Tutto deciso per la presidenza della Fondazione? Non importa...
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Mancano poco più di 24 ore alla nomina del presidente della Fondazione Mps. Solo una nottata insonne e l’ennesima stagione di nomine sarà archiviata con un profondo sospiro di sollievo da parte della classe dirigente del Pd. Che potrà così andarsene in ferie bellamente, per qualche giorno almeno.
Se n’è parlato anche l’altra sera (17 agosto) alla Festa Democratica. Simone Bezzini, il presidente della Provincia, ha voluto dire la sua sulla imminente nomina del Numero Uno di Palazzo Sansedoni. Niente nomi: meglio “discontinuare”. “Se vogliamo cambiare dobbiamo praticare concretamente la discontinuità sia nello stile che nei percorsi, a partire dal rispetto dell’autonomia decisionale della deputazione generale – ha detto Bezzini -. La mia idea è che la deputazione debba prima definire gli indirizzi dei prossimi mesi; poi debba definire dei profili e infine debba trovare procedure trasparenti per ascoltare le proposte e le idee degli enti designanti”. Un processo lungo che, speriamo, sia partito per tempo. Perchè nel tempo che resta queste cose non si possono proprio fare, tutte insieme.
Al nome di Pizzetti, sempre in pole e fresco residente di Sovicille, si è aggiunto per l’ennesima volta quello del pluripoltronato Piazzi. Un nome che, ai più, appare come un tentativo di dare l’impressione della “apertura”, della possibilità opzionale. Insomma, tanto per non far vedere con troppa evidenza che i giochi sono già chiusi. L’ultima novità riguarda Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, che potrebbe avere qualche chanche. E altri nomi vengono fatti (tutti di fede spiccatamente piddiina, quasi fosse la condizione necessaria e sufficiente a garantire la qualità… fatto peraltro ampiamente confutato dal passato recente) senza dare una motivazione altra che non sia l’appartenenza politica.
Che triste destino per la Fondazione Mps. Sotto il 10 per cento e con una voce resa flebile dalle ampie deleghe date al presidente della Banca. Da padroni a servi senza neppure un moto di ribellione, senza alzare non dico una barricata ma una mano per dire “no, eh!”.
La Deputazione Generale appena insediata dovrà eleggere il suo presidente. A questo passaggio credono in pochi (intendo a questa libertà di movimento), a domostrazione che quando si vuole vedere la realtà ci si riesce perfettamente!
Saremmo curiose di conoscere l’elenco dei candidati (?) Saremmo curiose di sapere chi lo ha stilato magari mettendo, di fianco al nome del candidato, anche il “proponente”, se possibile pure con un breve elenco di motivazioni ad avallare la candidatura… Sarebbe bello, tanto per discontinuare, che i nomi fossero proposti alla città prima della riunione per l’elezione. Annusare l’opionione della gente prima di ritrovarsi davanti a quel tavolo e decidere con l’autonomia intellettuale tanto decantata dal presidente Bezzini…
Piaciuto il film? E’ durato poco, solo qualche rigo, perchè anche per sostenere la fantasia un po’ più a lungo ci vuole una base realistica, un appiglio alla verità di questa storia.
Pizzetti si prepara a prendere il suo posto, molto probabilmente, e non possiamo farci nulla. Proprio come non possiamo opporci ai nomi giù insediati, altisonanti (!) quanto discutibili.
Non possiamo farci nulla? Non importa, non ci tapperanno la bocca e ci proviamo lo stesso. Seguendo la proposta ben fatta dell’Eretico, qualche nome di pregio lo poteva benissimo esprimere la città. L’avvocato Luigi De Mossi, impegnato già sullo Satuto della Fondazione Mps, strenuo difensore del “salvabile” di questa Siena del terzo millennio, già addentro nelle vicende dell’ente per ragioni professionali ed extraprofessionali si era offerto di far parte della Deputazione Generale ma, ovviamente, il suo curriculum non è stato neppure considerato, preferendo esperienze molto più scarne…
Non possiamo farci nulla? Non importa, non ci tapperanno la bocca e ci proviamo lo stesso. Seguendo la proposta ben fatta dell’Eretico, qualche nome di pregio lo poteva benissimo esprimere la città. L’avvocato Luigi De Mossi, impegnato già sullo Satuto della Fondazione Mps, strenuo difensore del “salvabile” di questa Siena del terzo millennio, già addentro nelle vicende dell’ente per ragioni professionali ed extraprofessionali si era offerto di far parte della Deputazione Generale ma, ovviamente, il suo curriculum non è stato neppure considerato, preferendo esperienze molto più scarne…
La proposta dell’Eretico, alla luce dei fatti, è più una provocazione. Nessuno si sognerebbe di coinsiderare le candidature seppure sensatissime di un blogger o di una editorialista senza nessun potere alle spalle; considerato anche gli equilibri politici/economici che in questi anni abbiamo tentato di raccontare.
Ma sempre, comunque, le provocazioni, le proposte sensatissime, le famose voci fuori dal coro, sebbene nate e morte quasi nello stesso tempo, hanno il peso di macigni sulle coscienze non completamente assopite della gente. Senza quelle voci, forse, il silenzio sarebbe complice e potrebbe far intendere l’assenza di alternative. Il pensiero unico imperverserebbe in un costante vuoto di idee alternative… E invece no. Cari lettori, tirate fuori altri nomi, pensate voi ad altri probabili candidati alla presidenza della Fondazione Mps, da sottoporre alla Deputazione Generale in carica.
Essere inascoltati non può bastare per arrendersi al mutismo, così come essere relegati in un tempo di acquiescenza collettiva e di immoralità non basta a giustificare l’indifferenza o peggio, la resa, a ciò che ci offende fin nel profondo.
Quel silenzio che occupa la gente con il suo carico di coscienza vigile dovrebbe, invece, essere dimora perenne per tutti coloro che fino a questa mattina hanno dato fiato alla loro assenza di pudore, che non hanno avuto remore a proporre nuovi incarichi a individui indegni, certi, ancora, di una impunità sempre garantita…
Si può cercare di ribaltare le parti? Siamo ancora nella possibilità di poterlo fare?
E’ una brutta malattia la speranza… ma gli uomini e le donne che ne soffrono restano, comunque, l’unico spiraglio di luce tra le nebbie di tutti i tempi. Ci vuole coraggio, una buona dose di avventatezza e l’intima certezza di essere dalla parte del giusto!
Essere inascoltati non può bastare per arrendersi al mutismo, così come essere relegati in un tempo di acquiescenza collettiva e di immoralità non basta a giustificare l’indifferenza o peggio, la resa, a ciò che ci offende fin nel profondo.
Quel silenzio che occupa la gente con il suo carico di coscienza vigile dovrebbe, invece, essere dimora perenne per tutti coloro che fino a questa mattina hanno dato fiato alla loro assenza di pudore, che non hanno avuto remore a proporre nuovi incarichi a individui indegni, certi, ancora, di una impunità sempre garantita…
Si può cercare di ribaltare le parti? Siamo ancora nella possibilità di poterlo fare?
E’ una brutta malattia la speranza… ma gli uomini e le donne che ne soffrono restano, comunque, l’unico spiraglio di luce tra le nebbie di tutti i tempi. Ci vuole coraggio, una buona dose di avventatezza e l’intima certezza di essere dalla parte del giusto!