"Le iniziative del nuovo management non funzionano"
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SIENA. Non per cattiveria – certamente UNITA’ SINDACALE non ha l’abitudine di “sparare sulla Croce Rossa” – ma sinceramente se si deve fare una valutazione delle capacità organizzative del management che si è avvicendato negli ultimi anni alla guida della Banca, questa non può che essere ben sintetizzata dal titolo di questo comunicato. Esaurita la dizione “politically correct”, ora lo diciamo proprio brutalmente: delle iniziative introdotte dal nuovo management NON NE FUNZIONA PRATICAMENTE NEMMENO UNA.
Un po’ di recenti esempi:
TRASFERIMENTI: si è modificato un impianto che era funzionale alle reciproche esigenze, sostituendolo con uno che appena partito ha già mostrato i suoi limiti. Ma come sarebbe a dire che nella domanda non si possano indicare i comuni di preferenza ma si debba invece andare per esclusione, indicandone solo 10 dove proprio non si vuole finire? E perché la domanda si può fare solo per le realtà di una DTM? Trattandosi di una richiesta di trasferimento sembrerebbe ovvio poter indicare le PROPRIE preferenze.
SCHEDA DI VALUTAZIONE: sin dalle Elementari ci insegnano a vedere scale valutative le più ampie possibili, proprio perché la compressione delle opzioni di giudizio porta necessariamente ad una carenza di spiegazione sul metodo adottato. Naturalmente, da noi si è introdotta una scala con SOLI 5 “step”. Ne deduciamo che il nostro management NON ha frequentato con profitto la Scuola Primaria, deduzione confermata anche dall’ormai diffuso utilizzo per iscritto (vedi comunicazioni ed e-mail) di regole grammaticali evidentemente patrimonio di idiomi non appartenenti al ceppo indo-europeo, figuriamoci alla lingua italiana.
INIZIATIVE COMMERCIALI: eppure, non sembrerebbe nemmeno difficile. Per incrementare le vendite (dei prodotti, eh), bisogna potenziare la Rete. Ma potenziarla con afflusso di gente operativa, che stia davanti alla clientela e che la clientela se la vada a cercare. Invece, cosa sta accadendo? Si sta vertiginosamente aumentando il numero di quelli che:
– controllano coloro che vendono. Ma perché? C’è il sospetto che non vendano prodotti MPS?
– insegnano ai venditori come si fa a vendere. Ma allora, se sono tanto bravi, perché non facciamo vendere direttamente a loro? I colleghi in Rete mica si offenderebbero.
– controllano che chi controlla, lo faccia bene. Mitici! Però, poi si legge che “succedono cose strane” e quindi la domanda sorge spontanea: ma servono davvero? E qui ci fermiamo, perché non vorremmo che a breve introducessero la nuova figura del “colui che insegna ai controllori di chi controlla, come si fa a controllare”.
Insomma, assistiamo ad una inopportuna proliferazione di nuove “figure professionali” che fanno di tutto, meno che quello che ci serve: incrementare la nostra presenza di fronte alla clientela esistente e ricercarne di nuova.Sai bene, caro management, per quante pagine potremmo continuare su questo Leitmotiv.
Ma ci fermiamo qui, sennò a tutti noi lavoratori/trici della nostra Banca ci viene il sangue cattivo più di quello che già ci hai fatto venire. Perché sei davvero imbarazzante, caro management. Soprattutto se, come pretenderesti di fare tu con noi, si va a vedere il TUO rapporto qualità/prezzo.
Un po’ di recenti esempi:
TRASFERIMENTI: si è modificato un impianto che era funzionale alle reciproche esigenze, sostituendolo con uno che appena partito ha già mostrato i suoi limiti. Ma come sarebbe a dire che nella domanda non si possano indicare i comuni di preferenza ma si debba invece andare per esclusione, indicandone solo 10 dove proprio non si vuole finire? E perché la domanda si può fare solo per le realtà di una DTM? Trattandosi di una richiesta di trasferimento sembrerebbe ovvio poter indicare le PROPRIE preferenze.
SCHEDA DI VALUTAZIONE: sin dalle Elementari ci insegnano a vedere scale valutative le più ampie possibili, proprio perché la compressione delle opzioni di giudizio porta necessariamente ad una carenza di spiegazione sul metodo adottato. Naturalmente, da noi si è introdotta una scala con SOLI 5 “step”. Ne deduciamo che il nostro management NON ha frequentato con profitto la Scuola Primaria, deduzione confermata anche dall’ormai diffuso utilizzo per iscritto (vedi comunicazioni ed e-mail) di regole grammaticali evidentemente patrimonio di idiomi non appartenenti al ceppo indo-europeo, figuriamoci alla lingua italiana.
INIZIATIVE COMMERCIALI: eppure, non sembrerebbe nemmeno difficile. Per incrementare le vendite (dei prodotti, eh), bisogna potenziare la Rete. Ma potenziarla con afflusso di gente operativa, che stia davanti alla clientela e che la clientela se la vada a cercare. Invece, cosa sta accadendo? Si sta vertiginosamente aumentando il numero di quelli che:
– controllano coloro che vendono. Ma perché? C’è il sospetto che non vendano prodotti MPS?
– insegnano ai venditori come si fa a vendere. Ma allora, se sono tanto bravi, perché non facciamo vendere direttamente a loro? I colleghi in Rete mica si offenderebbero.
– controllano che chi controlla, lo faccia bene. Mitici! Però, poi si legge che “succedono cose strane” e quindi la domanda sorge spontanea: ma servono davvero? E qui ci fermiamo, perché non vorremmo che a breve introducessero la nuova figura del “colui che insegna ai controllori di chi controlla, come si fa a controllare”.
Insomma, assistiamo ad una inopportuna proliferazione di nuove “figure professionali” che fanno di tutto, meno che quello che ci serve: incrementare la nostra presenza di fronte alla clientela esistente e ricercarne di nuova.Sai bene, caro management, per quante pagine potremmo continuare su questo Leitmotiv.
Ma ci fermiamo qui, sennò a tutti noi lavoratori/trici della nostra Banca ci viene il sangue cattivo più di quello che già ci hai fatto venire. Perché sei davvero imbarazzante, caro management. Soprattutto se, come pretenderesti di fare tu con noi, si va a vedere il TUO rapporto qualità/prezzo.
Segreteria Unisin Mps