In atto grandi manovre per il controllo della Mens Sana basket?
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. L’estate non è ancora finita, la calura di questi giorni ci fa rimpiangere le ferie (per chi le ha fatte) e ci fa apparire sempre lontani gli affanni del quotidiano, di quel piccolo e meschino mondo che, posto sulle nostre teste, decide per noi tutti, nel bene ma soprattutto nel male. Eppure, fatti, episodi, echi di avvenimenti, appuntamenti importanti e attesi, ci spingono ad un confronto serrato con l’attualità.
L’ex presidente Profumo ci ha lasciato i primi di agosto e oggi, a distanza di poco più di un mese, conosciamo il nome del suo successore. Massimo Tononi è stato caldeggiato dal presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, ed è stato votato con una maggioranza bulgara, come da tradizione, dall’assemblea dei soci.
C’è chi, tra gli esperti della finanza, assicura che le semestrali in rosso per Mps non siano finite. Che sui prossimi conti peseranno delle scritture che sono rimaste non conteggiate nel precedente bilancio. Staremo a vedere. La cosa certa è che la scelta di un partner resta in agenda. Al primo posto. E non per quanto indicato dalla Bce. Per una necessità strutturale, per un bisogno di stabilità che Mps non ha raggiunto negli anni sotto la guida dell’ex presidente Profumo.
Di roseo, nella banca senese, c’è ben poco, checché ne dica Clarich, che si vanta di non aver avuto rapporti con la politica locale, soprattutto in fase decisionale. Un vanto che, se da una parte ci solleva (vista la media “illuminata” dei politici locali) dall’altra di preoccupa, perché forse, la Fondazione Mps, per mantenere un radicamento con il territorio, una chiacchieratina con gli amministratori locali (o meglio con il Consiglio Comunale) l’avrebbe dovuto fare! Meglio il Consiglio comunale della Festa de l’Unità, o no?
E sempre la politica, o meglio la pallida ombra della politica, continua a tenere banco anche fuori dalla banca. In Consiglio Comunale, per esempio. La seduta di martedì ha avuto un risvolto che non si può forse definire inaspettato ma che non può non avere un peso sugli assetti interni alla maggioranza.
Il punto di “rottura” si è creato su una determina dirigenziale relativa all’affidamento del progetto di un tratto di pista ciclabile, per circa un chilometro, tra Isola d’Arbia e Ponte a Tressa. Il documento aveva i caratteri dell’urgenza per la necessità di poter accedere a finanziamenti regionali. Il progetto preliminare era stato “donato” da un membro della Consulta 3. Un esponente del Pd e architetto. Il progetto esecutivo – costo 11 mila euro – sarebbe adesso toccato allo stesso architetto. Un fatto eticamente discutibile ma possibile in una Italia ormai allo sbaraglio. Senza nulla togliere all’architetto in questione, il fatto che si possa lavorare solo se ben collegati politicamente, è un fatto che irrita. Che angoscia tutti quei giovani con la bella laurea attaccata al muro della camera.
Insomma, martedì, su questa storia, si è consumato l’ennesimo strappo con la maggioranza. Prima i democratici si sono presi del tempo per decidere come uscire dall’impasse creatasi dalle osservazioni del consigliere di opposizione Andrea Corsi. Poi, dopo un’oretta e le rassicurazioni del sindaco circa la bontà della determina, la capogruppo del Pd ha chiesto di ritirare il documento nell’attesa di una verifica della regolarità dell’assegnazione del progetto. Anche il Segretario Generale ha assicurato la bontà dell’assegnazione ma ha, contestualmente, garantito che procederà ad un ulteriore controllo. Persi (Pd) non si è convinta e non si è fatta convincere dalle parole del sindaco e tutto è stato rimandato. La colpa di questo rinvio, ovviamente, è stato addebitato da Valentini, all’opposizione. Una visione dei fatti che, francamente, sconvolge. Una poco obiettiva analisi da parte del nostro sindaco che finge di non vedere la poca fiducia che la sua maggioranza gli concede. “Effetto Monteriggioni”: è stata battezzata così questa nuova sindrome che ha colpito i consiglieri di maggioranza. U vistoso richiamo alle vicende giudiziarie che ancora vedono coinvolto il sindaco e che potrebbero rendere ancora più vacillante la sua poltrona già data per incrinata da attenti osservatori.
Ma la politica entra e c’entra anche in vicende di non minor conto (visti i precedenti)… o lontane dalle stanze consuete del potere. La Polisportiva Mens Sana, per esempio. Pare che le ultime manovre messe in atto all’interno della società tendano a “politicizzare” il settore sportivo del basket, che tanto è servito, in passato, a rinsaldare rapporti di interesse all’interno della “Casta” senese.
Al posto dell’assessore allo sport Leonardo Tafani, in aspettativa per impegni amministrativi, è subentrato, nelle vesti di direttore sportivo, Gianluca Marzucchi, figlio dell’ex assessore al bilancio in giunta Ceccuzzi (e non solo), e attualmente consigliere comunale, Mauro. Ragazzo competente, si dice, con una buona visione sportiva e amministrativa. Ma pure politica, aggiungiamo noi. Non potendo Leonardo Tafani concorrere direttamente alla presidenza della Polisportiva, in quanto dipendente della società, e tenuto conto che Piero Ricci pare, almeno ufficialmente, non intenda ricandidarsi, ecco che Marzucchi junior potrebbe apparire la migliore soluzione al problema. Non tanto amministrativo quanto, ci risiamo, politico.
La corrente socialista del Tafani, per chiarire, e quella riformista del Marzucchi senior pare abbiano trovato una foce comune: l’occupazione del feudo sportivo. Un bel colpo, tenendo presente che lo sport, a Siena e non solo (Berlusconi docet) ha reso sempre importanti servigi alla politica, in ordine ai voti e non solo. Fuori Minucci, insomma, resta il nodo irrisolto della gestione delle società (come delle amministrazioni) in modo sempre molto discutibile eticamente, con posti assegnati agli amici o accoliti e una buona dose di arroganza.
Tafani, da assessore allo sport del Comune di Siena, non avrebbe potuto (eticamente parlando) ricoprire incarichi in una società sportiva legata al suo territorio di compentenza. Esiste un conflitto di interessi che, richiamato anche dalla carta di Pisa, non viene però riconosciuto dalle amministrazioni pubbliche, evidentemente. L’assessore ha comunque presentato le sue dimissioni alla società. Dimissioni che sono ancora in sospeso e che non vengono ancora accolte e ratificate.
Proprio come la vicenda della pista ciclabile, risiamo sul tema dello scarso peso che l’etica e la correttezza intellettuale hanno nei nostri tempi infelici.
Ma non è finita qui con la Mens Sana, perché, parlando di sponsor, ci sono almeno un paio di coincidenze curiose: la “fuga” di Gecom (pare che l’ad di Mps si sarebbe opposto all’accordo per il controllo della sicurezza di alcune filiali della banca) e il trasferimento (insalutato ospite) di Vismederi al Costone, che ringrazia. Allo stato dei fatti, salvo i diamanti per “Truck”, non ci sarebbe un gruzzolo sufficiente per tutta la stagione dei biancoverdi. E pare che in società non vi sia qualcuno in grado di trovarli…
Tutto si può fare, tutto può essere fatto, se ha una parvenza di legittimità e se viene sostenuto da una classe dirigente che ha come solo obiettivo il mantenimento degli equilibri di potere. Non ci sono limiti se non vengono tracciati dalla propria dirittura morale. e purtroppo gli esempi degli ultimi anni indicano come uomini e donne di successo, quelli e quelle che non hanno tenuto in gran conto l’etica, ma hanno saputo sfruttare, senza troppi scrupoli le opportunità ricevute, per compentenza o, meglio ancora, per accosti, hanno ottenuto un buon grado di successo e riconoscimenti sociali.
Da queste poche, sparute, osservazioni, si comprende come nulla sia cambiato, a parte qualche nome (e a volte neppure quello), nello scenario senese.
Un fatto increscioso, che al momento non lascia grossi margini alla speranza, neppure a quella più temeraria e testarda. Non è arrivato ancora il tempo per guardare con fiducia al futuro.