AREZZO. Dall’Associazione Vittime del Salvabanche riceviamo e pubblichiamo.
“Ringraziando per l’apertura e disponibilità dimostrata nell’ultimo incontro da Villarosa e dal vicepremier Salvini, alla nostra Associazione preme sottolineare che l’indennizzo ai risparmiatori non dovrebbe avvenire a seguito di un giudizio arbitrale volto ad accertare il misseling ovvero l’avvenuta violazione da parte della Banca degli obblighi di diligenza correttezza e trasparenza, così come previsto dal TUF ma, piuttosto, attraverso un indennizzo forfettario riconosciuto dallo Stato la cui entità dovrà essere stabilita dal Governo sulla base delle risorse destinate al Fondo di ristoro.
L’esperienza ci ha insegnato come ad esempio l’arbitrato ANAC sia stata una procedura con grandi limiti: ad un anno dalla presentazione dei ricorsi ne sono stati decisi solo la metà; e molte sono state le decisioni contrarie all’interesse del risparmiatore, decisioni che vengono assunte da ANAC senza permettere il diritto di replica, come invece era previsto dal decreto; siamo venuti a conoscenza di diverse decisioni negative o positive ma con rimborsi irrisori, le cui scarne motivazioni non sono assolutamente condivisibili; e l’unica alternativa che rimane a tali risparmiatori sarà il ricorso in Cassazione per violazione di legge ( via davvero impervia). Molti risparmiatori che si sono poi rivolti a noi, hanno visto le loro richieste al FIDT respinte per meri errori nelle compilazione delle istanze; anche per loro non è stato poi possibile presentare ricorso all’ANAC visto l’alternatività delle procedure. Tanti altri risparmiatori non hanno presentato richieste perché non informati dei termini entro cui procedere.
Appare ormai accertato che il sistema di gestione delle banche RISOLTE ed in LCA è caratterizzato dalla mala gestione del managment ma anche e soprattutto dal mancato controllo degli Organi di Vigilanza, cioè di Istituzioni Pubbliche quali sono Banca d’Italia e CONSOB che non avendo fatto il loro dovere hanno favorito l’incancrenirsi delle crisi bancarie fino al loro default; occorre una procedura molto semplificata gestita direttamente dal MEF, attraverso la quale venga riconosciuto un indennizzo forfettario sotto forma di acconto a tutti coloro che sono rimasti invischiati.
Sarebbe pertanto fondamentale consentire a tutti gli obbligazionisti subordinati che hanno acquistato dalle banche RISOLTE o in LCA o dalle loro controllate, di ripresentare la domanda a questo nuovo Fondo, per consentire loro di raggiungere la percentuale di ristoro del 90-95% da Voi prospettata, eliminando sia la “contropartita diretta” sia il limite temporale del 12.6.2014.
Essendo l’obbligazionista un investitore oggettivamente diverso dall’azionista in quanto soggetto che ha prestato danaro alla Banca ragion per cui deve vedersi restituito il danaro che la Banca gli ha prelevato spesso con procedure truffaldine, occorre prevedere anche per questa categoria, nell’articolato della norma, un ulteriore indennizzo che, cumulato al ristoro percepito per il tramite del FITD (per chi lo ha avuto) gli faccia raggiungere il 100% o almeno una percentuale adeguata, del capitale investito e perduto a seguito del default. Attendiamo fiduciosi riscontri favorevoli alle nostre istanze”.
Appare ormai accertato che il sistema di gestione delle banche RISOLTE ed in LCA è caratterizzato dalla mala gestione del managment ma anche e soprattutto dal mancato controllo degli Organi di Vigilanza, cioè di Istituzioni Pubbliche quali sono Banca d’Italia e CONSOB che non avendo fatto il loro dovere hanno favorito l’incancrenirsi delle crisi bancarie fino al loro default; occorre una procedura molto semplificata gestita direttamente dal MEF, attraverso la quale venga riconosciuto un indennizzo forfettario sotto forma di acconto a tutti coloro che sono rimasti invischiati.
Sarebbe pertanto fondamentale consentire a tutti gli obbligazionisti subordinati che hanno acquistato dalle banche RISOLTE o in LCA o dalle loro controllate, di ripresentare la domanda a questo nuovo Fondo, per consentire loro di raggiungere la percentuale di ristoro del 90-95% da Voi prospettata, eliminando sia la “contropartita diretta” sia il limite temporale del 12.6.2014.
Essendo l’obbligazionista un investitore oggettivamente diverso dall’azionista in quanto soggetto che ha prestato danaro alla Banca ragion per cui deve vedersi restituito il danaro che la Banca gli ha prelevato spesso con procedure truffaldine, occorre prevedere anche per questa categoria, nell’articolato della norma, un ulteriore indennizzo che, cumulato al ristoro percepito per il tramite del FITD (per chi lo ha avuto) gli faccia raggiungere il 100% o almeno una percentuale adeguata, del capitale investito e perduto a seguito del default. Attendiamo fiduciosi riscontri favorevoli alle nostre istanze”.