Il surreale mondo di Bruno Valentini in una paginata di giornale
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Non ci affanniamo, cari senesi, a trovare il modo per celebrare degnamente il 25 aprile. Adesso sappiamo che la vera liberazione, quella che possiamo sentire sulla nostra pelle, oggi, con maggiore consapevolezza, l’abbiamo avuta l’11 giugno 2013, quando – per nostra grande fortuna – Bruno Valentini è diventato sindaco di Siena!
Lui, novello partigiano, osteggiato dai poteri forti che regnavano e regnano a Siena sotto l’ombrello prodigo della banca Mps e della Fondazione, ha sbaragliato tutti, forte del consenso popolare, e ci ha donato cinque anni di pace, benessere e libertà.
Noi giornalisti, poi, siamo stati davvero graziati! Anche noi… noi che pensavamo di essere già liberi, più o meno dal 1948! Noi che, francamente, non abbiamo mai ricevuto alcuna telefonata dai politici del passato (semmai qualche querela, roboante, preoccupante, angosciante) e che abbiamo sempre scritto quello che ritenevamo giusto scrivere.
Lui, prode liberatore, nemico del sistema che però, guarda caso, riesce sempre a sfangarla, a candidarsi, a finire il mandato e a ricandidarsi, e sempre, comunque, con l’appoggio del suo partito, non certo estraneo al “sistema”. Un partito per nulla rinnovato, ci teniamo a precisarlo, se, al suo interno, e nella direzione, ci sono nomi non nuovi ma di lungo corso: da Fiorenza Anatrini, a Franco C., da Alessandro Mugnaioli a Giulio Carli, a Alessandro Masi.
Lui, osteggiato non solo nelle passate elezioni ma anche in queste!
Tutta la manfrina messa in piedi per i creduloni in questo 2018 – proprio come nel 2013 ma in versione rinnovata – che lo ha visto nel ruolo di “indesiderato” dal partito… Dagli attacchi del segretario Vigni alle picconate del consigliere regionale Scaramelli, tutto oggi appare incomprensibile in una qualche ottica politica. Incomprensibile che un partito, i cui massimi rappresentanti locali si sono espressi in modo negativo nei confronti di una ricandidatura del sindaco uscente, in un anno non sia riuscito a compattarsi neppure per esprimere, per tempo, un nome alternativo a Valentini! I trenta voti in assemblea comunale di Simone Vigni, se il segretario avesse voluto, sarebbero potuti diventare facilmente 40 o anche più se ci fosse stata realmente la volontà politica di andare a primarie. Invece, neppure le firme per l’architetto Mezzedimi, umiliato senza motivo se non quello di “fingere” una apertura alle alternative!
Cosa ha impedito ad un partito fortissimo e carico di consensi di organizzarsi per andare a primarie? Chi ha evitato che queste ci fossero favorendo, di fatto, le velleità di ricandidatura di Valentini? Quale entità divina o più meramente terrena?
“Non ho trovato nessuno disposto a sfidarmi alle primarie 2018”, dice Valentini nell’intervista mirabolante pubblicata sul Corriere di Siena. Allora, di quale candidatura osteggiata stiamo parlando?!? I fatti devono pur valere qualcosa in questo mondo di parole vane e al vento!
“Vigni e Scaramelli evidentemente ci hanno ripensato”, dice ancora il sindaco uscente. Quindi… tutti uniti per Valentini, così, semplicemente! Per non parlare di C. e della sua corrente. Niente primarie tardive e potenzialmente dannose: stiamo tutti con Valentini, si comprende abbia detto o solamente valutato C.. Ma forse, le primarie “tardive” sono diventate “tardive” perché nessuno si è impegnato per tempo. E per colpa di chi? Sempre della famosa entità nascosta e difficile da individuare. Che però, non è certo il “vecchio sistema” dal momento che ha, clamorosamente, avvantaggiato Valentini.
Altrimenti, se ci soffermiamo più a lungo, ci viene da pensare che – ma è solo un’ipotesi – sia proprio l’entità che ha aleggiato sul partito, pietrificandolo, ad essere il “vecchio sistema” di cui tanto parla Valentini. Il vecchio sistema che ha trovato questo escamotage per ridare una lucidata all’armatura affatto ben messa del nostro sindaco uscente. Lui contro il sistema? Allora, di grazia, ci può dire Bruno Valentini chi rappresenta il “vecchio sistema”? Simone Vigni, forse? O magari Stefano Scaramelli? O Franco C.? O la corrente Monaci? Basta con “vecchio sistema” così, senza indicazioni. Se lui ha combattuto (e ha vinto) certo sa con chi ha combattuto. Direi che questa sarebbe una doverosa comunicazione per tutti coloro che, in questi anni ed a costo di grossi, grossissimi sacrifici (e senza neppure una poltroncina o uno strapuntino) ha combattuto il “Sistema Siena”.
E vogliamo parlare, all’atto pratico, dei “cassetti pieni” di progetti e idee, magari anche di urbanistica e mobilità? Come quel piano strutturale mai fatto in cinque anni (e dire che siamo con uno strumento scaduto che certo non fa bene all’economia e alla visione della città proiettata in un qualche futuro)… e quel piano sulla mobilità che ha visto investimenti (ovvero spese) ma mai la luce in una qualche forma? Santa Maria della Scala sempre senza una sua identità e poi la sconfitta di Siena Capitale europea della Cultura, scaturita dalla totale mancanza di ascolto e valorizzazione della città. E, sempre per restare in ambito culturale… siamo davvero sicuri che la gestione affidata di biglietteria centralizzata tra SMS, Palazzo Pubblico e Torre del Mangia e servizi interni a RTI (ovvero a Opera Laboratori Fiorentini) sia stato un vero “colpo da maestro” a favore della comunità?
Nel Consiglio Comunale del settembre 2017, rispondendo ad una interrogazione di Staderini, il sindaco informò “che il RTI che svolge attualmente il servizio di biglietteria ha iniziato il 10 novembre 2016 (il Santa Maria è rimasto chiuso per lavori di riordino e riallestimento per tutto il mese di febbraio 2017) e che, a norma della convenzione citata in oggetto, la biglietteria centralizzata di piazza del Duomo è in funzione dallo scorso 1° marzo. Valentini ha concluso riportando l’incasso lordo del Santa Maria della Scala derivato da bigliettazione. Dal 10 novembre 2016 al 31 gennaio 2017: 64.835,50 euro (media giornaliera 820,70 euro); dal 1° marzo al 30 giugno 2017: 222.486 euro (media giornaliera 1.823,65 euro). Le ricadute economiche per il Comune, nei rispettivi periodi, sono state di 7.131,90 euro (media giornaliera 91,43 euro) e di 40.040,28 euro (media giornaliera 328,20 euro)”. Il dislivello tra le cifre guadagnate da RTI e quelle poi riconosciute al Comune è forse un tantino eccessivo… o no?
Ma parliamo anche di nomine all’insegna del rinnovamento! Tanto per restare ai fatti e non alle parole. E tanto per cercare di comprendere, con l’aiuto di Valentini, quale sia il “vecchio sistema” da contrastare.
Ad aiutarci è una nota stampa di Siena Attiva, del luglio 2017: “La cantilena del rinnovamento, tra il dichiarato (molto) ed il praticato (raramente), si è andata a scontrare con il “nuovo” profilo dell’Amministratore Delegato di ESTRA s.p.a., Alessandro Piazzi, appena confermato. In carica da numerosi anni, già amministratore in molte partecipate, già membro della Deputazione Amministratrice della Fondazione MPS e come tale destinatario di azione di responsabilità, Piazzi trova nuova conferma, la seconda dall’inizio del mandato Valentini. Pur non avendo nulla di personale nei suoi riguardi, siamo costretti a sottolineare che detta conferma non sia per nulla in linea con l’impegno politico al cambiamento e al rinnovamento in relazione a quel meccanismo di gestione del potere che ha caratterizzato la città e la provincia negli ultimi decenni, impegno al rinnovamento che ci ha contrassegnato e di cui il Sindaco si era espressamente fatto carico. Impegno che purtroppo è andato in fumo anche in questa occasione e, peraltro, con la condivisione del voto dei sindaci dei comuni soci di Intesa Spa, tra i quali quello di Siena ed anche quelli appartenenti alla cosiddetta corrente “rottamatrice” del PD”.
Un altro nome, quello di Alessandro Piazzi, che evidentemente, pur essendo ai vertici del Pd locale nei tempi d’oro e anche adesso, non rientra, secondo il sindaco Valentini, nel “vecchio sistema”.
Se vivete un senso di smarrimento, tranquilli. Non è il caldo improvviso che ancora non sappiamo affrontare fisicamente. E che proprio qualcosa non quadra.
In questi cinque anni a Siena non è cambiato nulla. Ce lo siamo detti tante volte e così è. Le nomine nelle partecipate hanno seguito le stesse logiche di sempre. Le figure che hanno girato in città con qualche incarico sono rimaste le stesse. Non si è respirato alcun cambiamento reale. E se il sindaco Valentini vuole farci credere che, invece, c’è aria nuova in città – non si sa bene da quando – noi sappiamo che non è così.
E malgrado tutto questo, ci sentiamo ancora liberi. E non per merito del nostro sindaco. Evviva il 25 aprile!