Dirompenti proposte da parte dei candidati sindaco
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Lo confesso: ci ho messo qualche giorno a riprendermi dalla lieta novella delle primarie! Mentre non mi ha stupito affatto la scelta del candidato “di apparato” del Pd: Alessandro Mugnaioli, ovvero il braccio destro di Franco Ceccuzzi. Un uomo dell’ex-sindaco da tempo immemore che, senza farne mistero, gli si è sempre messo accanto in tutte le occasioni. Mostrando, così, di appoggiarne le scelte. Molti sono stati i nomi snocciolati nei giorni scorsi: ma quello di Mugnaioli è sempre rimasto come rassicurante sottofondo. Del resto, Ceccuzzi di chi mai potrebbe fidarsi se non del suo “più fedele”?
Dall’altra parte, rimasto praticamente immobile nelle sue posizioni c’è Bruno Valentini. In queste ore la presentazione del suo programma di candidatura. Non è che si possa proporre come “il nuovo che avanza”: cresciuto nel partito, fino alla fine ha tenuto a rimanerci, invece di andare con una lista propria. Ma è stato durissimo con la vecchia dirigenza, a volte addirittura “rivoluzionario” al punto da far convergere sulle sue “critiche al sistema Siena” anche gli oppositori di altro schieramento.
Non è dato sapere cosa ha poi ridotto Carli e compagnia a intraprendere la strada delle primarie: se gli incontri con i vertici nazionali o la serie di “no, grazie” arrivate da alcuni “presentabili”, democratici o di area. Fatto sta che, la folgorazione sulla via di Damasco è stata fatale per alcune menti che, improvvisamente, si sono accorte di avere un vero e proprio trasporto “d’amore” per le consultazioni popolari. Adesso, dopo un tira e molla che ha rasentato più volte il ridicolo, si parla di primarie aperte, apertissime. E pure gratuite…
Siamo tutti entusiasti per questa “aria di democrazia” che aleggia su Siena… sebbene la nostra fronte appaia caparbiamente aggrottata al cospetto della faccia di coloro che oggi si dicono convinti delle primarie, mentre solo ieri le osteggiavano in tutti i modi possibili!
Ma ci sono altri motivi per poter aprire il cuore alla speranza! Soprattutto la proposta, lanciata solo qualche ora fa, dal candidato di Pietraserena, Siena C’è e Fare per fermare il declino, Enrico Tucci.
“Rompere gli schemi scomponendo e ricomponendo gli schieramenti”. Ovvero: riunire l’opposizione a Siena sotto uno stesso candidato. Non badare alle sigle, alle appartenenze di partito o di area e concentrare l’obiettivo su un candidato solo. La proposta è decisamente “dirompente”. Pensare di mettere insieme gli elettori di Tucci e quelli di Laura Vigni; quelli del Movimento 5 Stelle con quelli di Eugenio Neri… inizialmente fa venire voglia di rileggere l’intervento, giusto per essere sicuri di aver capito bene. Poi, nella mente, si chiarisce il concetto e la “vision” si fa chiara. Primarie di “opposizione”? Da indire nella stessa data di quelle del Pd? Un “election day” in salsa senese, con un coinvolgimento della città senza esclusione di pensiero?
Proprio oggi pubblichiamo un intervento del professor Giovanni Minnucci che – guarda caso – richiama proprio il valore della democrazia partecipata. E dell’esercizio delle primarie che non dovrebbe essere di esclusivo usufrutto del centrosinistra.
C’è da domandarsi chi, dei candidati a sindaco che ormai ci siamo abituati a conoscere come protagonisti, si metterebbe in gioco con il rischio di perdere il suo ruolo principale. Vista la difficoltà tutta italiana di non mollare la poltrona, qualche leggerissimo dubbio ci assale e fa apparire tutte le nostre ipotesi suesposte come mere fantasie di primavera!
Dopo il 20 aprile potremmo avere solo due o tre candidati a sindaco per due o tre schieramenti? Sarebbe un bel tempo da vivere. Staremo a vedere.
Intanto, prendiamo atto del vento di cambiamento che soffia trasversalmente sulla scena politica senese. Non proprio uno tsunami ma pur sempre uno spiffero da cui lasciarsi accarezzare nell’attesa di tempi migliori. Aspettando una politica “ripulita” e partiti fatti solo da persone molto più che “presentabili” (diciamo: dai curricola impeccabili).
Ed ecco un punto dirimente della proposta tucciana: riuscire a fare una netta separazione tra ciò che è vecchio e ciò che è nuovo. Ciò che fa parte del “groviglio armonioso” e ciò che invece ne è fuori. Non può essere una discriminante il fatto di avere un passato politico, no? E’ importante dare valore al passato, ma occorre farlo in tutti i sensi: in quello negativo e in quello positivo. Altrimenti in molti sono fuori, anche non meritandolo. Vale la regola delle competenze al servizio della collettività? Vale l’impegno civico al di là delle tessere di partito? Si vuole davvero dare vita ad una coalizione civica che superi gli schieramenti per promuovere una “unità per Siena”?
Gli interrogativi da sciogliere sono tanti. Proprio come i problemi di Siena. A partire dalla Fondazione Mps i cui membri della deputazione, ormai delegittimati agli occhi della collettività, continuano ad ignorare quanto sta accadendo intorno a loro e non agiscono a tutela dell’ente che rappresentano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA