Ma ora pensiamo ad andare a votare. Non deleghiamo ad altri le nostre scelte
SIENA. “Vi potevamo stupire con effetti speciali…” Cari Magistrati, lo state facendo! Senza effetti speciali ma con una tenacia che ci commuove e che vorremmo tenere viva, state tirando fuori dalle vostre stanze notizie che ci lasciano senza parole. Quello che vediamo è ben diverso dall’illusione di un mago. E mette i brividi; e fa paura.
Siamo ancora immersi fino al collo nella vicenda Mps; ancora ci guardiamo attoniti per quello che sta emergendo (dal punto di vista squisitamente finanziario a da quello miseramente politico), che arrivano notizie di attività investigative da Salerno riguardanti il solito “groviglio”.
Non che la notizia sia nuova, dal punto di vista dello sfondo… in diversi, leggendo il Fratello Illuminato (così ricambio la citazione!) avevano immaginato la serata sulla costiera amalfitana con al centro della scena, l’allora presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari e l’allora deputato della Repubblica, Franco Ceccuzzi. Avevamo immaginato le “confidenze” che si erano potuti scambiare con il padrone di casa, il signor Amato. Oggi, l’accusa: concorso in bancarotta in un’inchiesta stralcio sul fallimento del pastificio Amato. Insieme a Mussari e Ceccuzzi compare anche l’ex direttore generale Mps, Marco Morelli. I tre saranno ascoltati dai magistrati la prossima settimana.
Una bella tegola sulla testa di un partito, il Pd, già provato da tutta la questione Mps. E poi, il presunto accordo con il PdL… e adesso questo! Se c’è un regista occulto dietro tali operazioni – la dietrologia in Italia è come il sale nella pasta (ops!) – è meritevole di una candidatura agli imminenti Oscar. Che ci sia un regista o che non ci sia, la cosa non cambia. Se quanto ipotizzano gli inquirenti dovesse poi essere confermato, saranno i fatti, la storia, ad avere un peso. Non si può spostare l’attenzione dalla luna al dito. Bisogna, oggi più che mai, tenere fissi gli occhi sulla luna.
Operazione, questa, che stanno facendo anche a Roma. Ieri sera, dal Pd nazionale è arrivato un messaggio piuttosto chiaro. Fassina, responsabile nazionale del Pd per l’economia e il lavoro, non è venuto a chiudere la campagna elettorale in quel di Siena. Unico esponente di spicco dei democratici che aveva assicurato in scaletta una data “senese”, Fassina ha dato buca lasciando “orfani” i piddiini locali. Lo sgomento degli iscritti, chiamati a partecipare all’evento e poi lasciati da soli alla Lizza senza una spiegazione plausibile, è stato palpabile. La rabbia che ne è seguita ha fatto dire a qualcuno che avrebbe scritto una lettera al Pd nazionale per chiedere spiegazioni! Ma cosa si dice ad un onesto iscritto al partito, magari storicamente legato alla sinistra, magari un nostalgico di Botteghe Oscure, un volontario delle Feste Democratiche… in questi casi? Si può dire che si era già al corrente dell’avviso di garanzia a Ceccuzzi? O che si temeva l’articolo de L’Espresso di oggi? O forse le domande di qualche giornalista ancora a Siena per seguire la faccenda Mps?
Non vorrei essere nei panni dell’onorevole Bersani. E neppure in quelli del sindaco Renzi, che si proponeva di rottamare il rottamabile e che, invece, si trova oggi a raccogliere i pezzi di un Pd toscano (e non solo senese come si crede) in profonda crisi.
Intanto l’attenzione è rivolta a quello che accadrà nell’imminente. A quello che deciderà di fare l’ancora candidato sindaco di Pd e Sel, Franco Ceccuzzi. Siamo in attesa dell’annunciata conferenza stampa, in cui parteciperà al mondo le proprie decisioni. Lo farà nei prossimi giorni, perhé anch’egli aspetta quello che aspettano tutti: l’esito delle politiche.
La nostra convinzione è che, qualora cambiasse il candidato del centrosinistra, altri candidati potrebbero “tirarsi indietro”. Insomma: il quadro delle amministrative senesi potrebbe, incredibilmente, cambiare contorni, colori e prospettive in una visione nuova, e speriamo, più costruttiva, pulita e trasparente, della politica locale.
Cullati da questa speranza ci mettiamo a riposo per le prossime ore, aspettando che gli italiani – e i senesi – esprimano il loro voto. Quello che ci sta a cuore è che tutti si sentano in dovere di farlo. In barba allo sconforto, alla delusione cocente, agli ideali che si sono infranti contro qualche troppo solido e sporco piano, noi vogliamo incitare tutti a non perdere il diritto di andare a votare. Non è opportuno lasciare ad altri il compito di scegliere per noi, così come non è vero che esistano dei voti “inutili”. Che fanno vincere qualcuno che noi non vogliamo. Se non vogliamo, diciamolo con il nostro voto.
Nel crudele gioco della democrazia – che per quanto lacera, umiliata e prostrata ancora ci appartiene – dobbiamo dare il contributo delle nostre idee e delle nostre convinzioni, senza paure e senza compromessi. Potremo essere dalla parte della maggioranza oppure scoprirci tra quelli che la pensano diversamente ma questo non sarà certo un aspetto rilevante. Sapremo di aver fatto quanto era in nostro potere per dare voce al singolo. Partendo da noi stessi. Non è una cosa da poco.
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