Non c'è strategia politica, solo accozzaglia di interessi in questo "autunno della democrazia"
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Sarà questo il giorno più lungo? Quello della scelta del candidato a sindaco per il centrosinistra? Quello della resa dei conti interna e della fine (onorevole o molto meno) del correntismo ceccuzziano targato Pd?
L’incontro di ieri sera (3 aprile) nella sede dei riformisti ha dato avvio alla stagione delle assemblee permanenti. Confronti duri, a volte esasperati, tra i rappresentanti dei partiti e delle associazioni di centrosinistra. Sel, Riformisti, Associazione Noi, Siena Cambia… L’intenzione palesata è quella di far uscire un nome che possa riunire tutti i convenuti: il famoso ed ormai “mitologico” candidato unitario. Ma in tanti chiedono, ancora, piena disponibilità alle primarie, da indire il 14 aprile.
La mancanza del Pd non ha stupito nessuno ma, l’incontro di questi partiti e associazioni ha dato avvio ad un confronto che potrebbe sfociare in un percorso “alternativo” del centrosinistra a Siena. Alternativo, nettamente, al Pd per come è rappresentato oggi in città.
Assemblea permanente anche per i democratici che, da soli, hanno deciso di intraprendere un autonomo confronto interno. Lo stallo è evidente, i nomi dei candidati sono stati, fino ad oggi, snocciolati e “bruciati” nell’arco di qualche ora. Non piacevano agli iscritti… o non piacevano agli alleati.
Le chiacchiere, però, stanno a zero. Affidarsi ad un nome “di area ceccuzziana” sarebbe come prepararsi, con la più ufficiale delle cerimonie, ad un suicidio di massa. Ma, da questa dirigenza piddiina non può uscire nulla di diverso. I nomi circolati ieri sera sono stati sostanzialmente due: quel certo professor Stefano Maggi che, però, non pare proprio aver sortito il consenso sperato. L’accoglienza, insomma, è stata tiepida: talmente tiepida che l’assemblea non è stata sciolta e torna a riunirsi questo pomeriggio alle 17. E quel certo Gianni Castagnini, direttore della Cna Siena. Ma, anche su di lui pesano i retaggi passati e quella vicinanza all’ex sindaco e poi candidato ritirato che certo non giocano a suo favore. Ceccuzzi non c’era. La sua assenza è stata paragonata a quella del classico “convitato di pietra”. Cellulari alla mano, alcuni dei suoi fedeli non mancavano di dargli informazioni sull’andamento della discussione.
Pare che, sempre ieri sera, ci sia stata una levata di scudi di alcuni docenti dell’area PD e che siano volati commenti non proprio favorevoli al collega Maggi (lui presente), al punto che la sua proposta di candidatura ha seriamente vacillato. Nel consesso pare che qualcuno abbia riproposto, a gran voce, la candidatura del professor Minnucci. Una candidatura contrastata da Ceccuzzi che lo vede come non “malleabile” alla volontà del partito (o di lui, che dir si voglia). Qualche valentiniano ha sostenuto la tesi delle primarie… qualche ceccuzziano ha certato di mediare, nella disperata ricerca di “altro tempo”…
Il quadro che emerge è quello di un partito allo sbando, senza una dirigenza autonoma e per questo priva di ogni logica politica. A Siena hanno già perso tutti la faccia: eppure, senza rendersene conto, Carli e compagnia continuano a pontificare circa la presenza di un uomo di “alto profilo” già pronto da lanciare nell’agone elettorale con il consenso di tutti.
Le riunioni “decisionali”, però, sembra non si svolgano solo a Siena. Pare che, qualche giorno fa, pure ad Orbetello si siano incontrati alcuni esponenti del Pd, insieme a qualche papavero dell’imprenditoria e dell’economia che conta ed a qualche rappresentante di particolari gruppi senesi e nazionali. Nomi assolutamente impensabili si sarebbero seduti allo stesso tavolo (alcuni arrivati direttamente da un passato recente risalente – a occhio e croce – alla precedente tornata elettorale, altri di nota fama nell’ambito senese) alla ricerca della “quadratura del cerchio”. Accordi che, come sempre, volano sopra le teste della gente e che sanno di massoneria, di interessi economici misti a interessi prettamente privati. Persone che un tempo si sono guardate in cagnesco potrebbero, in queste ore di grande confusione, tornare a stringersi la mano come se nulla fosse accaduto. Ognuno per un proprio personale tornaconto.
A cosa servirebbero, allora, le assemblee permanenti che si stanno tenendo proprio in queste ore?
A poco, per quanto riguarda il Pd. Forse a qualcosa, per quanto riguarda Sel, Riformisti e associazioni varie. Se il Sel tiene e non cede al “ricatto” di un bel posto in Giunta (rinunciando, questa volta a Cannamela in cambio di un nome di maggiore peso) forse potrebbe nascere una lista di centrosinistra sganciata dal Pd e autonoma, come nella volontà di molti uomini che, in queste settimane, si sono spesi direttamente per far nascere un nuovo modo di fare politica nel centrosinistra senese. Mentre scrivo, però, penso alle riunioni “carbonare”, quelle alle quali non parteciperà neppure l’esponente nazionale del Pd, Davide Zoggia, che dovrebbe essere già arrivato a Siena nel tentativo di sanare le fratture interne al partito. Pensando a quelli che avrebbero già fatto l’elenco dei nomi della giunta (Massimo Bianchi vicesindaco, Achille Mirizio alla Cultura…) da affiancare proprio a Maggi o a Piero Ricci o a chi per esso, purchè disposto ad avere “ampie vedute”, mi viene in mente un teatrino di marionette. Tutti – noi giornalisti compresi – legati da qualche filo invisibile, vittime di un burattinaio (o di più, in combutta) che si diverte a farci muovere come desidera, che imbastisce trame di favole da raccontare al popolino.
Proprio in questi giorni di caos calmo quella che si respira è aria di strategia. Nulla è prevedibile, nulla è scontato. Gli accordi costruiti fino a qualche tempo fa potrebbero essere stati superati dagli eventi e nuove alleanze potrebbero essere nate all’ombra del Palazzo Pubblico. Il senso di vendetta che muove gli esseri umani “comuni” potrebbe essere stato archiviato a favore di un interesse di casta che potrebbe fare pure qualche vittima eccelsa pur di restare a galla. Una sensazione che si prova, forte, anche nella lettura dei nomi che si snocciolano in queste ore. Non si esce dal “cerchio magico” di una lobby di potere che è a capo della città da vent’anni e forse anche di più. Non si esce da influenze più o meno nefaste che, intrecciate a gruppi di potere economico e sociale, stanno cercando di riprendere in mano la situazione in opposizione ad altre lobby di potere di pari “ingredienti”.
E, visto che proprio in questi giorni il Grande Oriente d’Italia si appresta a dare in via alla campagna elettorale per il nuovo Gran Maestro, è facile lasciarsi prendere da esoteriche fantasie. L’appuntamento è per questo fine settimana a Rimini. Gustavo Raffi chiude il suo mandato nel 2014. Ma ci sono già i nomi dei “pretentendenti” alla carica. Tra questi, il senese Stefano Bisi del Corriere di Siena e presidente del Collegio dei Maestri Venerabili del Grande Oriente della Toscana. Che anche la Massoneria abbia avuto un suo ruolo nella vicenda Mps lo hanno ipotizzato in diversi, interni al Grande Oriente d’Italia ed in chiara opposizione al Gran Maestro uscente. Ma non è stata una novità – e neppure un fatto passato inosservato – la presenza dell’allora presidente Mussari a convegni fatti fuori dall’ambito provinciale senese, organizzati dal GOI. Che la massoneria – italiana o ebraica – non voglia, oggi, avere un peso nella faccenda delle candidatura a sindaco? Adesso che il potere politico locale è ai minimi termini ed i contatti con Roma sono “intermittenti”? Ma no… le cose sono senza dubbio molto più semplici di così…
E crediamoci in questa democrazia! E crediamoci che ognuno di noi possa avere un peso e dare il suo contributo al futuro di questa città. E del Paese. Crediamoci ancora, nonostante tutto. E, credendoci, facciamo pure qualcosa per sostenere questa verità…
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