VALDELSA. La Cna valdelsana parla della situazione delle aziende artigiane sul territorio e lancia l'allarme: è crisi economica. E con cali di fatturato che superano anche il 50 per cento. Di seguito il testo integrale del documento di Cna.
"La crisi così detta mondiale è molto più locale di quello che si possa pensare. La Cna ha convocato nuovamente, dopo averlo fatto a fine 2008, il direttivo di zona, che rappresenta le oltre mille imprese associate in Val d’Elsa. L’occasione è servita per fare un’analisi puntuale della situazione che purtroppo si sta aggravando giorno dopo giorno. I dirigenti hanno dovuto prendere atto che i dati rilevati dagli uffici Cna sono inequivocabili: la crisi sta facendo sentire effetti pesanti, senza lasciare il minimo segnale di invertire la tendenza. Non è certamente solo il settore del caravan ad avere avuto una contrazione sensibile di mercato. Meccanica, arredamento, legno, produzione di utensili: tutti i settori manifatturieri o legati a questi presentano cali vistosi anche oltre il 50% del fatturato, nei primi due mesi del 2009, rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso. Gli ordini semplicemente non ci sono. Pertanto molte aziende stanno provvedendo a ricorrere agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e fondo sostegno al reddito della Cia per gli artigiani, per limitare i danni e cercare di preservare quel patrimonio di organizzazione d’impresa e di risorse umane, per creare i quali necessitano molti anni, e che perdere sarebbe assolutamente negativo, per il futuro economico del territorio.
Ma l’attenzione si è concentrata molto sul cosa fare. Credito e rapporto con le pubbliche amministrazioni sono stati i due argomenti principali. Sul credito emerge l’assoluta urgenza di fare in modo che le banche consentano alle imprese di avere la liquidità necessaria per affrontare la situazione, che è fatta di cali di fatturato e aumento degli insoluti, per avere il tempo di riorganizzare l’azienda sul mercato. Bene gli interventi straordinari decisi ultimamente con la Fises, ma serve probabilmente uno sforzo in più per rendere maggiormente utilizzabili altri strumenti, ad esempio quelli regionali, sui quali permangono molti dubbi.
Pare quanto mai necessario, come ha proposto la Cna Toscana, rivedere la destinazione dei fondi Europei gestiti dalla Regione, che sono frutto di analisi e decisioni ormai non più adeguate. Serve dirottare quei fondi, ingenti, su finalità oggi più utili, come il potenziamento delle reti commerciali, ed altre azioni che costruiscano il futuro delle imprese. Inoltre sarebbe fondamentale rifinanziare i fondi rotativi, come i Programmi di Sviluppo dell’Artigianato.
Il rapporto con la pubblica amministrazione in questa fase rischia di essere molto delicato. Da una parte non si intravede una linea forte e chiara da parte governativa, dall’altra persistono prassi e comportamenti che in tempi di crisi hanno conseguenze anche gravi. Si assiste a ritardi nei pagamenti dei lavori pubblici, a incertezze sulla cassa integrazione in deroga e sugli studi di settore, sui quali va presa una decisione.
In questa situazione sono apprezzabili gli sforzi delle amministrazioni locali, come quella provinciale, con le risorse aggiuntive della Fondazione Monte dei Paschi, sia per ampliare gli ammortizzatori sociali, sia per il credito.
Il sistema dell’artigianato sta facendo la sua parte, anche in maniera autonoma, a partire dalla Cassa Integrazione Assistenza, l’Ente Bilaterale, che gestisce risorse delle aziende e dei lavoratori dell’artigianato e che ha già aumentato le prestazioni.
Le Istituzioni hanno saputo reagire tempestivamente, attivando meccanismi ordinari e strumenti straordinari: si sono svolte riunioni dei consigli Comunali, con l’Amministrazione Provinciale, i parlamentari, ed il Presidente della Regione Toscana Martini.
Tuttavia i segnali che arrivano sono talmente gravi da lasciare solo facili previsioni della necessità di ulteriori interventi. Questi andrebbero indirizzati di più anche verso gli investimenti immateriali che possono aumentare la competitività delle imprese, perché appare ormai evidente, come la natura di questa crisi economica non consente una soluzione rapida, né indolore. Serviranno anni, e comunque i mercati saranno probabilmente determinati da preferenze, meccanismi e regole molto diverse dal recente passato.
La Cna Val d’Elsa ribadisce il forte appello a tutte le istituzioni cittadine, provinciali, regionali e nazionali, affinché stiano sempre più vicino alle imprese e soprattutto lo facciano in modo sempre più concreto".
"La crisi così detta mondiale è molto più locale di quello che si possa pensare. La Cna ha convocato nuovamente, dopo averlo fatto a fine 2008, il direttivo di zona, che rappresenta le oltre mille imprese associate in Val d’Elsa. L’occasione è servita per fare un’analisi puntuale della situazione che purtroppo si sta aggravando giorno dopo giorno. I dirigenti hanno dovuto prendere atto che i dati rilevati dagli uffici Cna sono inequivocabili: la crisi sta facendo sentire effetti pesanti, senza lasciare il minimo segnale di invertire la tendenza. Non è certamente solo il settore del caravan ad avere avuto una contrazione sensibile di mercato. Meccanica, arredamento, legno, produzione di utensili: tutti i settori manifatturieri o legati a questi presentano cali vistosi anche oltre il 50% del fatturato, nei primi due mesi del 2009, rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso. Gli ordini semplicemente non ci sono. Pertanto molte aziende stanno provvedendo a ricorrere agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e fondo sostegno al reddito della Cia per gli artigiani, per limitare i danni e cercare di preservare quel patrimonio di organizzazione d’impresa e di risorse umane, per creare i quali necessitano molti anni, e che perdere sarebbe assolutamente negativo, per il futuro economico del territorio.
Ma l’attenzione si è concentrata molto sul cosa fare. Credito e rapporto con le pubbliche amministrazioni sono stati i due argomenti principali. Sul credito emerge l’assoluta urgenza di fare in modo che le banche consentano alle imprese di avere la liquidità necessaria per affrontare la situazione, che è fatta di cali di fatturato e aumento degli insoluti, per avere il tempo di riorganizzare l’azienda sul mercato. Bene gli interventi straordinari decisi ultimamente con la Fises, ma serve probabilmente uno sforzo in più per rendere maggiormente utilizzabili altri strumenti, ad esempio quelli regionali, sui quali permangono molti dubbi.
Pare quanto mai necessario, come ha proposto la Cna Toscana, rivedere la destinazione dei fondi Europei gestiti dalla Regione, che sono frutto di analisi e decisioni ormai non più adeguate. Serve dirottare quei fondi, ingenti, su finalità oggi più utili, come il potenziamento delle reti commerciali, ed altre azioni che costruiscano il futuro delle imprese. Inoltre sarebbe fondamentale rifinanziare i fondi rotativi, come i Programmi di Sviluppo dell’Artigianato.
Il rapporto con la pubblica amministrazione in questa fase rischia di essere molto delicato. Da una parte non si intravede una linea forte e chiara da parte governativa, dall’altra persistono prassi e comportamenti che in tempi di crisi hanno conseguenze anche gravi. Si assiste a ritardi nei pagamenti dei lavori pubblici, a incertezze sulla cassa integrazione in deroga e sugli studi di settore, sui quali va presa una decisione.
In questa situazione sono apprezzabili gli sforzi delle amministrazioni locali, come quella provinciale, con le risorse aggiuntive della Fondazione Monte dei Paschi, sia per ampliare gli ammortizzatori sociali, sia per il credito.
Il sistema dell’artigianato sta facendo la sua parte, anche in maniera autonoma, a partire dalla Cassa Integrazione Assistenza, l’Ente Bilaterale, che gestisce risorse delle aziende e dei lavoratori dell’artigianato e che ha già aumentato le prestazioni.
Le Istituzioni hanno saputo reagire tempestivamente, attivando meccanismi ordinari e strumenti straordinari: si sono svolte riunioni dei consigli Comunali, con l’Amministrazione Provinciale, i parlamentari, ed il Presidente della Regione Toscana Martini.
Tuttavia i segnali che arrivano sono talmente gravi da lasciare solo facili previsioni della necessità di ulteriori interventi. Questi andrebbero indirizzati di più anche verso gli investimenti immateriali che possono aumentare la competitività delle imprese, perché appare ormai evidente, come la natura di questa crisi economica non consente una soluzione rapida, né indolore. Serviranno anni, e comunque i mercati saranno probabilmente determinati da preferenze, meccanismi e regole molto diverse dal recente passato.
La Cna Val d’Elsa ribadisce il forte appello a tutte le istituzioni cittadine, provinciali, regionali e nazionali, affinché stiano sempre più vicino alle imprese e soprattutto lo facciano in modo sempre più concreto".