Il sindacato non accetta "accordi al buio"
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SIENA. Da Unisin Mps rceviamo e pubblichiamo.
“Ecco i motivi del perché UNISIN in coerenza con quanto da sempre sostenuto non ha firmato l’accordo:
– Prima di tutto il fatto dell’ esternalizzazione di 1110 lavoratori, cosa a cui siamo sempre stati contrari a prescindere perché non porta risparmi significativi all’Azienda, ma bensì solo enormi disagi e sofferenze ai colleghi coinvolti. Oltretutto nell’accordo, che non dà garanzie personali ai colleghi né di mobilità né di tutela occupazionale non si evince quali siano i servizi interessati (ACCORDO AL BUIO!). L’Azienda però precisando il numero di 1110 ci fa intendere che ha già ben chiaro il perimetro dell’operazione.
– L’ altra motivazione principale riguardano gli enormi sacrifici richiesti a tutti i lavoratori, che si dovranno interamente sobbarcare economicamente le adesioni al FONDO DI SOSTEGNO AL REDDITO.
Nello specifico:
– sospensione dall’ attività lavorativa di 6 giorni all’ anno per 3 anni (fino a 2gg. scalabili con le ferie arretrate).
– Verrà sospesa per 3 anni la diaria per le missioni mantenendo soltanto il rimborso a piè di lista.
– L’accantonamento del TFR per i prossimi 3 anni verrà calcolato riducendo la paga base del 23% senza comprendere nel calcolo scatti di anzianità, tredicesima e ristrutturazione tabellare.
Di seguito il funzionamento del FONDO DI SOSTEGNO AL REDDITO:
– Sarà obbligatorio l’ esodo per i dipendenti che abbiano diritto alla pensione al 31.12.2012 a cui verranno erogate 3 mensilità in sostituzione del preavviso.
– Per i lavoratori delle Aree Professionali e per i Quadri Direttivi che matureranno il diritto alla pensione dal 1.1.2013 al 31.12.2017 ci sarà l’adesione volontaria, che di fatto diventerà obbligatoria se non verranno raggiunti i numeri di adesioni prefissati, all’ 85% dell’ ultimo stipendio.
– Verranno incentivate con 9 mensilità le lavoratrici che al 31.12.2012 abbiano maturato i requisiti per la pensione e che decideranno di andarci passando al metodo contributivo.
Altro capitolo è quello che riguarda il nuovo Contratto Integrativo Aziendale, ecco in breve le nuove previsioni:
– Confermata la polizza sanitaria, la contribuzione previdenziale, gli orari e i buoni pasto.
Discorso diverso invece per il VAP e gli incentivi che verranno sostituiti da un Premio Aziendale di Gruppo diverso tra le varie Aree Professionali e molto più discrezionale , in contrasto con un metodo più solidaristico come quello fino ad ora in vigore.
– I trasferimenti e le mobilità territoriali saranno effettuati ad assoluta discrezionalità aziendale, togliendo il metodo delle fasce di trasferibilità. I trasferimenti avverranno su iniziativa aziendale, seguendo alla lettera il CCNL erogando in alternativa al contributo di alloggio delle indennità di spostamento dai 30 km fino ai 100 km.
Altri elementi peggiorativi per i lavoratori o che non sono compresi in tale accordo e che quindi spariranno sono:
– Alcune integrazioni economiche come le maggiorazioni assegno di livello, la parificazione economica al 3A4L per anzianità, scatti di anzianità aggiuntivi e gli scatti di anzianità per il conseguimento della laurea.
– Sono abolite le maggiorazioni del 7% e del 9% per quanto riguarda l’indennità di cassa che verrà erogata come da CCNL.
– Molte tutele del CIA riguardo la sicurezza vengono abolite lasciando all’ Azienda totale discrezionalità in merito senza interagire con le RSA territoriali.
– L’ intero capitolo sulla formazione verrà abolito rifacendosi alla lettera al CCNL.
– Infine per i percorsi professionali, stage, valutazione del personale, assunzioni l’Azienda intende di nuovo prendersi il potere decisionale rimettendo in discussione il vecchio CIA con nuove trattative future.
L’accordo che varie sigle (FABI – FIBA\CISL – UILCA – UGL) hanno firmato è preoccupante perché soprattutto nel contesto delle esternalizzazioni crea un grave precedente a cui in un breve futuro l’ Azienda potrebbe ricorrere nuovamente, visto che nell’attuale Piano Industriale si parla di 4600 esuberi e visto anche gli ultimi sviluppi riguardanti forse un ulteriore Piano Industriale richiestoci dalla Commissione Europea in merito all’erogazione dei Monti Bond.
Adesso starà a noi lavoratori che, come prescritto dal CCNL, dovremmo confrontarci nelle assemblee e pronunciarci in merito a tale accordo.
Sicuramente UNISIN , in coerenza con il percorso fin qui intrapreso, dettato dal pieno rispetto del mandato ricevuto dagli iscritti, continuerà ad impegnarsi nei luoghi di lavoro per far comprendere bene ai colleghi tutti la necessità di votare NO a questo Accordo”.