Il responsabile della comunicazione dell'Associazione critica la scelta
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di Augusto Mattioli
SIENA. “La candidatura a deputato – e soprattutto qui a Siena – del ministro Pier Carlo Padoan è una provocazione” . Lo sottolinea Andrea Vivi, senese, ex Mps, responsabile della comunicazione dell’associazione Salvabanche, molto critico sull’operato del governo, su come si è mosso su Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti, la cui crisi ha avuto conseguenze pesanti sulla vita dei risparmiatori, che dalla sera alla mattina hanno visto sparire molte delle loro certezze economiche.
Siete molto critici su quanto hanno fatto Padoan e Renzi sulla questione delle quattro banchette: Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti. Perche?
Perché è stato fatto un decreto cosiddetto Salvabanche il 22 novembre del 2015 con cui hanno applicato in anticipo il bail-in rispetto al termine previsto del 1 gennaio 2016. Sacrificando oltre agli azionisti anche gli obbligazionisti subordinati, a cui le stesse obbligazioni erano state vendute senza nessuna specifica, come se fossero ordinarie. Hanno ceduto alle ovvie e dure manifestazioni di protesta prevedendo un fondo di ristoro con il quale – con numerosi paletti – si decideva da una parte il rimborso automatico dell’m 80% e dall’altra un arbitrato per chi non rientrava nei termini. Erano interessate decine di migliaia di persone per un valore complessivo di 329 milioni.
Si è andati su questa strada?
Siano andati su questa strada e i rimborsi sono a tutt’oggi di 180 milioni. Prevedendo che qualche altra decina di milioni possano essere restituiti con l’arbitrato, non si capisce come mai per una somm di circa 100 milioni che dovrebbero rimanere da rimborsare, in assoluto una somma importante ma poca cosa rispetto al bilancio italiano, si sia fatta tutta questa confuzione.
Pochi rispetto alla cifra complessiva…
Perché intanto, per quanto riguarda, gli arbitrati non c’è stato nessun rimborso. Le richieste sono per circa 90 milioni e non si sa se verranno rimborsati tutti i richiedenti e in quale percentuale. A fronte di questa situazione, che ha sconvolto tutti e lasciato di fuori migliaia di famiglie, abbiamo l’ex presidente del Consiglio Renzi e il ministro Padoan che dicono di avere messo in sicurezza il sistema bancario e di avere rimborsato i risparmiatori, senza specificare né quanti né in che tempi. Queste banche “salvate” – di cui tre, Banca Etruria, Banca delle Marche e Cassa di risparmio di Chieti, sono state vendute per un euro a Ubibanca, e Cari Ferrara a Banca Popolare dell’Emilia Romagna, con gravi ripercussioni sul personale, con quasi 2000 esuberi.
Lei è stato a qualche iniziativa di Padoan ?
Non direttamente, non sono intervenuto. Si tratta di iniziative in locali chiusi dove non era ammesso alcun tipo di intervento critico. Non vedendo neanche da parte degli avversari politici del ministro nel collegio alcuna presa di posizione sulla vicenda delle “banchette”, ci preme sottolineare come feci notare personalmente al ministro Padoan, incontrato alla Leopolda il 12 dicembre del 2015, come non si rendessero conto (e lo fanno ancora) di quanta sfiducia abbiano indotto nei risparmiatori italiani verso il sistema bancario. A quella data erano infatti 65 miliardi le obbligazioni subordinate in circolazione ed interessavano un pubblico di risparmiatori vastissimo.
Quale atteggiamento c’è stato nei vostri confronti?
Prima ci hanno trattato da speculatori, quando invece i tassi di interesse erano più bassi di quelli dei titoli di stato, poi hanno cercato di scaricare tutte le colpe solo sulle banche stesse, che pure le avevano, e sugli organi di vigilanza, come se questi ultimi dipendessero da noi. E’ la prima volta in realtà che nella storia italiana il governo interviene direttamente per azzerare i risparmi dei cittadini, tutelati dall’articolo 47 delle costituzione.
Voi dite che la candidatura di Padoan in generale, e a Siena in particolare, è una provocazione. Perché?
Che senso ha insistere su un ministro dell’economia che ha dimostrato a dir poco leggerezza ma in realtà incompetenza e imprevidenza nella gestione del sistema bancario italiano?
Vorrebbe reincontrarlo di persona?
Certo. Per sapere se, dopo due anni, si sono resi conto dell’errore che hanno fatto e delle gravi conseguenze che ha avuto su tutto il sistema bancario.