Il rapporto tra costi diretti ed indiretti e 1:1,90
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I massimi vertici di ABI, in avvio di incontro, si sono soffermati sulla difficile situazione economica e finanziaria che, se pur originandosi nel mondo anglosassone, ha trovato nel nostro Paese terreno molto fertile, determinando – unitamente ad alcune scelte particolarmente penalizzanti da parte delle autorità di vigilanza europee a danno delle Banche italiane – grandi problematicità anche al settore del credito. Ciò è causa della strutturale diminuzione degli utili, dell’aumento del costo del denaro e della contrazione dei volumi intermediati, determinando – anche – una complessiva onerosità che le aziende bancarie non ritengono più sostenibile in queste condizioni, specie perseguendo un modello di banca di tipo tradizionale.
La Segreteria Nazionale di UNISIN è quindi intervenuta sul tema per rilevare – per tramite del Segretario Generale Aleardo Pelacchi – che “è necessario, innanzitutto, operare per dare nuovo slancio alla produttività del Paese. Occorre altresì che il Governo entri nella partita aperta sul ruolo delle banche nel Paese, che è così importante per l’intera comunità nazionale, garantendo l’impegno politico e le risorse necessarie per far sì che le banche del Paese sostengano fortemente famiglie ed imprese e diano un contributo fondamentale per il rilancio dell’economia”.
Inoltre, la Segreteria Nazionale di UNISIN, riprendendo anche i contenuti di una storica battaglia della Confederazione Confsal, ha sottolineato la “necessità di una forte e rapida riforma fiscale che consenta a lavoratori dipendenti e pensionati di recuperare potere d’acquisto su salari e pensioni, per contribuire così anche a rilanciare l’economia e dare un forte segnale di giustizia sociale a persone che hanno sostenuto fin qui la maggior parte del peso contributivo del sistema Paese”.
“Con riferimento poi al tema dei costi del personale – continua Pelacchi – è necessario intervenire finalmente sul cosiddetto cuneo fiscale, come da tempo sostenuto da UNISIN e Confsal, perché il sistema complessivo di imposizione e costi comporta nel settore bancario un rapporto di 1:1,90 tra costi diretti e costi indiretti, mentre è stato rigettato da UNISIN ogni tentativo dell’Associazione datoriale volto a colpire ulteriormente i Lavoratori del settore sia con interventi sul salario (nettamente inferiore rispetto alle medie spesso pubblicate da ABI), sia con riduzioni del numero degli occupati mediante meccanismi che escludano la volontarietà da parte dei Lavoratori”.
“Non è nella ricerca di ulteriori tagli nel settore o uscite di personale che si può tornare ad elevati livelli di redditività, ma investendo in organizzazione, tecnologia e grande competenza del personale, evitando di commettere quello che potrebbe essere un grave errore storico: pensare ad un personale bancario fortemente orientato verso la vendita di prodotti, ‘operatore in maniera massiva’ e, per questo, magari sotto pagato” – conclude Pelacchi.