Quattro parole ai lettori: una tiratina d'orecchie e l'invito a diventare parte di questo progetto
SIENA. Mi permetto una chiacchierata informale con i lettori del Cittadinoonline. Di quelle che si fanno al bar, tra amici. E magari, già che ci sono, mi lascio andare a qualche confidenza… e a qualche “tiratina d’orecchie”.
Non me ne vorranno. Sono tanti e, negli ultimi tempi, la voglia di comunicare con la redazione e di partecipare ci intasa gli indirizzi di posta. E pure la sezione dei commenti. Ne sono felice. E in buona parte anche orgogliosa. Ma…
Ma, come in tutti i rapporti che si rispettino – questo l’ho imparato di recente – vanno messe delle regole affinchè non ci possano essere dei dubbi, delle recriminazioni, delle incomprensioni.
Facciamo una premessa fondamentale: questo non è un blog ma un quotidiano, con tanto di iscrizione al Tribunale. Con un editore ed un direttore. Lo so, se ci è cascato Panorama (addetti ai lavori), ci possono cascare anche gli altri. Ma, purtroppo o per fortuna, si tratta di due cose ben diverse. Chiarito questo, possiamo – forse – comprendere meglio come mai alcuni (spesso tanti) commenti non passano il controllo e quindi non vengono mai pubblicati.
Ed è un vero peccato, anche perchè alcuni sono spassosissimi, nel vero rispetto della tradizione toscana! Ma, francamente, il Cittadinoonline ne ha già abbastanza di rogne da seguire; andare alla Casa della Conciliazione (come ci toccherà fare il prossimo 11 ottobre proprio a causa di un commento, fotunatamente supportate dallo studio dell’avvocato De Mossi) ad ogni piè sospinto, perchè qualcuno, anzicchè replicare in chiaro ad un commento “critico”, si sente offeso e cita l’editore per ipotetico danno d’immagine… mi pare un carico di lavoro di cui si può e si deve fare a meno.
In questo momento di grave crisi – delle istituzioni, della banca, della società – comprendo lo sfogo di chi ha paura di perdere il proprio posto di lavoro, le sicurezze costruite in anni di attività, la tranquillità della famiglia che si credeva di aver anche solo parzialmente raggiunto ma, a ben riflettere, sprecare le energie in invettive ed offese (spesso pesanti), che servono solo ad un mero esercizio di scrittura creativa, francamente mi pare non all’altezza della situazione.
Per carità! Serve anche questo. Ma forse, finito lo sfogo (che non pubblicheremo per le ragioni suddette ma che terremo da conto con un com-patimento degno dei membri di una famiglia) dai commenti vorrei emergessero proposte, iniziative, progetti… anche forme di protesta, dimostrazioni sincere e giuste di rancore e pure critiche alla redazione là dove non vi pare che abbia “centrato” il tiro. Ma naturalmente restando nei limiti della critica costruttiva, senza illazioni e sgradevolezze varie…
Un fedele commentatore dei nostri articoli ha scritto in un suo post che pensa che io “serva un padrone che non è quello sul manifesto della libertà”. Gli rispondo volentieri confutando anche il seguito del suo pensiero (ovvero che la cosa non mi interessa): avere un padrone è sempre un fatto seccante. Lo è per un milione di motivi, soprattutto se si pensa all’aspetto dell’obbedienza che preclude ogni possibile uso della propria testa (e la mia è piuttosto invadente per poter rimanere inascoltata da me medesima). Anche la libertà – ed il suo manifesto, ammesso che ci sia e se non è una contraddizione in termini, collegato alla libertà – indossate le vesti del “padrone” diventa un’entità da temere, di cui si può diventare schiavi.
Questa redazione è libera, certo, ma resta confinata nei limiti imposti da una democrazia purtroppo malata e da una oligarchia che ancora imperversa, a livello nazionale e locale. Questa redazione è libera nei limiti della sua sopravvivenza, costantemente a rischio a causa della mancanze a di risorse che non consente l’organicità di un pool di lavoro che possa svolgere la professione con impegno, con costanza e maggiore incisività.
Per ovviare a questa “debolezza congenita” abbiamo csicumera hiesto, qualche mese fa, l’aiuto dei lettori, dopo aver costituito l’associazione culturale RED. L’aiuto lo chiedevamo ai nostri lettori, perchè non volevamo un padrone che non fosse diverso da chi ci aveva scelto liberamente come interlocutori e “accreditati lavoratori dell’informazione”. Forse abbiamo sbagliato i tempi. O forse il nostro “grido di allarme” non è giunto forte e chiaro come avrebbe dovuto. Forse, la nostra reticenza a chiedere è stata più forte del desiderio di tenere in piedi qsicumera uesto spazio libero, questa nostra creatura a cui manca ancora qualcosa per crescere.
Allora ci riprovo: dateci una mano. Abbiamo bisogno anche di voi per poter continuare a fare il nostro lavoro. (Clicca qui per sapere come fare ad aiutare l’Assored http://www.assored.it/index.htm)
E non è solo l’aiuto dato ad un progetto editoriale. E’ una scelta di campo, che non ha nulla a che vedere con la politica, con le prossime elezioni, con la “voce del padrone”. E’ la ferma volontà di essere dalla parte del cambiamento. Un “movimento” che travalica le questioni meramente localistiche (sebbene di assoluta priorità in questo momento) e punta ad essere moto di rinnovamento su più fronti. Partendo dalla conoscenza dei fatti; dalla cognizione di quanto accade e che ci circonda; dalla ricerca della natura vera delle cose al fine di farsi un’opinione e magari anche di condividerla.
Insomma: le ambizioni sono una bella cosa. I sogni pure. Ed essere schiavi dei sogni, sebbene non proprio privo di rischi legati alla dipendenza e alla possibilità di “sbatterci il grugno”, è comunque meglio – oggi come oggi – di essere vittime di questa insoddisfacente realtà. E poi… a pensarci bene… non si è assolutamente e totalmente liberi solo quando si sogna?
Dimenticavo: chi vuole scrivere qualcosa alla redazione può usare l’indirizzo e-mail info@ilcittadinoonline.it, non i commenti.
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