Commento del sindaco di Monteriggioni sulla manovra finanziaria
“Il governo conferma la pressione fiscale (con il solito ritocchino alle imposte sulla benzina) e decide di trattenersi per sé una quota più alta delle tasse pagate dagli italiani, restituendone meno ai Comuni, ai quali viene attribuita una maggiore libertà fiscale. Il messaggio del Governo è chiaro: “vi mancano i soldi? Aumentate le tasse!”. In cambio, si promette che dal 2013 i Comuni potranno utilizzare le proprie risorse, oggi congelate dalla logica perversa del Patto di Stabilità. A questo Paese in declino manca la ripresa degli investimenti, l’attrazione di capitali esteri, il rilancio del lavoro stabile, la repressione dell’illegalità e dell’evasione fiscale, la semplificazione delle procedure, il taglio delle spese pubbliche improduttive”.
“Senza coinvolgere i Comuni, grandi e piccoli, non si va da nessuna parte perché è la rete dei Municipi il sistema cardiocircolatorio del Paese, che concretizza le riforme, che si occupa dei deboli, che pianifica le dinamiche urbanistiche, che sostiene il sistema scolastico, che è azionista dei servizi pubblici, che tiene i rapporti con i ceti sociali a cui si chiedono sacrifici ma a cui vanno offerti anche nuovi traguardi e più partecipazione. Questa manovra tradisce lo spirito del federalismo, perché nega autonomia a chi amministra bene i propri cittadini”.
“Nei miei 7 anni da sindaco, non abbiamo fatto nuovi debiti ed abbiamo estinto tutti i mutui del Comune. Gli oneri di urbanizzazione versati da chi costruisce case o fabbriche, non vengono utilizzati per pagare le spese correnti, ma solo per opere pubbliche. Sono stati intercettati diversi finanziamenti pubblici grazie alla capacità di progettazione. Abbiamo iniziato ad associare servizi con altri Comuni. Il costo del personale è al di sotto della media. L’addizionale Irpef è la metà del massimo consentito. Al pari di tanti altri Comuni, perché non siamo una mosca bianca. Ma il Parlamento non sa o non vuole premiare le comunità che meritano. Non è capace di toccare le rendite, gli interessi corporativi. L’ultimo esempio è il contributo straordinario di 45 milioni di euro al Comune di Palermo per la gestione dei rifiuti. Siamo consapevoli della necessità di compartecipare alla riduzione del deficit dello Stato, ma entro un percorso equo e condiviso, che punisce chi sperpera e premia chi è efficiente, seppure in un quadro di solidarietà nazionale. I sindaci protesteranno contro questa manovra ingiusta ed inefficace, ma da domani dovremo preoccuparci di come si pagano le ditte che hanno lavorato per il Comune, pur avendo il denaro in cassa, di come si difendono i servizi scolastici ed il trasporto pubblico, senza disporre più dei finanziamenti statali. Insomma la situazione è grave, ma non è seria”.