L'ex.ministro ne ha parlato a margine del convegno all'Università
SIENA. L’ex ministrp del Tesoso, Vincenzo Visco, a Siena per partecipare al convegno sulla rifoma fiscale, rispondendo ai giornalisti ha detto: “Il federalismo fiscale mi sembra più un fatto di propaganda politica più che di sostanza reale. Il federalismo fiscale in Italia già c’era e l’avevamo fatto noi tanti anni fa con la riforma del 1997 in cui ogni livello di governo aveva le sue imposte, le sue addizionali, le sue compartecipazioni. Dopo, questi livelli di autonomia sono stati ridotti. Pensiamo all’Ici o ad altre imposte locali che sono state ridimensionate. Adesso agli enti locali vengono date le stesse risorse con la possibilità di aumentare le aliquote sui cittadini. Quindi sostanzialmente – ha conclus – stesse risorse, ma più tasse per i cittadini. Questo il succo della riforma del federalismo fiscale che viene fatto, mentre la parte importante, quella riguardante i trasferimenti, la spesa, l’efficienza, ancora non si sa se andrà o no avanti”.
Poi, parlando delle difficoltà delle famiglie italiane che stanno consumando i propri risparmi, ha spiegato che “siamo in una fase di declino accelerato di impoverimento della popolazione perché questo è un paese che non cresce più, che non investe più, che lavora poco e male e la gente non rispetta le leggi. Un paese ad alto tasso di corruzione e di evasione fiscale, con mafia e criminalità organizzata. Un paese del genere non va lontano. Insomma, siamo arrivati al nocciolo del problema”.
Per Mancini “il confronto con l’Europa rende ancora più evidente il trattamento sfavorevole applicato in Italia alle fondazioni di origine bancaria. In tema di fiscalità delle fondazioni con finalità di utilità sociale è lo Francia il paese all’avanguardia. Ma anche in Germania – ha continuato – vige una fiscalità particolarmente vantaggiosa e regimi di facilitazione fiscale sono in vigore anche il Gran Bretagna,Spagna, Portogallo e Austria. Ciò che ho detto è solo un esempio – e di settore – di come il sistema fiscale vada riformato e uniformato alle principali normative europee ma anche reso più giusto a livello nazionale”.