"Senza più la Fondazione, Mps diventerebbe la "sua" banca"
SIENA. Di seguito pubblichiamo le dichiarazioni di Laura Vigni del “Circolo Città Domani – Sinistra per Siena”, sulle richieste del Presidente del Monte dei Paschi, Profumo.
“L’intervista rilasciata da Profumo a Repubblica, le sue varie dichiarazioni di questi giorni, ma soprattutto il contenuto dei documenti depositati per l’Assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi del prossimo 9 ottobre, alimentano gravi preoccupazioni sulle conseguenze che l’accentramento del potere nelle mani del Presidente potrà determinare sulla città.
Quel si o quel no, che gli azionisti pronunceranno quel giorno, sarà determinante per il futuro della Fondazione Monte dei Paschi, per la sua stessa sopravvivenza.
Come è già stato sottolineato da altri partiti e organizzazioni, in particolare dall’Associazione dei Piccoli Azionisti e dall’Osservatorio sul Monte dei Paschi, l’aumento di capitale determina un rischio gravissimo sul peso che la Fondazione potrà mantenere nella proprietà della banca: lo stesso documento preparato dalla Banca precisa che “non è possibile al momento valutare gli effetti in termini di diluizione”.
La delega richiesta a poter liberamente (cioè vendendo a chi vuole) collocare sul mercato 1 miliardo di Euro di azioni a 0, 25 ad azione, significherebbe emetterebbero azioni per oltre il 33% del numero delle attuali. Quindi la Fondazione scenderebbe intorno al 20%, e da questa percentuale vanno tolte quelle azioni che nel frattempo vengono vendute per esigenze di tesoreria.
Il Presidente della Fondazione, il Consiglio di Amministrazione e la Deputazione Generale sono consapevoli che la fine di questo film sarà inevitabile, sarà il baratro? Per Gabriello Mancini sarebbe questo il momento decisivo per fare sentire il peso della Fondazione, opponendosi all’aumento di capitale. Ha nelle sue mani il futuro della Fondazione e se cederà alle pressioni di Profumo, di fatto tradirà la funzione che lo Statuto della Fondazione gli assegna.
Ma sono gravissime anche le altre proposte di variazione allo statuto che sottraggono potere all’assemblea degli azionisti: la delega richiesta per la cessione di rami di azienda e quindi anche del Consorzio, alla faccia della trattativa in corso con i sindacati e non ancora conclusa; la delega richiesta per decidere fusioni e incorporazioni all’interno del perimetro e infine la richiesta di assegnare al solo Presidente i poteri di proposta di nomina di dirigenti per le aree che fanno capo direttamente a lui.
Questa concentrazione di poteri, che verrebbero sottratti anche ad un tecnico come il Direttore Generale, ci fa verificare il metodo che Profumo vuole applicare alla nostra banca che di fatto diventerebbe la sua banca. E l’Amministratore Delegato Viola non ha nulla da obiettare, visto che anche i suoi margini di operatività sarebbero decisamente ridotti?
E’ il momento che la parte sana della città, quella che non ha contributo a questo disastro, che è rimasta inascoltata, derisa e accantonata, faccia sentire la sua voce e si difenda da un progetto che sarebbe esiziale per il suo futuro.