Intervista al candidato sindaco di Sinistra per Siena e Potere al Popolo
a cura di Augusto Mattioli
SIENA. “Andremo noi al ballottaggio, ne siamo abbastanza sicuri. I sondaggi farlocchi e pilotati di Piccini non rendono giustizia al sentire comune dei cittadini”. Lo sottolinea Alessandro Vigni, candidato di Sinistra per Siena e di Potere al Popolo, una lunga esperienza politica e amministrativa fin dai tempi del Partito Comunista di cui ha il ricordo di una classe dirigente molto preparata rispetto all’attuale di cui da un giudizio pessimo. “ In un’epoca in cui ogni testa ragiona a modo suo – aggiunge Vigni – è ben difficile che si possa orientare il voto al secondo turno. E noi non lo faremo, siamo troppo rispettosi del pensiero di ognuno. Del resto, al di fuori di noi, non vedo nessuno che si possa definire di sinistra: non lo è certo chi privatizza tutto e rende sempre più precaria la vita di tanta gente”.
Perché è rientrato nella pista della politica lei che ne ha fatta tanta in passato?
La risposta è semplice: mi sembra proprio che il panorama senese presenti ancora un guazzabuglio di figure che da una parte si improvvisano al ruolo di amministratori, senza un’idea della complessità dei problemi della città e senza una proposta per il futuro, dall’altra rappresentano un vecchio sistema desolatamente attaccato alla gestione del potere (anche comprimari dei “nuovi”) a prescindere da idee e proposte innovative. Io credo di rappresentare ed essere un’idea forte di cambiamento, più giovane di tanti giovanotti di facciata.
Come ha vissuto gli anni della crisi a Siena.
Con rabbia e sconforto. Ho visto i protagonisti della crisi, i vari Piccini, Cenni, Mussari, Ceccuzzi, che conoscevo bene e che hanno assunto ruoli esagerati rispetto alle loro reali capacità, mettersi tutti un cappello da Napoleone e credersi padroni del mondo. Se avessero agito con modestia, consapevoli dei loro limiti, e non si fossero lanciati in improbabili avventure strampalate, se avessero tenuto ben a mente le loro radici e non si fossero fatti ammaliare da adulatori locali e da chimere romane, forse la nostra città avrebbe ancora in mano la sua ricchezza. Queste responsabilità non sono solo un dato di cronaca. Di esse è ormai segnata la storia di Siena. E i senesi gliela debbono far pagare, anche a quelli come Valentini che hanno perpetrato un sistema e cercato di coprire le colpe.
Di chi sono a suo parere le responsabilità politiche di cosa è accaduto in questi anni?
Quella del PDS, DS e poi PD è una continua parabola discendente. Si è persa la capacità di relazionarsi e sentire nel profondo la gente. A partire dall’approvazione della legge sull’elezione diretta del sindaco, che ammazza la dialettica democratica, si è pensato che le personalità individuali dovessero sostituirsi al dibattito e all’elaborazione collegiale. La politica non è un mestiere, è un’arte, tra le più nobili. E come tutte le arti si pratica in punta di dita, non brandendo le asce. Il maggioritario è un sistema che dà troppo potere a pochi, senza contrappesi e bilanciamenti. Così gli sbagli, quando ci sono, sono enormi e non si possono rimediare. Basta pensare ai poteri di nomina di un sindaco. Per questo, quando sarò eletto, in barba a tutte le leggi che mi daranno grandi poteri, sceglierò un metodo di pieno e totale coinvolgimento del Consiglio Comunale e di tutti gli organi rappresentativi.
Il PD si presenta diviso alle prossime amministrative. Ma anche tutta la sinistra lo è. Non è possibile un accordo tra le varie anime?
Il renzismo ha portato al totale squagliamento del PD. Non c’è, in quel partito, nessuna capacità di ascolto o mediazione. Ognuno si sente padrone di un pezzetto, che ormai è solo costituito da fedelissimi legati alla spartizione di sempre più sgangherate poltrone. E’ vero che la sinistra non è unita, ma io mi vanto di essere stato tra gli artefici, in Toscana, della nascita di Si Toscana a Sinistra, che in Consiglio Regionale sta dando buoni risultati. Mi sarebbe piaciuto fare a Siena uno schieramento più ampio della sinistra, ma la presunzione di alcuni ha impedito di realizzarlo. Comunque c’è un dato di fatto: chi vuol votare a sinistra del PD, chi ha votato Leu, chi è deluso della prestazioni di 5 stelle, l’elettorato di Sinistra per Siena e quello di Potere al Popolo ha una sola scelta, Alessandro Vigni sindaco. Le chanches per andare al ballottaggio, se si vuole tenere a sinistra la guida della città, ci sono tutte.
Nel quasi certo ballottaggio a chi andranno i vostri voti se non sarà sinistra per Siena a parteciparvi?
Andremo noi al ballottaggio, ne siamo abbastanza sicuri. I sondaggi farlocchi e pilotati di Piccini non rendono giustizia al sentire comune dei cittadini. Poi, in un’epoca in cui ogni testa ragiona a modo suo, è ben difficile che si possa orientare il voto al secondo turno. E noi non lo faremo, siamo troppo rispettosi del pensiero di ognuno. Del resto, al di fuori di noi, non vedo nessuno che si possa definire di sinistra: non lo è certo chi privatizza tutto e rende sempre più precaria la vita di tanta gente.
Che segnale è la presenza di dieci candidati?
E’ il segno che la gestione del potere è sempre più vista come un’occasione per soddisfare le proprie ambizioni personali piuttosto che l’interesse comune, il bene collettivo, un’idea condivisa di città. le liste saranno una ventina, variamente disarticolate. A sinistra, sulla mia figura, c’è uno schieramento unitario che è quello di Sinistra per Siena e Potere a Popolo. Chi vuol votare per la sinistra autentica non ha altre scelte.
Lei che ha vissuto l’esperienza del Partito Comunista che giudizio dà dell’attuale classe dirigente senese?
Pessimo. Pensando a figure come Vasco Calonaci o Riccardo Margheriti, alla loro capacità di elaborazione e di sintesi, di mediazione per spingere sempre più avanti le idee e le proposte di governo della città e del territorio, non posso che averne un grande rimpianto. Oggi si assiste ad una pantomima della politica: tutti protesi a cercare il consenso personale, con poche idee e, come si dice, confuse.
Quali sono in concreto le proposte qualificanti di Sinistra per Siena per la città e il suo territorio?
Per una risposta più organica vorrei rimandare al mio sito internet www.alessandrovigni.it ed alla mia pagina Facebook www.facebook.com/alessandrovignipersiena/, dove si può apprezzare anche il mio stretto contatto con gli elettori.
Comunque facciamo qualche esempio: la città deve recuperare un ruolo vitale al suo centro storico, riusando in modo intensivo tutto il patrimonio edilizio esistente, con numerosi progetti di recupero che creino lavoro, nuove abitazioni e sedi di attività culturale; la città deve essere più accessibile, rendendo funzionale il sistema dei parcheggi che corona il centro storico con collegamenti efficienti agli impianti di risalita; va fatto un piano della mobilità che migliori il sistema del trasporto pubblico e renda più fluida la circolazione veicolare; il turismo è una risorsa da sviluppare sapendo programmare per tempo eventi che possano convogliare turisti nelle stagioni più morte ed allungare i tempi di permanenza nelle strutture ricettive; la cultura non va piegato alle esigenze del turismo ma è una risorsa in sé, le strutture culturali –università, istituzioni museali, istituzioni musicali – debbono diventare una rete organica che si integra ed offre ricche occasioni di crescita alla città ed alla sua immagine.
Ma poi l’importante è saper raccogliere e mettere a sistema tutte le idee che vengono dai cittadini che hanno a cuore, per sé e per i loro figli, le sorti di Siena.