"La situazione è veramente grave e il Comune di Siena dovrebbe immediatamente intervenire, imponendo il ritorno alla legalità e chiedendo l’annullamento del contratto"
SIENA. Una recente indagine del Parlamento sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti in Toscana attesta la cattiva gestione da parte di SEI Toscana e mette sotto accusa l’ Ato Toscana Sud ed i sindaci che ne fanno parte, in primis il Valentini.
Ormai non ci sono più scuse e alibi: la Relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta, pubblicata a febbraio 2018, e le dichiarazioni dei tre Commissari straordinari nominati su sollecitazione dell’ANAC (dopo l’indagine giudiziaria per corruzione), attestano la crisi gestionale e di sistema ed evidenziano le responsabilità politiche dei Sindaci che prima hanno affidato la gestione dei rifiuti a SEI Toscana e poi si sono disinteressati della grave crisi che era arrivata.
Il sindaco Valentini, che aveva esaltato SEI Toscana come modello, e che aveva spinto Siena Ambiente ad entrare in SEI Toscana , di fronte all’indagine giudiziaria per corruzione che ha travolto i vertici di SEI Toscana, ha pensato bene che l’unica soluzione era quella di fare cassa vendendo le quote del comune di Siena ai soci privati. Così facendo Valentini, insieme a Grosseto, hanno consegnato la maggioranza della società ai soci privati: infatti la quota di capitale in mano ad enti pubblici è passata dal 66 % al 48,06 !!
La componente privata della società che ne ha acquisito il controllo, non ha le risorse sufficienti ad adempiere agli impegni previsti dal contratto. Infatti uno dei “soci industriali” è stato dichiarato fallito ((La Castelnuovese soc. coop.), mentre l’altro è in liquidazione coatta amministrativa (UNIECO soc. coop).
Come denuncia Roberto Barocci, del Forum ambientalista di Grosseto, e come aveva già accertato Ernesto Campanini, consigliere comunale di Sinistra per Siena, la scelta di concentrare il servizio dei rifiuti di 106 comuni nell’ATO Toscana Sud si è rivelata inefficace, inefficiente e incapace sia di redigere il Piano di Ambito, sia di concepire strumenti di controllo sul gestore del servizio, che di esercitarlo.
Dal punto di vista finanziario SEI inoltre non è in grado di corrispondere ai precedenti gestori (fra cui Siena Ambiente) i crediti TIA, che si aggirano sui 15 milioni di Euro. Anche se nel contratto di appalto è stabilito che non può scaricare tali crediti nelle tariffe, di fatto queste sono aumentate in modo esponenziale, e si arriva all’assurdo di applicare la doppia imposizione alle aziende che già pagano per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il malessere si sta diffondendo non solo tra le categorie economiche: proprio in questi giorni il Consiglio Comunale di Chiusi ha votato all’unanimità una mozione che impegna il Sindaco a chiedere al presidente dell’ATO la risoluzione del contratto con SEI.
La situazione è veramente grave e il Comune di Siena dovrebbe immediatamente intervenire, imponendo il ritorno alla legalità e chiedendo l’annullamento il contratto. E’ un’operazione coraggiosa che il sindaco Valentini non farà mai, perché – come abbiamo visto – preferisce vendere le quote pubbliche a privati e rinunciare al ruolo di rappresentante della sua cittadinanza.
Alessandro Vigni, candidato Sindaco di Sinistra per Siena e Potere al Popolo