Gli auspici per il nuovo anno del direttore Raffaella Zelia Ruscitto
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Diamo addio a questo 2024 e la tentazione sarebbe di farlo come negli anni passati, come nella tradizione. Un bicchiere di spumante in una mano e una fetta di pandoro o panettone nell’altra; un bacio sotto il vischio e la musica del concerto di Natale in tv. I volti di amici e parenti… videochiamate, messaggi, pensieri affettuosi e carichi di speranza per un futuro migliore.
Io vi invito a fare qualcosa di diverso. Vi invito a uscire dalla vostra zona di comfort e farvi un bagno di realtà. L’acqua è ghiacciata, vi avverto. Guardate con i vostri occhi, senza pregiudizi e senza prendere posizioni precostituite perché dettate dal leader di preferenza. Qui non siamo a fare comizi e neppure ci prepariamo alle elezioni. Guardate con i vostri occhi le immagini di distruzione e violenza inaudita che questo anno ci ha regalato. Non scrollate il cellulare… abbiate il coraggio di guardare fino all’ultimo freme.
Bombe, massacri, morti in mare, aggressioni per le strade delle nostre città, delinquenti sempre più giovani, uomini sempre più violenti. Organismi internazionali ridotti al ridicolo, perché gli stessi diritti fondamentali dell’umanità non hanno più valore, mercanteggiati con il diritto del più forte, il diritto delle lobby, il diritto di leggi sempre più ingiuste e di una informazione sempre più deviata.
Stiamo barattando la nostra umanità, la nostra compassione, la nostra libertà persino, con una buona connessione ai social, con l’egoismo e la paura che ci vengono inculcati fin dalla culla. Salvo poi lamentarci se i nostri figli sono aridi e violenti, senza più il rispetto dell’altro, in tutte le sue declinazioni.
Trasmissioni intere che ci insegnano chi temere e perché; perchè siamo meglio noi, e quanto temere chi non ci somiglia. Quanto siamo degni noi più degli altri; quanto siamo democratici noi più degli altri… e così cadiamo nella logica della deumanizzazione di chi non parla, non agisce e non la pensa come noi, persino.
Allora che augurio possiamo farci per questo 2025?
Ecco qui, come nel noto film: ecco due pillole. In una c’è il siero che ci fa dimenticare tutto quanto accaduto e quanto accade intorno a noi. Quella che ci fa seguire placidamente la massa, che ci viene prescritta e fornita ogni volta che ci lasciamo raccontare la storiella che vogliamo sentire, da leader mondiali sempre più spietati e accecati dal loro stesso potere. Nell’altra c’è il siero della nostra umanità sopita, delle lacrime che non sappiamo più versare per il dolore del prossimo; della nostra consapevolezza di essere tutti ugualmente forti e fragili, di avere tutti figli, fratelli, sorelle, padri e madri da proteggere, una casa, una terra da amare… di essere in questo mondo solo di passaggio e le impronte che lasceremo porteranno, assieme a tutte le altre lasciate dai nostri fratelli, verso un mondo più giusto e più degno o verso la fine di tutto.
Auguriamoci di svegliarci dal sonno dell’ignoranza e dell’indifferenza; auguriamoci di ritrovare ogni mattina il coraggio che scaturisce dalla nostra anima più profonda, che non può restare indifferente davanti a nessuna morte, a nessuna guerra. Esercitiamoci al sorriso e alla gentilezza, come facciamo in palestra. Guardiamoci intorno piuttosto che sui social, e sforziamoci di portare il nostro aiuto dove serve, consapevoli che siamo immersi nello stesso oceano e che piccole vibrazioni positive possono scatenare onde di cose positive.
Auguriamoci di spendere le nostre energie per opporci, come querce secolari, ai venti di odio che sferzano ogni angolo della terra, perché sotto le nostre chiome i bambini del mondo, senza distinzione alcuna, possano crescere riconoscendo l’importanza della connessione tra gli uomini che alimenta la vita, unico bene prezioso e inviolabile. Strappiamo i più piccoli, che sono il nostro futuro, da tutta questa violenza, da questa disumanità ormai senza freno.
Auguriamoci di essere portatori di pace, consapevoli che questo impegno non dovrà venir mai meno, se vogliamo un giorno celebrare con piena soddisfazione l’inizio di un nuovo anno.
Brindiamo alla parte migliore di noi, brindiamo all’amore che non ha più una casa sicura e che viene deriso e ridicolizzato. Brindiamo alle ferite che ci portiamo addosso, se ci hanno insegnato a proteggerci senza smettere di credere nel prossimo. Brindiamo al nostro altruismo e alla voglia di vivere appieno questo mondo senza guardare con occhi diffidenti i nostri occasionali compagni di cammino.
Auguriamoci di essere umani senzienti più che utenti!