SIENA. In una intervista apparsa sul Corriere Fiorentino, il sindaco Bruno Valentini concorda sulla necessità di una commissione d’inchiesta per Mps. Una svolta che spiega così: “Non sono io a decidere gli strumenti di indagine sulle vicende del Monte. Però sono io a sollecitare un’accelerazione. Parallela alle inchieste giudiziarie, che procedono, anche se con troppa lentezza. In questo momento, i contribuenti hanno il diritto di sapere quali sono le responsabilità che sono dietro le motivazioni di questo massiccio intervento dello Stato”. E sulle titubanze del PD spiega: “Spero che questa azione venga fatta il prima possibile. Il Pd non ha niente da nascondere. Semmai ha qualcosa da farsi perdonare”, perché “Il partito ha una responsabilità storica in quello che è successo. Allo stesso tempo, dato che siamo stati capaci di allontanare la politica dalla banca e dalle banche, non abbiamo niente da nascondere. Quindi non abbiamo da temere niente rispetto a quello che può uscire dalla commissione”.
Dopo aver espresso il proprio parere sull’intervento (tardivo) del Governo e sull’influenza del “no” al referendum sulle scelte degli investitori stranieri, Valentini dà un giudizio sull’ad di Mps, Marco Morelli: “Morelli ha convinto migliaia di persone a convertire le proprie obbligazioni in capitale del Monte. È stato bravo a togliere le commissioni di Jp Morgan anche in caso di fallimento dell’operazione. Ora deve fare un piano industriale in poco tempo. In questo momento è controproducente discutere di Morelli”.
Per quanto riguarda i suoi timori per Siena, Valenti sostiene che “Il grosso delle conseguenze lo abbiamo già pagato. La svolta del 2017 è finalmente la stabilità di Mps. Nessun altra banca che non avesse avuto la sede a Siena, avrebbe retto questa tempesta. Non sarà più una città bancocentrica”. E sulla Fondazione: “È comprensibile dal lato della difesa del proprio patrimonio. Auspico che la Fondazione faccia un piccolo investimento per essere la sentinella della comunità senese dentro l’assemblea degli azionisti. E possibilmente dentro il Cda.
La Fondazione deve caratterizzarsi per uno strumento all’esclusivo servizio della città e del territorio. Servono progetti che abbiano una ricaduta occupazionale più marcata”.