Il sindaco esterna con poca prudenza e mostra di non essere perfettamente a conoscenza della situazione Mps - banca e fondazione
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SIENA. È tanto vero che la politica non c’è al Monte dei Paschi che anche questa volta la politica non ha trovato il presidente per la Fondazione. Anche la terza riunione non partorisce il nome di Pizzetti (Astrid) facendoci capire che tutta la deputazione amministratrice, compreso il direttore generale, devono rispondere ai criteri più stretti del manuale Cencelli. Le diverse anime, tribù secondo qualcuno, devono trovare la loro “visibilità”: la vecchia cerimonia sotto un nuovo cielo.
Le continue dichiarazioni, alcune decisamente inopportune, dell’ex sindaco di Monteriggioni – compresa quella del buco da venti milioni del bilancio comunale – rafforzano l’idea della necessità di una maggiore prudenza nello svolgere un ruolo così delicato in un momento drammatico per la vita della città. Avevamo già avuto la netta sensazione che Valentini della situazione della Fondazione e della Banca non ne avesse una chiara conoscenza. L’intervista rilasciata al Sole 24 ore ne metteva in evidenza tutti i limiti per la lontananza dalla situazione reale. Al direttore di banca facente funzione di sindaco sfuggono alcuni piccoli particolari: che gran parte del capitale della banca è a prestito e per di più fortemente oneroso. Che tali interessi sono destinati ad aumentare nel tempo e nel caso in cui non venissero corrisposti (per mancanza di utili) il controvalore verrebbe corrisposto in azioni emesse in favore dello Stato. Qualora non generasse utili idonei a riportare l’intero prestito (dedotto il già deliberato aumento da un miliardo) il Monte dovrà dar corso all’aumento di capitale di pari importo come per altro previsto dalle clausole del prestito. Che, a detta dei più accreditati analisti, fino al 2015 la Banca non sarà in grado di produrre utili per far fronte ai bisogni sopra descritti. Qualcosa vorrà pur dire l’affermazione di Profumo che vede la lucina in fondo al tunnel solo nel 2020. In tale situazione a nessun amministratore, vista la passata esperienza, verrà in mente di distribuire utili. Accantonamenti che sarà giusto fare per valorizzare il patrimonio e il titolo a vantaggio della necessaria solidità della banca.
Sfugge all’ex sindaco di Monteriggioni che l’assemblea del Monte e quindi anche il socio Fondazione ha deliberato un aumento di capitale per un miliardo di euro, che la Fondazione non potrà sottoscrivere? Forse non gli é chiaro che a seguito di questo aumento di capitale quest’ultima si assesterà a un valore di partecipazione intorno all’15-18% e dato che l’offerta al mercato avverrà a sconto tale percentuale si ridurrà all’11-12%. Se poi ci mettiamo che dovranno essere vendute azioni della conferitaria per ripianare i debiti il tutto si assesterà intorno al 5-6% nella partecipazione al capitale della Banca.
Il patrimonio della Fondazione a quel punto sarà intorno ai seicento milioni di euro, dimensione che la obbligherà a una gestione totalmente diversa.
Ma a che titolo parla il sindaco visto che il consiglio comunale non ha espresso nessun indirizzo di missione? Mozione che veniva regolarmente fatta nel passato in accordo con la Provincia di Siena. Questa volta non è stato fatto perché gli enti locali, grazie al nuovo statuto, hanno rinunciato al proprio ruolo a favore di soggetti che nulla hanno a che vedere con la storia del Monte. Uno Statuto fatto nell’assenza del consiglio comunale, assenza dovuta alle beghe interne al PD, tanto per cambiare. Statuto redatto fuori da un mandato di missione conferito a Mancini & c. che non prevedeva il cambio statutario. Valentini entra in conflitto con gli stessi vertici della banca senza dirci su cosa verte il conflitto: ancora generico, astratto. Ci saremmo aspettati di leggere delle critiche non so, ad esempio, sulla gestione degli obiettivi di crescita, di spesa, legando a questi il lavoro prezioso della rete che si fa carico di alcuni limiti operativi. No, nulla di tutto ciò: l’elogio del montepaschino anonimo avviene sul nulla: una affermazione di principio e, quindi, per questo, vuota. Come vuote sono le pagine che ricordano le prese di posizione del sindaco di Monteriggioni contro i suoi compagni di partito che all’epoca avevano il potere di gestire il Monte.
Pierluigi Piccini
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