non colore di quella coscienza che, con coraggio, ci farà il primo segno (o sogno).