Carlo Fini spiega perchè sceglie la candidata sindaco
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SIENA. Pensavo alla prossima scadenza delle elezioni comunali con intermittente tristezza per la gravissima situazione nazionale e per quella, altrettanto pesante, della nostra città: una situazione che ti farebbe perdere la voglia di partecipare. Ma sopraggiunge una stimolante certezza: Laura Vigni si presenta per la seconda volta come candidata sindaco. Allora la scelta è fatta: voto Laura come sindaco di discontinuità reale e appoggio la lista “Siena si muove” che la sostiene.
La preferenza è tutt’altro che improvvisata: conosco e apprezzo le qualità di Laura da quando non aveva neppure vent’anni; abbiamo lavorato insieme al “nuovo corriere senese” e, da allora, ci siamo sempre ritrovati dalla stessa parte per circa quarant’anni.
Le ragioni di questa scelta risiedono anzitutto nella convinta accettazione del suo programma e nelle sue comprovate doti di sincerità, di impegno, di entusiasmo e di coerenza morale e politica.
Parlare di quello che non ha fatto il PD (comprese le precedenti varianti del nome) è impresa desolante, che riserbo ad altro ambito. Mi soffermerò solo, brevemente, sul tema della cultura, progressivamente immiserita e ridotta solo a riferimento simbolico o di comodo negli ultimi tempi.
Chi scrive non può dimenticare il proprio passato, almeno quello di amministratore pubblico. Facciamoci ritornare in mente, per esempio, gli anni Settanta del secolo scorso e la ricchezza delle attività realizzate quando ero assessore alla cultura: l’Estate senese, le produzioni teatrali di livello nazionale, le iniziative che i vari circoli culturali, quasi settimanalmente promuovevano, e tanto altro ancora. Alla base c’era una accezione di cultura come bene pubblico indispensabile, da sollecitare, sostenere e sviluppare. Concezione, questa, che si è andata perdendo progressivamente negli anni Novanta fino all’inconsistente presenza attuale.
Da tempo, più che promuovere cultura, si briga, ci si preoccupa di spartire incarichi più o meno remunerativi a livello personale, in un collaudato sistema consociativo.
Ho accennato solo a qualche aspetto del crescente degrado e disagio sociale in cui versa il Comune di Siena. Ci sarà tempo per ritornare sull’argomento, anche con approfondimenti più puntuali.
Ora, in prossimità del voto, intendo esprimere il senso della mia preferenza per Laura Vigni: una prospettiva seria, meditata, propositiva, veramente innovativa e, soprattutto, capace di intervenire nel presente, guardando al futuro.
Carlo Fini