Scegliere l'impegno attivo può comportare sacrifici ma è l'unica strada possibile
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Oggi che c’è il sole ci mettiamo a guardare con speranza a tutte le “cose belle” accadute in questi ultimi giorni. Non che ce ne siano tante… ma facciamocele bastare, accidenti!
Quella più importante è del 13 marzo scorso. Habemus papam Francesco. Il Papa delle “prime volte”: quello della svolta, speriamo noi. Il Papa della povertà, della regola, della modestia. Nella stessa data, nel 1972, nel Congresso del Pci a Milano, Enrico Berlinguer veniva eletto segretario nazionale.
In questa stessa data (e torniamo al 2013) un manipolo di cittadini di Sovicille, rappresentati dall’avvocato Luigi De Mossi, si è costituito parte civile nella causa seguita alle indagini sul procedimento di privatizzazione dell’aeroporto di Ampugnano. Una notizia incoraggiante: semplici cittadini che, vista la totale – e immotivata – assenza del Comune nel procedimento, hanno deciso di farsi carico della tutela dell’ente, a proprie spese. Un bell’esempio di partecipazione… e un sonoro schiaffone a chi, seduto sullo scranno più alto, quello di massima rappresentanza della comunità, tace. Per carità, c’è ancora tempo… ma cosa si aspetta? Cosa trattiene ancora il sindaco dal compiere ogni azione in proprio potere per tutelare un bene che gli è solo stato temporaneamente affidato e che, possibilmente, deve essere gestito con il criterio “del buon padre di famiglia”?
Il Gup Gaggelli riconoscendo la surroga dei cittadini, ha rivolto formale diffida al Comune di Sovicille “affinché assuma le determinazioni di competenza in ordine alla eventuale sua costituzione di parte civile in via diretta e principale” . Chissà cosa accadrà adesso. Chissà se saremo costretti ad assistere all’ennesima dolorosa assenza. Abbiamo già assistito all’assenza degli altri enti pubblici nel caso di Ampugnano: il Comune di Siena, per esempio. E pure la Provincia.
Ed abbiamo assistito, dolorosamente, all’assenza dell’Università di Siena nel procedimento sul buco di bilancio.
Siamo sconcertati dal silenzio delle istituzioni pubbliche. Siamo sconcertati e impotenti di fronte alla noncuranza dimostrata da chi, oggi, si trova a rappresentarle (e quindi a tutelarle, gestirle e proteggerle). Visto in quest’ottica – l’unica possibile – questo è un silenzio colpevole che danneggia un bene comune. Quello di chi cerca di stare sottotraccia e di farsi notare il meno possibile.
E risuonano, proprio mentre scrivo queste umili riflessioni, le parole del neo presidente della Camera, Laura Boldrini. Una donna che viene attaccata dal centro destra perchè si è occupata dei più deboli della terra (e il fatto si commenta da solo!). Quasi come un monito, che passa sopra le teste dei deputati ed esce dall’austero emiciclo per raggiungere i sindaci, presidenti delle Province, presidenti delle Regioni, i Rettori, i Direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliera, i rappresentanti di associazioni, istituti scolastici, partiti politici, i giudici… e fino agli insegnanti, i medici, gli avvocati, i padri e le madri…” la politica come passione, come servizio”… avendo come faro i principi della Costituzione e quindi il bene della collettività. A partire proprio dalla tutela dei più deboli. A partire proprio dalla salvaguardia dei beni pubblici.
Esistono amministratori (o aspiranti tali) in grado di assumersi questo carico di responsabilità? Esistono uomini che, dopo aver attentamente analizzato gli onori delle cariche pubbliche, si soffermano poi, seriamente e coscienziosamente, a valutarne gli oneri? E, se ci sono, dove possiamo trovarli?
Un piccolo manipolo di cittadini di Sovicille, probabilmente forte della positiva esperienza del comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano, ha deciso di farsi carico degli oneri che sono rimasti, al momento, sprovvisti di responsabile istituzionale. Anche l’Associazione Buongoverno Mps si muove in tal senso, sebbene qui non si parli di cosa pubblica.
Insomma, i cittadini si riprendono, in qualche modo, la dignità che gli appartiene, con una rinnovata partecipazione ed un impegno che deve far impallidire chi è pagato per questo. E così facendo mettono in pratica un principio di condivisione e di com-passione che supera mille volte, in potenza, il bieco intreccio di interessi dei pochi. Quel groviglio che ha ammorbato non solo la politica, l’economia, la società ma pure l’aria che respiriamo.
In questo cammino di consapevolezza (che speriamo non si interrompa ma coinvolga altri, tanti, tutti) anche i partiti dovranno cominciare a fare i conti con i loro iscritti, sempre più contrari all’obbedienza “acritica”. Primarie si, primarie no… Primarie sempre, diciamo noi. Sezioni aperte, voce a coloro che saranno chiamati a scegliere il sindaco. Chi sceglie la via della partecipazione non può decidere quando attuarla: questa diventa una necessità “a prescindere”. La paura di perdere il proprio status non è una giustificazione lontanamente sufficiente neppure di fronte alla propria coscienza. Non può esserlo in un momento storico che pare rappresentare temporalmente quell’attimo esatto in cui, dopo aver toccato il fondo si guarda verso l’alto e, da un punto buio e profondo, si riesce a scorgere un cielo stellato.
E’ da poco stata battuta la notizia che Piero Grasso è stato eletto Presidente del Senato. Un ex Procuratore antimafia a rappresentare i senatori della Repubblica Italiana… in un’aula la iustitia; nell’altra la pietas. Gli auspici sono buoni, attendiamo i fatti.
Attendiamo, sempre, che anche a Siena, come a Sovicille, i cittadini si costituiscano parte civile nei tanti sconcertanti fatti che hanno portato danni alla città. E non fa differenza se ci sono cause in corso in Trubinale oppure no. Parte civile potrebbe voler dire anche solo chiedere, informarsi, attivarsi, proporsi di dare un contributo ad un evento, ad un incontro, ad un moto di protesta…
Quando si smette di essere servi, facendo in questo modo la prima scelta libera, non ci sono tante strade da percorrere. Affrontando tutti i sacrifici del caso (perché una scelta giusta si riconosce dai sacrifici rinfrancanti che comporta) tornare indietro diventa impensabile.
Assaggiato il sapore della libertà, dell’autodeterminazione, della partecipazione, non se ne può più fare a meno. Per fortuna…
© RIPRODUZIONE RISERVATA