Il consigliere spiega che non si può "senza viabilità e senza pianificazione urbanistica e commerciale"
SIENA. Sono trascorsi alcuni giorni dalla notizia dell’intenzione del sindaco De Mossi di autorizzare grandi investimenti commerciali nell’area industriale di Isola d’Arbia e di ripristinare la locale stazione ferroviaria per consentire ai futuri clienti di recarsi nell’area ancor prima che venga realizzata la nuova viabilità necessaria. Nessuno dell’Amministrazione ha smentito questa indiscrezione ed anzi i giornalisti che l’hanno pubblicata ne hanno confermato con forza la veridicità.
Nel frattempo Confesercenti e Confcommercio hanno confermato la contrarietà all’ipotesi di un mega centro commerciale. Si tratterebbe di una decisione di enorme impatto sull’economia cittadina e dell’intera area senese nonchè sulla mobilità della zona. Pertanto la sede giusta dove inquadrare questo tema è quella della pianificazione urbanistica generale. Sono già in fase avanzata le procedure per adottare il Piano Operativo ed il Piano della Mobilità Sostenibile, dove coinvolgere anche i Comuni vicini, per una condivisione dello sviluppo dell’area senese.
Invece di uscite estemporanee, la nuova Amministrazione elabori una visione integrata della città, che pensi agli interessi generali dei cittadini-consumatori ma anche alla tutela dell’identità del centro storico e della rete commerciale esistente, già sottoposta alla concorrenza degli outlet già funzionanti e soprattutto all’incalzare del commercio elettronico, per il quale Siena ha un record nazionale. Mi pare, ad esempio, prioritario ripensare la grande area di Massetana-Romana, un potenziale centro commerciale naturale che è nato senza idonea programmazione e che potrebbe essere rivitalizzata da ulteriori servizi di trasporto pubblico (peraltro già allo studio) e percorsi pedonali interni, obiettivo sul quale i progettisti incaricati della redazione del nuovo Piano Operativo si stavano già cimentando. A suo tempo, io dichiarai che non ero contrario al recupero commerciale dei capannoni abbandonati di Isola d’Arbia (anche perchè la legge nazionale ha liberalizzato questa opzione), ma solo dopo aver configurato un piano globale del commercio e soprattutto dopo aver realizzato una viabilità adeguata nella parte sud del territorio comunale evitando di sovrapporre flussi di traffico cittadini con l’attrazione esercitata da grandi superfici di vendita. E questa è anche l’opinione della Regione. Certamente è affascinante ipotizzare scali ferroviari per il traffico passeggeri a Isola d’Arbia, come a Ruffolo od a Badesse, che decongestionino la circolazione, ma finora questi progetti si sono sempre infranti sullo scoglio degli investimenti necessari ed ancor più sull’effettivo utilizzo e sulla sostenibilità economica.
Di conseguenza, ribadisco che rimane prioritaria la realizzazione di un collegamento stradale diretto con la grande viabilità della Siena-Grosseto e della tangenziale, altrimenti sarebbe il caos. Anas ha già sottoscritto questo impegno e va sollecitato, così come la riapertura del cantiere della nuova Cassia, oggi bloccato dal fallimento della ditta incaricata. In attesa di riflettere in modo corretto sulla zona industriale, Isola d’Arbia ha bisogno di altro. Avevamo cominciato ristrutturando la scuola, sistemando i giardini, installando le prime telecamere, aprendo un centro giovanile, inaugurando la strada Isola-Renaccio, realizzando un percorso pedonale verso a Ponte a Tressa (molto richiesto dagli abitanti ma che va completato negli ultimi 100 mt, anche con un passaggio pedonale sul torrente, in collaborazione col Comune di Monteroni) e soprattutto dialogando con un quartiere che si sente ai margini della città.
C’è ancora da fare molto, soprattutto in termini di qualità del vivere sociale e di sicurezza stradale: gli introiti del vicino autovelox (da trasformare prima possibile in Tutor) vanno prioritariamente destinati a questo scopo. concretizzando gli attraversamenti pedonali rialzati già promessi. Un’ultima considerazione riguarda il rapporto con i proprietari di immobili od aree potenzialmente edificabili. Poichè la procedura di revisione dello strumento urbanistico è già avviata, si evitino fughe in avanti privilegiando uno o più interlocutori, perchè non sarebbe nè bello nè legittimo coltivare relazioni preferenziali che possano assicurare scorciatoie a chicchessia.