Un quadretto ameno. E una questione serissima
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. “E non se ne vogliono andare!”: si intitolava così un film degli anni ’80 di Giorgio Capitani. La pellicola si riferiva ai figli ormai grandi e poco desiderosi di aprire le ali e volare fuori dal nido… ma calza perfettamente anche ai nostri amati politici. A quelli che ricoprono cariche amministrative ed a quelli che, dall’ombra, ancora trascorrono una buona parte del loro tempo (senza che ad alcuno sia venuto in mente di chiederglielo) a macchinare e a “sminestrare” sulle teste dei senesi.
Escluso Luciano Cortonesi, dimessosi dalla carica di consigliere comunale (al suo posto entra Alessandro Piccini, altro “volto nuovo della politica cittadina”), si sono registrate manovre di rientro sulla scena politica per vecchi personaggi legati al triste passato cittadino.
Voci insistenti parlano di un desiderio di “ritorno”, dell’ex sindaco C. Sarà anche un caso ma il prossimo incontro fissato dal Pd, sabato prossimo, presso il Circo “Due Ponti” vede protagonisti Simone Bezzini, Alessandro Masi, Massimo Guasconi e Luigi Dallai, tutti della corrente C. e non proprio tra le anime “rivoluzionarie” interne ai democratici.
In Consiglio Comunale la debolezza del sindaco Valentini è sempre più evidente. Il gruppo di Siena Cambia, già monco di Sabatini e Trapassi sempre molto critici nei confronti del primo cittadino, ha mostrato in blocco i primi segni di insofferenza nei confronti di scelte perpetrate da Valentini e non l’ha mandato a dire. Dalla vicenda dell’affidamento di una carica delicata quanto preziosa a Pierluigi Sacco a criticare il modus operandi della Giunta, il passo è breve. Se a questo si aggiunge la costante resistenza del gruppo Pd, capeggiato da Carolina Persi, la questione si complica. Anzi no… la questione si complica davvero con tutte le vicende giudiziarie in corso a Monteriggioni. La chiusura delle indagini sul filone principale (ma non unico) degli abusi edilizi potrebbe regalare delle brutte sorprese al nostro sindaco. Lui, convinto di uscirne presto e pulito, non convince gli altri con le sue certezze.
Ma non c’è solo questo. Potrebbero esserci presto (se non ci saranno pressioni dall’alto) delle nuove sostituzioni in Consiglio Comunale. Una consigliera del Pd pare avesse già pronte le dimissioni in tasca ma è stata invitata a rimanere ancora per un po’. Ed un consigliere, sempre in carico Pd, sarebbe stato pronto a passare a SC. Anche a lui sarebbe stato chiesto di restare per non smuovere troppo le acque in questo momento di “crisi”.
L’impressione è che Valentini serva ancora dov’è. Serve alla maggioranza che non si è ancora organizzata per un “dopo”. Il Pd sa bene che andare alle elezioni non sarà proprio “un gioco da ragazzi” come è stato in passato. Nonostante la rete di relazioni, che non è stata scardinata; l’invio di e-mail da aziende che nulla hanno a che fare con la politica (o almeno non dovrebbero); la compiacenza o la complicità di ordini e associazioni di categoria come di altri gruppi più o meno numerosi; la vittoria non è, come in passato, scontata. ci vuole un nome, una storia, che possano far dimenticare il passato… operazione non facile!
All’opposizione stessa cosa: poca organizzazione, poco slancio propositivo, poca determinazione nel voler dare una bella spallata alla maggioranza. Eugenio Neri, che resta il più agguerrito degli ex candidati a sindaco, continua a non mostrare una linea di azione ben definita. La sua azione politica perde di incisività perché si scontra con una troppo frammentata realtà negli scranni della minoranza.
Valentini serve ancora, è questa la verità.
Serve anche a Siena Cambia che deve rinforzare le fila, cambiare immagine e “cambiare cavallo”. Operando in modo progressivo e non proprio repentino per ottenere una credibilità che al momento le manca.
In questo ritrito quadretto politico si rincorrono anche voci di dimissioni dal Consiglio Comunale per andare a ricoprire cariche in partecipate. Riprendo la notizia rilanciata da Carlo Regina circa il futuro ipotizzato del consigliere Mauro Marzucchi. Dovrebbe dimettersi dal consesso cittadino per andare a ricoprire il ruolo di presidente della partecipata Siena Parcheggi. Un fatto che tecnicamente non sarebbe possibile, dal momento che dovrebbero trascorrere almeno due anni tra le dimissioni e la nomina suddetta. E’ pur vero che a Siena tutto è possibile, ma ci dovrà pur essere un limite…
E c’è stato anche un “incidente diplomatico” tra il presidente della Commissione consiliare Garanzia e Controllo, Andrea Corsi e i membri della deputazione generale della Fondazione Mps di nomina comunale. Alla critica avanzata da Corsi circa la mancanza di adesione dei quattro membri alla seduta che avrebbe riguardato l’ente da loro “indirizzato”, ha replicato Alessandra Navarri specificando che, nella convocazione giunta dal Comune mancava la data e l’ora della riunione. “Pur avendo mandato personalmente nella stessa data di ricevimento, una mail all’indirizzo di posta elettronica indicato, non ho mai ricevuto né risposta né indicazioni in merito. Per chiarezza”, scrive la Navarri sul suo profilo FB (ovvero sul nuovo mezzo di comunicazione istituzionale e non, più amato dagli italiani).
Tanta, tanta confusione e tanta tanta voglia di polemizzare prima ancora di operare fattivamente per il bene della città.
Chiudiamo con un diverso richiamo alla tragica scomparsa di David Rossi. Dopo la conferenza stampa alla Camera della vedova del capo della comunicazione in Mps, accompagnata dall’avvocato Goracci e da un perito di parte, sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica una serie di fatti inquietanti che aprono scenari ancora più preoccupanti. Che sulla morte di David Rossi ci fossero un sacco di aspetti “oscuri”, era evidente a tutti. Dopo la trasmissione di Report dello scorso anno, il dubbio amletico oscillante tra suicidio/omicidio ci aveva preso tutti. Tutti meno che i magistrati, rimasti sulla ferma posizione di “caso chiuso”.
Oggi qualcosa è cambiato. Oggi si riaprono le indagini e, questa volta, si offre all’ipotesi omicidio (per nulla campata per aria) un valido punto di partenza. Troppe cose non tornano (cose di una certa evidenza, peraltro) e serve quel famoso bagno di verità che ancora nessuno si è fatto.
E tutto resta sporco, troppo sporco per dare vita a qualcosa di buono.