Comunita nazionale e locale insieme per l'interesse di tutti
“I nodi della disastrosa gestione del Monte dei Paschi, da parte di Mussari, Ceccuzzi e Monaci, continuano a venire al pettine.
E’ di oggi la notizia che gli aiuti di Stato al Monte dovranno raggiungere i 3.9 miliardi di Euro, un valore che eccede di gran lunga la capitalizzazione attuale della Banca (pari a circa 2,3 miliardi) e che, se nel futuro la banca non realizzasse utili, gli interessi saranno pagati in azioni. Ciò significa che a breve lo Stato entrerà in maniera massiccia nel capitale della banca, con la possibilità che il 20% del capitale potrebbe passare al Tesoro da qui alla fine dell’anno.
In altre parole, stiamo assistendo a un processo di nazionalizzazione del Monte dei Paschi, senza sapere se lo Stato vorrà tenere queste quote dormienti in cassaforte oppure venderle per esigenze di bilancio alla Cassa depositi e prestiti, o a soggetti privati molto probabilmente di provenienza estera e magari extraeuropea.
Quello che è maggiormente preoccupante è che tutta questa vicenda appare essere figlia dell’emergenza e del caso e non di un reale progetto di lungo respiro. Probabilmente Profumo ha un suo disegno che non rende pubblico (non ne informa sicuramente Mancini che conta come il due di coppe) anche perché molto probabilmente non coincide con gli interessi della comunità.
Il gruppo dirigente politico locale è di caratura troppo modesta per comprendere a pieno la natura del problema e per elaborare un progetto alternativo. La politica nazionale è divisa fra chi ha sempre considerato la particolare struttura proprietaria del Monte un’anomalia da superare ed è pronto a mettere il Monte sul mercato il più presto possibile, e chi è preso da ben altri problemi e lotte intestine.
Noi proponiamo invece che debba essere messo al centro della discussione della comunità nazionale e locale un progetto per il futuro del Monte dei Paschi.
Il primo punto da cui partire è la difesa della diversità del modello Monte, unica banca europea a essere di proprietà di una comunità locale. La crisi finanziaria internazionale ha dimostrato la fallacia del modello teorico che prefigurava banche tutte uguali: di grandi dimensioni, con un azionariato contendibile, con lo stesso modello di governance. Il recente rapporto Liikanen della commissione europea ha mostrato come esista una pluralità di modelli di banche di successo (in Germania grandi banche private, banche semi-pubbliche dei Lander, banche cooperative), che costituisce garanzia di stabilità e dinamicità per l’intero sistema finanziario.
Quindi difendere l’anomalia del Monte è nell’interesse di tutti e non solo della comunità senese.
Noi pensiamo che sia giunto il momento nel quale un nuovo patto fra Comunità nazionale e Comunità locale debba essere siglato. La comunità locale si impegna a rivedere profondamente lo statuto della Fondazione allo scopo di diminuire lo strapotere della cattiva politica sulla conduzione della banca, garantirne l’autonomia gestionale, far tornare il Monte ad esercitare il ruolo di banca tradizionale. Inoltre la comunità locale si impegna a fare chiarezza sulle scelte del passato non escludendo di chiamare in giudizio, sia in sede civile sia in sede penale, gli artefici delle scelte che hanno causato la attuale situazione.
In cambio la comunità nazionale si impegna a difendere la particolare struttura proprietaria della banca senese impegnandosi nel futuro a restituire alla comunità locale quel che nei secoli le è sempre appartenuto.
Perché ciò sia possibile occorre che la comunità locale dia prova di un effettivo e totale rinnovamento nelle persone che la governano e nelle politiche da portare avanti. Il triste terzetto MCM (Mussari, Ceccuzzi, Monaci) che ha affossato il monte non possiede la credibilità necessaria a progettarne la rinascita”.
(Foto di Corrado De Serio)