SIENA. Dopo che tutti per quasi due anni si sono illusi che si trattasse solo di un cambio di targhetta sulla porta degli Uffici e che da dipendenti Provinciali si sarebbero chiamati dipendenti Regionali e per questo si sono spintonati come Confederali per stare ai tavoli, nazionali e regionali, dopo che si sono sciacquati la bocca con l’Osservatorio regionale e con il tavolo tecnico di concertazione, dopo che si sono resi conto che le appartenenze e le tessere Confederali non bastano più a garantire nessuno, quando oramai i “buoi erano già scappati dalla stalla”, allora ecco le defatiganti ed inutili rincorse al fine di proclamare lo stato di agitazione, chiedere incontri al Prefetto, pretendere l’attivazione di presunti tavoli di regia regionali.
Questi Sindacati Confederali si dicono “pronti alla battaglia”. Ma non contro i tagli e le privatizzazioni, non contro la certezza del dissesto finanziario e l’incertezza del pagamento degli stipendi. Non contestano la Legge 56/2014. Vogliono partecipare alla decisione sui tagli, la mobilità del personale, la distruzione delle Istituzioni Locali della storia decennale di questi Enti Provincia e della loro funzione di riequilibrio territoriale fra aree deboli ed aree forti.
Abbiamo imboccato una strada di non ritorno di cui non si vede neppure il percorso sarà un tunnel sarà un vicolo cieco, nessuno può dirlo.
E’ più di due anni che come Sindacato di base denunciamo queste prospettive lugubri per l’Istituzione Provincia, per i Servizi, per le imprese, per i cittadini e per i lavoratori e con il senno di poi potremmo dire l’avevamo detto, ma non serve.
Purtroppo i Sindacati confederali, i sindacati vicini al potere, specie al potere locale hanno sempre detto che facevamo terrorismo, che eravamo dei provocatori.
Il Sole 24 Ore, “testata della sinistra antagonista”, ha pubblicato gli esuberi di personale delle Province, dopo l’incontro a Firenze con l’assessore Vittorio Bugli tutto è risultato ormai definitivamente chiaro, l’Osservatorio regionale ed il cosiddetto Tavolo Tecnico di concertazione, altro non sono che l’ennesima melina per far perdere altro tempo ai lavoratori e per chiudere i servizi delle Province Toscane, il 2015 è vicinissimo ed i 15milioni e 300 mila euro per pagare gli stipendi non ci sono ed il dissesto è certo.
Intanto però si continua ad esternalizzare privatizzando ed a foraggiare le Società partecipate.
Noi siamo per la tutela di tutti i lavoratori, anche di quelli che operano nelle partecipate, ma tutelare il posto di lavoro non può significare di proseguire sulla strada della privatizzazione di funzioni e competenze e di aggirare le procedure sugli appalti attraverso le Società partecipate e le Società in house, spesso scatole cinesi vuote, utili solo a sostenere aree di privilegio e di clientela che producono anche maggiori costi per il cittadino contribuente.
Il Governatore della Toscana ha dichiarato 2.500 esuberi di personale poche settimane fa e quindi è logico e comprensibile immaginare, con un minimo di raziocinio, che con tale uscita non intendesse riassorbire il personale delle Province in esubero, ma solo riprendersi le funzioni e le risorse, a Siena gli esuberi saranno fra i 250 ed i 300 addetti.
La partita è quasi chiusa definitivamente, la cosiddetta Legge Del Rio non ha nessuna forza attuativa, le regole le detta il Governo attraverso il Parlamento, da un lato con la Legge di Stabilità e dall’altro con il Jobs act ed i lavoratori delle Province come “carne da macello” saranno i primi a sperimentare il Jobs act sulla propria pelle, dopo aver sperimentato per primi sulla propria pelle anche la spending review, insomma con l’inglese i lavoratori lo prendono nel sottocoda e se non si è capito i tagli ed i risparmi sui costi della politica e della burocrazia intendono attuarli attraverso il licenziando di decine di migliaia di lavoratori questa è la spending review quella vera.
CARI LAVORATORI E LAVORATRICI DELLA PROVINCIA DI SIENA E’ GIUNTO IL MOMENTO DEL CONTROLLO SOCIALE, OCCHI APERTI E DENUNCIATE OGNI DISPARITA’ CHE SI VERIFICHERA’ E DI CUI VERRETE A CONOSCENZA.
Anche le indicazioni del Presidente della Autorità Anticorruzione, voluta da Renzi, Raffaele Cantone, ha dichiarato “Bisogna tutelare chi denuncia illeciti”
La USB c’è, dobbiamo resistere dobbiamo essere coesi, dobbiamo essere pronti ad occupare le stanze del potere dove sono asserragliati questi politici non eletti dai cittadini ma nominati dalla politica il 12 ottobre 2014, politici che rappresentano se stessi e poco più.
La lotta sarà dura ma le assemblee spontanee come quella tenutasi 20 giorni fa nella Sala del Consiglio Provinciale ha dato dimostrazione che se ci siamo e ci facciamo sentire, questo potere burocratico e politico tracotante non è in grado di reggere il colpo.
SU LA TESTA!!!!!
USB Regionale Toscana e Dipendenti Provincia di Siena