Cambiamento del rapporto e confronto sulle scelte del Comune
SIENA. Da Alessandro Vigni, candidato sindaco di Sinistra per Siena e Potere al Popolo, riceviamo e pubblichiamo.
“Il Comune di Siena deve cambiare profondamente il rapporto con i cittadini e non solo a chiacchiere, ma nei fatti, promuovendo nuove forme di democrazia partecipativa ed una consultazione organizzata e diffusa che è mancata del tutto ad esempio sulla revisione dello strumento urbanistico. Non bastano 3 o 4 riunioni di aficionados a Palazzo Patrizi per dirsi soddisfatti del coinvolgimento della città. Inoltre noi riteniamo fondamentali strumenti come il referendum propositivo e forme di consultazione periodica su tematiche fondamentali e sul rispetto degli impegni assunti nel programma elettorale.
Il gruppo di Sinistra per Siena aveva proposto di introdurre queste novità nello Statuto Comunale, incontrando però l’opposizione del PD ed i suoi alleati, che quando si è trattato di votare un documento già approvato dalla Commissione Consiliare, hanno fatto mancare i loro voti nella seduta decisiva del Consiglio Comunale.
Noi siamo contro la privatizzazione di servizi pubblici essenziali, come l’acqua, i rifiuti, i trasporti, la sanità e l’energia, coerenti con l’esito del referendum del 2011. Siamo consapevoli che leggi dello Stato e della Regione spingono in questa direzione, ma noi siamo impegnati ad avviare azioni per riportare tali servizi sotto il controllo del Comune o comunque di aziende interamente pubbliche, coordinandosi con gli altri comuni del territorio e facendo riferimento a esperienze simili già realizzate in Italia e in Europa.
Il Comune deve recuperare la propria centralità nell’amministrazione dei servizi pubblici; può affidare ai privati, solo se e quando sia inevitabile, la gestione di alcuni servizi marginali, ma stabilendo rigidamente le regole, le finalità e le caratteristiche, controllando seriamente il rispetto delle condizioni di affidamento, garantendo ai lavoratori le stesse condizioni che avrebbero se prestassero la loro opera al Comune. Si dovrà attentamente vigilare che non vi siano infiltrazioni mafiose nel nostro tessuto economico, per tutelare appieno, con senso di responsabilità, il rispetto della legalità democratica e ciò anche rifiutando ogni forma di subappalto, facendo gare di piccolo importo e frazionando i vari lotti, in modo da favorire l’imprenditoria locale e eliminando ogni criterio di aggiudicazione al massimo ribasso.
Episodi come gare d’appalto truccate (vedi SEI) non devono più verificarsi, ed eserciteremo il massimo della vigilanza, che evidentemente è mancata in questi anni da parte di chi era dentro lo schema degli accrocchi illegali.
“Infine nel caso di beni comuni che hanno finalità sociali e culturali, il ricorso ad associazioni di volontariato ed Onlus dovrà avvenire estesamente ma comunque garantendo le risorse necessarie per svolgere un’attività qualificata e dignitosa”.