Il candidato sindaco di Rc e Sinistra per Siena interviene sulle richieste fatte dall'associazione "La mano invisibile"
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SIENA. Qualche giorno fa un’organizzazione dal nome misterioso un po’ inquietante, “La mano invisibile” ha invitato i candidati Sindaco di Siena ad esprimersi sul lavoro precario e ad assumersi impegni per contrastarlo.
Io non voglio fare promesse a vuoto e dare ragione a tutti, perché non è corretto farlo per conquistare consenso e voti (un po’ troppo semplicistica mi ha parsa la posizione del candidato di SEL Pasquale d’Onofrio). Certamente io non ho mai creduto alla balla che lavoro precario volesse dire libertà per il lavoratore di cambiare a suo piacimento, ma l’ho sempre considerato una prevaricazione dei datori di lavoro, infastiditi dalle tutele fino ad allora esistenti in Italia grazie alle battaglie sindacali.
Non bisogna però dimenticare che questa tipologia di lavoro esiste grazie ad una normativa nazionale inaugurata dal ministro Treu del centro-sinistra, poi perfezionata con la legge Biagi fino ad arrivare alle misure della Fornero e del governo Monti che hanno solo apparentemente cercato di contrastare il precariato. Insomma il precariato è nato per una falsa idea di modernità sostenuta dalle forze di centro sinistra che hanno rinunciato a tutelare la dignità del lavoro.
Negli enti pubblici, ed in particolare al Comune di Siena, il lavoro precario riguarda alcuni dipendenti che hanno sostenuto un concorso per un contratto a tempo determinato (attualmente prorogato), ma soprattutto molto personale delle cooperative di servizi utilizzate particolarmente per scuole materne, asili nido, case di riposo, servizi sociali alla persona e anche al Santa Maria della Scala.
Oggi, in seguito alla diminuzione dei servizi per il grave deficit di bilancio del Comune, molti di questi lavoratori sono stati espulsi, messi in cassa integrazione o semplicemente licenziati. In questo modo si sono messe in difficoltà tante famiglie, ma si è anche disperso un patrimonio di formazione culturale e professionale, umiliando chi in questi anni aveva lavorato con passione e dedizione.
Io sono favorevole a fare concorsi per assumere stabilmente i dipendenti in tutti i servizi, ma conosco le norme di bilancio che bloccano le assunzioni e che invogliano a creare enti separati per gestire servizi.
Perciò l’impegno che posso assumere se diventerò Sindaco è quello di condurre una ricognizione severa della situazione del Comune, insieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni come “La mano invisibile”, per avviare un processo di progressivo superamento del lavoro precario, con realismo ma anche con volontà innovativa e impegno a ridare dignità al lavoro.
Laura Vigni