Presidnete della Provincia e sindaco protagonisti dell'incontro

“Non credo che la politica debba essere fatta da piccoli o grandi leader solitari – ha detto in merito Bezzini – c’è una dimensione che deve restare di partito e che non sta solo nello scegliere i candidati, ma nell’elaborare cultura politica, esercitare una funzione democratica, formare classe dirigente, avere un’idea di Paese. La politica organizzata serve a tenere solida la democrazia”.
Siena Capitale delle Cultura 2019. “E’molto diffusa la consapevolezza – ha detto Valentini – di quale sia la posta in gioco, la partecipazione che ha accompagnato il ‘bid book’ a Roma ne è un esempio. La nostra ambizione non è solo realizzare i progetti che abbiamo proposto, ma cambiare il nostro modello economico e sociale, per diventare più attrattivi”.
Il problema delle infrastrutture. “Il vero collegamento che conta – ha dichiarato Valentini – è quello telematico, la vera disparità oggi sta lì. Essere in rete, avere banda larga in tutti i territori, banda, wi-fi. Stiamo lavorando perché vada velocemente a gara Enac Aeroporto di Ampugnano per uso turistico limitato. Se la Siena – Bettolle è stata completata, sulla Siena – Grosseto è in corso un grande investimento, il vero problema rimane la Siena – Firenze. Il presidente Enrico Rossi ci ha detto che chiederà a Anas che l’Autopalio sia una delle priorità in Toscana”.
Banca e Fondazione Monte dei Paschi. “Fare il sindaco dieci anni fa – ha aggiunto Valentini – sarebbe stato più divertente, ma sapevo bene, nel momento in cui mi sono candidato, quali sfide che avevo davanti. In questi mesi ho dato il mio contributo affinché la Fondazione non scomparisse e la Banca Mps non perdesse il ruolo di terzo istituto nazionale. Oggi il sindaco di Siena, insieme agli altri sindaci della provincia, chiede in modo diretto alla Fondazione, come ente nominante, e in modo indiretto alla Banca, che facciano di tutto per garantire un futuro a questa parte del Paese”.
Politica e rapporti con gli amministratori pubblici. “La politica – ha detto Valentini – deve mediare e mettere insieme bisogni diversi. Abbiamo bisogno di gruppi dirigenti che ci supportino e aiutino noi amministratori a prendere decisioni, soprattutto quando non riguardano un solo Comune, ma l’interesse di aree vaste (ospedali, istruzione, smaltimento dei rifiuti). Dobbiamo avere riconoscimento e rispetto verso chi dirige e ha un ruolo politico”.
Riforma Province. “Finalmente ad ottobre – ha aggiunto Bezzini – metteremo un punto a questo caos. Il 12 ottobre, circa 450 tra sindaci e consiglieri eleggeranno il nuovo presidente e il consiglio provinciale. Gli organi rimarranno tre: presidente, consiglio e Assemblea dei sindaci. L’unica grande novità è che gli amministratori non saranno più eletti dal popolo. Quello che mi preoccupa di più sono le funzioni. Spesso le riforme si annunciano e non si fanno, quando si fanno spesso non vanno avanti perché non vengo fatti i decreti attuativi e le riforme rimangono sulla carta. L’8 luglio doveva essere il termine ultimo per decidere le funzioni, ma ancora l’intesa nella Conferenza Stato-Regioni non c’è stata e siamo fermi. La Toscana, tra le Regioni che più ha decentrato le funzioni, ha deciso che riporterà tutto a Firenze. C’è un orientamento politico, però non ci sono le norme. Noi continuiamo a lavorare, nell’incertezza assoluta, ma i problemi all’orizzonte sono molti, a partire dalle risorse finanziarie. Va detto che la copertura degli 80 euro in busta paga arriva in parte dai tagli alle province. A ottobre dovremo trasferire 4 milioni di euro al governo, che ci costringeranno a una modifica di bilancio non banale”.
“L’elezione diretta – ha dichiarato Bezzini – era garanzia di maggiore terzietà. Questo starà molto alla capacità di esprimere una visione dei nuovi amministratori, ci auguriamo che sappiano ancora svolgere un ruolo di garanzia e promozione delle pari opportunità dei territori. La Provincia ha sempre svolto un ruolo di coesione e di coordinamento. Mi auguro che questo ruolo non venga disperso”.
Fondazione Mps e Provincia. “Per la Provincia – ha detto Bezzini – la sofferenza maggiore è venuta dai tagli ai trasferimenti statali, perchè sono quelli che intaccano la parte corrente del bilancio. Come ente, anche per merito di chi mi ha preceduto, le erogazioni della Fondazione Mps sono sempre andate a finanziare investimenti e progetti, per cui siamo riusciti ad andare avanti, dando anche una mano alla Fondazione. In un momento drammatico, abbiamo scelto di rinunciare a risorse per diversi milioni di euro: sono state scelte dolorose, ma abbiamo scelto di fare la nostra parte, rinunciato a interventi programmati inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche. Abbiamo rallentato il ‘tiraggio’ dei finanziamenti, anticipando noi le risorse che la Fondazione aveva stanziato con le erogazioni. Bisogna ricordare che il percorso di uscita dalla crisi di banca e Fondazione è stato portato avanti senza oneri per lo stato che, anzi, a differenza di tante altre situazioni ha ricavato un utile dal prestito concesso alla Banca”.