SIENA. Nella conference call seguita all’approvazione della semestrale da parte del cda di Montepaschi, l’ad Fabrizio Viola ha dichiarato che i coefficienti patrimoniali sono risultati essere “al di sopra delle richieste della Bce (Srep)”, che renderà noti i risultati degli esami in corso a novembre. Procede poi, ha aggiunto Viola, “lo sviluppo del programma di cessione dei crediti deteriorati (Npl), con il completamento della vendita di un portafoglio di 1,3 miliardi a giugno”.
Mps ha presentato le linee guida per un’aggregazione della banca “ma non c’è una data per completarla”, ha affermato Viola rispondendo ad un analista che chiedeva se la Bce avesse fissato una data limite.
Se il derivato Alexandria acceso da Mps con Nomura fosse chiuso ora, il costo per Siena sarebbe di 750 milioni di euro (in calo da 1 miliardo stimato a gennaio) ma questo non si rifletterebbe in una perdita analoga sul bilancio dl Mps dato che alcuni fattori sono già stati contabilizzati. Lo ha spiegato il Cfo Bernardo Mingrone, sottolinenando che l’indagine penale aperta in Italia sull’ipotesi criminale di una transazione falsata nell’operazione Alexandria “ci rende fiduciosi di essere in una posizione di forza”. Il Monte Paschi nella causa presentata a Londra contro la banca ha fatto una richiesta danni superiore al miliardo.
Mingrone ha anche confermato che l’esposizione verso Nomura è scesa sotto il tetto del 25% stabilito dalla normativa considerando le nuove azioni emesse da Mps per il Tesoro e la chiusura di altri contratti con la società giapponese diversi da Alexandria.