Nuovo organigramma e nuovo conteggio degli esuberi, sperando di vendere
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SIENA. Instancabile, Fabrizio Viola pare aver messo insieme oggi 200 dirigenti della banca MPS Viale Mazzini per presentare loro il piano industriale 2012-2015. Che verte, ovviamente, sui 4600 esuberi annunciati, ma non più certi, tra i quali ci saranno i dipendenti Consum.it, Leasing & Factoring, Biverbanca (già venduti come quest’ultima o in procinto di esserlo, sempre che qualcuno se li compri), ma anche 5-600 dirigenti in appena tre anni. Ci sarebbero compresi anche i 2300 lavoratori del Consorzio Operativo, ma non c’è chiarezza di intenti. Dopo l’annuncio della cessione in blocco, precipitoso e di impatto devastante sui lavoratori, c’è stato più di un ripensamento. Si vorrebbe suddividerli in due parti, separando l’informatica vera e propria dal cosidetto backoffice. Il settore informatico andrebbe in dote a Bassilichi, un’azienda da 267 milioni di fatturato da sempre partner di MPS, che da questa operazione riceverebbe linfa vitale indispensabile. L’esternalizzazione del backoffice, intesa come professionalità non specializzate nel contatto con la clientela, è un esperimento già in uso a Intesa. Ed anche in Unicredit, con il discusso Ubis oggetto di animate discussioni tra azienda e sigle sindacali. La sensazione è che si sta andando ad esplorare un terreno sconosciuto, di cui non si comprendono le ricadute e non soltanto sull’occupazione. In effetti, nel breve periodo, i lavoratori si potrebbero trovare un nuovo contratto di lavoro da “metalmeccanici” rispetto a quello – pur disdettato – in vigore adesso. Ma sarebbero di difficile valutazione le ricadute sul “servizio” occorrente alla banca per esplicitare in tutta sicurezza il lavoro verso la clientela.
Viola (con Profumo) ha appena completato l’organigramma e lo starebbe illustrando agli astanti. Secondo le voci di corridoio, vede Ilaria Dalla Riva alle risorse umane (ma con parecchie difficoltà a comprendere l’intima struttura della banca), Mingrone come Cfo, Vicinanza responsabile area Finanza e Tesoreria e la new entry Alfredo Montalbano, Coo (Chief Operating Officier): sicuramente uomini del capo. Poi ci sono i sopravvissuti dell’era Mussari, per meriti o per conoscenze, che faranno da trait-d’-union col passato. Con un solo Vicedirettore generale in luogo dei 5 precedenti, Antonio Marino, depositario dei segreti degli ultimi sei anni dalla fallita trattativa con BNL ad oggi. Sarà confermato, dicono, Fabrizio Rossi come vicedirettore generale vicario. Forse giubilato a Siena Menzi che però dovrebbe rimanere in Antonveneta nella carica attuale di Direttore Generale, retrocessi gli altri in un organigramma a cui per ora mancherebbe solo il tassello di Responsabile Corporate visto che alla Direzione Retail ci sarà Massimo Fontanelli. Confermate le poltrone per Pompei ai Crediti, Fanti alla Segreteria Generale, Leandri Revisione Interna, Rossi alla Comunicazione, Conti Area Risk Management.
Venerdì scorso, a leggere i commenti, la riunione fatta da Profumo a Padova ha raccolto l’adesione dei dirigenti dell’area Nord-Est presenti. “In Veneto non usiamo la mannaia”, ha promesso il presidente: “contiamo sul Nordest ma siccome i ricavi non crescono lavoreremo sui costi”. D’altra parte in Veneto non ci sono segreti da conservare come a Siena: loro sono stati acquistati come Antonveneta, i colleghi di Interbanca presero loro malgrado un’altra strada in quel meraviglioso 2008 che ha messo le basi per la distruzione della “banca più antica del mondo”.