Il sindacato contrario ad un "approccio lesivo dei diritti dei lavoratori"
SIENA. Da Unisin Mps riceviamo e pubblichiamo.
“Nel corso del 2012 Banca MPS è stata protagonista inaspettata delle cronache economiche (e non solo) , rompendo una tradizione di immagine di riservatezza e solidità. Vogliamo però ricordare come la storia del MPS è la storia del suo territorio di riferimento, in un rapporto – stretto, ma positivo – che ha sempre consentito alla Banca di resistere alle pressioni della politica nazionale, che l’avrebbe voluta sottomessa alle classiche logiche di “spartizione”.
Banca MPS ha resistito alla tempesta delle forsennate fusioni attuate a tavolino, alla ubriacatura della bomba dei derivati che hanno appestato il nostro Paese mettendo in ginocchio organismi pubblici ed aziende di tutte le dimensioni, sedotti dalla prospettiva di guadagni lampo da dare in pasto agli avidi azionisti. MPS ha saputo resistere anche alla monomania dell’assioma “grande dimensione=forza”, scegliendo la via dell’acquisizione di banche piccole via via assorbite senza contraccolpi. Un isolamento dorato che certo irrita i Palazzi della politica, incapaci di espugnare la roccaforte.
Ma, ad un certo punto, il quadro di riferimento cambia e la situazione comincia a ribaltarsi: gli organismi di indirizzo politico del MPS decidono repentinamente di comprare una Banca di rispettabili dimensioni con la quale acquisire interessanti quote di mercato nazionale e fare quel salto dimensionale che la porta a divenire il terzo gruppo creditizio italiano.
L’operazione Antonveneta si realizza a ridosso di una improvvida tempesta finanziaria sistemica che ingarbuglia parecchio le cose. Banca MPS tenta di correre ai ripari sottoscrivendo prestiti giganteschi che prontamente vengono erogati senza troppe domande. Entra nel girone infernale del pagamento dei debiti con altri debiti, attività che qualsiasi esperto di fidi avviserebbe come “l’agonia prima della morte”. Invece, tutto prosegue con la Fondazione che sottoscrive gli aumenti di capitale senza fare una piega. Enti ed Istituzioni finanziare nazionali ed internazionali sostengono il MPS per la sua solvibilità (ormai presunta) o semplicemente perché dietro le quinte di tutto lo scenario agiva un “dominus”? A noi non è dato saperlo.
La trasmissione “Report” propone a tutti gli italiani una sintesi della realtà di Siena e della sua Banca, la più antica del mondo, PRIMA eletta a roccaforte in difesa dell’italianità quando i segreti del produttivo Nord-Est rischiavano di finire in Olanda o in Spagna … POI, diventata “il Monte dei fiaschi di Siena” …. Succube del sistema dei partiti, PD e PDL su tutti, del Comune, della Provincia, della Regione, della Curia, della massoneria. TUTTI INSIEME a decidere delle sorti del MPS e a stabilire come impiegare le sue risorse (“groviglio armonioso”, così viene descritto).
Mah, vedremo. Ci stupisce questa ipotesi, considerando la sofisticazione dei sistemi di valutazione e di controllo preventivo, andamentale ed ex-post di cui godono gli organismi di vigilanza.
In ogni caso, noi di UNITA’ SINDACALE vogliamo affermare:
- che non abbiamo fatto né faremo sconti rispetto alle eventuali responsabilità che dovessereo essere accertate ma, nel contempo, NON POSSIAMO ACCETTARE che una Aziena, una città – che vanta una lunga storia di sviluppo e benessere – ed i suoi lavoratori e lavoratrici possano, anche solo per involontaria associazione, essere confusi a questioni politiche ed economiche poco chiare;
- che nessuna sequela di crescenti emergenzialità, che sta coinvolgendo la Banca in questi ultimi tempi, potrà consentire UN APPROCCIO LESIVO DEI DIRITTI dei lavoratori e delle lavoratrici del Monte che sono parte offesa, come dipendenti altamente professionali con un forte senso di appartenenza alla Banca oltre che, in molti casi, come dipendenti azionisti;
- che le strategie del prossimo Piano Industriale non potranno nel modo più assoluto penalizzare chi ha avuto ed ha la sola colpa di credere nella propria Banca, ancor più dopo questi ultimi fatti;
- che occorre tranquillizzare tutti, a partire dalla nostra clientela, ricordando che questa Banca è solida e se oggi è in difficoltà, questo è dovuto alla sua particolare propensione al sostegno delle famiglie e delle piccole imprese;
La crisi economica, la recessione sono al culmine per cui occorre una strategia che riposizioni il Monte dei Paschi di Siena nel ruolo che gli spetta nel panorama creditizio nazionale.
Il suo asset principale sono i suoi lavoratori e le sue lavoratrici: si faccia tesoro degli errori e si riparta dalla VALORIZZAZIONE DEL LAVORO”.