"La condivisione dei sacrifici è corretta, ma poco praticabile"
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1296656761568.jpg)
SIENA. Da Cisal Università – Confsal Snals Università/Cisapuni – RdB USB – UGL Università – UIL RUA riceviamo e pubblichiamo.
“Le parole del responsabile provinciale dell’università del PD, Donato Montibello, suscitano nelle scriventi OO.SS. indignazione e sdegno. Le dichiarazioni riportano delle evidenti falsità soprattutto nella parte in cui si parla di un'”accettazione” da parte dei dipendenti di sacrifici come le mancate progressioni nel 2010 e soprattutto il taglio dell’accessorio dal gennaio 2011.
Ricordiamo che non troppo tempo fa si è svolta una manifestazione di protesta contro le manovre a nostro parere scriteriate e inique dell’Amministrazione e per la richiesta di verità, con seicento dipendenti più molti studenti e cittadini. Il cambio dei vertici dell’Ateneo non ha minimamente cambiato la situazione, unilateralità imponeva Focardi e unilateralità impone Riccaboni.
La condivisione dei sacrifici è corretta, ma poco praticabile visto che nemmeno lo stesso Rettore intende rinunciare alla sua indennità di carica (€ 33.000 lorde) a favore di borse di dottorato e il Direttore Amministrativo non rinuncia ad una fascia stipendiale più alta del dovuto. La componente docente è divisa fra chi si vergogna di aver percepito aumenti nello stesso mese in cui i tecnici amministrativi hanno visto decurtato lo stipendio, e chi invece rivendica, in modo ignorante, la correttezza della manovra perché i tecnici amministrativi avrebbero preso troppo nel passato.
La nostra azione non è mai stata impostata sulla divisione della comunità universitaria, ma sulla condivisione di scelte eque. I vertici però sembrano sordi. Alla sordità l’unica arma che ci resta è di cominciare a rifiutare di svolgere le mansioni in più che finora, per spirito di responsabilità, avevamo svolto. Questa forma di protesta spontanea sta crescendo a macchia di leopardo in tutta la “periferia” dell’Ateneo ed è la prova che siamo sono stufi di parole vuote, sia dall’interno che dall’esterno.
Il tutto nel silenzio di molte delle forze politiche (soprattutto quelle cui è ascrivibile Montibello) che non vogliono o non sanno capire il nostro dissenso. Un silenzio che avremmo preferito fosse stato interrotto senza strumentalizzazioni e simili mistificazioni, considerate queste dissennate e insultanti affermazioni, sarebbe stato auspicabile fosse continuato e di cui ci auguriamo comunque la ripresa”.
“Le parole del responsabile provinciale dell’università del PD, Donato Montibello, suscitano nelle scriventi OO.SS. indignazione e sdegno. Le dichiarazioni riportano delle evidenti falsità soprattutto nella parte in cui si parla di un'”accettazione” da parte dei dipendenti di sacrifici come le mancate progressioni nel 2010 e soprattutto il taglio dell’accessorio dal gennaio 2011.
Ricordiamo che non troppo tempo fa si è svolta una manifestazione di protesta contro le manovre a nostro parere scriteriate e inique dell’Amministrazione e per la richiesta di verità, con seicento dipendenti più molti studenti e cittadini. Il cambio dei vertici dell’Ateneo non ha minimamente cambiato la situazione, unilateralità imponeva Focardi e unilateralità impone Riccaboni.
La condivisione dei sacrifici è corretta, ma poco praticabile visto che nemmeno lo stesso Rettore intende rinunciare alla sua indennità di carica (€ 33.000 lorde) a favore di borse di dottorato e il Direttore Amministrativo non rinuncia ad una fascia stipendiale più alta del dovuto. La componente docente è divisa fra chi si vergogna di aver percepito aumenti nello stesso mese in cui i tecnici amministrativi hanno visto decurtato lo stipendio, e chi invece rivendica, in modo ignorante, la correttezza della manovra perché i tecnici amministrativi avrebbero preso troppo nel passato.
La nostra azione non è mai stata impostata sulla divisione della comunità universitaria, ma sulla condivisione di scelte eque. I vertici però sembrano sordi. Alla sordità l’unica arma che ci resta è di cominciare a rifiutare di svolgere le mansioni in più che finora, per spirito di responsabilità, avevamo svolto. Questa forma di protesta spontanea sta crescendo a macchia di leopardo in tutta la “periferia” dell’Ateneo ed è la prova che siamo sono stufi di parole vuote, sia dall’interno che dall’esterno.
Il tutto nel silenzio di molte delle forze politiche (soprattutto quelle cui è ascrivibile Montibello) che non vogliono o non sanno capire il nostro dissenso. Un silenzio che avremmo preferito fosse stato interrotto senza strumentalizzazioni e simili mistificazioni, considerate queste dissennate e insultanti affermazioni, sarebbe stato auspicabile fosse continuato e di cui ci auguriamo comunque la ripresa”.